A Cava dè Tirreni una piccola fabbrica del riciclo
La chiamano la “Coop. immigrata del riciclo” ed è nata da un’idea di un ex ingegnere attivo nel volontariato. È una piccola realtà nel mondo del riciclo che però riesce a produrre anche fino a 80 quintali di plastica e 300 chili di cartone al mese che dopo essere stati imballati vengono venduti. Non ricevendo sovvenzioni pubbliche, questo è l’unico modo per i partecipanti di autofinanziarsi
04 March, 2010
accolgono plastica e cartoni da uffici, supermercati e quando capita anche dalle case dei privati a bordo di furgoni per la differenziata. Non sono i tradizionali operatori ecologici bensì gli operai della “Comunità Famiglie Nazareth”, una piccola impresa nata a Cava dè Tirreni, realizzata da Bruno Sessa, un ex ingegnere da sempre impegnato nel volontariato.
In cambio di una ricompensa che va dai 100 ai 150 euro alla settimana gli operatori della comunità, quasi tutti immigrati, sono impegnati in prima persona nella raccolta e nella selezione manuale dei rifiuti. Una volta trasportati i materiali nei depositi, infatti, questi vengono lavorati, attraverso la separazione della plastica dagli altri residui, ed introdotti nella pressa per realizzare balle di plastica perfettamente confezionate che poi vengono rivendute. Cosi ci autofinanziamo – spiega l’ideatore – non avendo ricevuto mai un euro di fondi pubblici, ma a noi va bene così.
Quella organizzata da Sessa è un vera e propria impresa di riciclo che, anche se su piccola scala, riesce a produrre mensilmente fino a 80 quintali di plastica e 300 chili di cartone.