Bike sharing: "Qui in Italia sbagliate tutto"
Pedro Kanof ha rimesso le lancette avanti di vent’anni. E mentre mezzo mondo, affogato nello smog, scopre il bike sharing che lui ha inventato venti anni fa, ieri ha detto chiaro e tondo che "il bike sharing è ormai superato, serve solo per i turisti". Vediamo perché - da Metro News del 25.09.2009
29 September, 2009
Andrea Bernabeo
Fino ad oggi il “suo” bike sharing era l’avanguardia della sostenibillità. Cosa è cambiato?
Tutto. Quando lo inventai, nel 1989, le biciclette erano un bene costoso. Oggi i cinesi le producono per 4-8 dollari l’una, e se ne trovano ovunque per 60, 100 euro. Il risultato è che 1 persona su 4 ha una bici. Tutte stipate sui balconi, nei garage, mai utilizzate: mi vuol spiegare che necessità c’è, allora, di condividere una bici se già ne possediamo una? Non ha più senso.
Tuttavia la mobilità sostenibile era un problema e oggi lo è ancora di più...
Certo. Perciò le amministrazioni oggi devono chiedersi: una volta che la gente compra la bici, che fare perché la usi?
Come?
Ho presentato il mio progetto a Washington allo staff di Obama, e oggi al ministero dell’Ambiente italiano, perché sto cercando contributi per realizzarlo. Parto da un presupposto: la gente chiede alla mobilità comodità e sicurezza. Comodità: ho brevettato un complesso sistema di stazioni sosta interamente automatizzate. Lasci lì la tua bici, e non in cantina. Allarmi infrarossi, caricabatterie per mezzi elettrici e così via: basta uscire di casa e trovarla pronta: come si fa con l’auto.
E la sicurezza? Guardi: la storia delle infrastrutture non attacca: ci vogliono 20 anni per fare 1 metro di ciclabile…
Se ci sono, è meglio. Altrimenti la massa di bici che scenderà in strada condizionerà le auto, facendole andare più piano delle due ruote. È questa la vera rivoluzione.
Qualche numero per confortare la sua tesi?
Si parla molto del bike sharing di Parigi, con 20 mila bici. Se è vero che una persona su 4 in Occidente ha una bicicletta, a Parigi, che ha 12 milioni di abitanti, ci sono 3 milioni di biciclette. Mettiamo che di queste un quinto sia sensibile alla mia idea: sarebbero 600 mila bici in giro per la città. Che dice, meglio 600 mila o 20 mila?