Regionali 2010, quando la campagna elettorale si tinge di verde
Si moltiplicano, da nord a sud, le iniziative di candidati di diversi schieramenti che cercano di ridurre l'impatto ambientale della propria campagna elettorale. Ce n'è per tutti i gusti, dall'eliminazione quasi completa del materiale promozionale cartaceo alle azioni di “guerriglia ecosostenibile”
21 March, 2010
Stampa bulimica di volantini, manifesti e bigliettini, affissioni selvagge, continui spostamenti in auto, inquinamento acustico causato da megafoni e altoparlanti. Campagne elettorali e sostenibilità ambientale, si sa, non vanno molto d'accordo. Qualche timido segnale di un'inversione di tendenza, però, in questa campagna 2010 sembra esserci, a partire dalle modalità più sostenibili che aspiranti governatori e consiglieri di (quasi) tutti gli schieramenti politici hanno scelto per promuovere la propria candidatura, da nord a sud. La fantasia non manca: si va dalla proposta di rinunciare all'auto blu per girare esclusivamente in bicicletta (avanzata da un candidato laziale della lista Verdi per Bonino ), alle azioni di “guerrilla gardening”, o “giardinaggio d'assalto”, di cui si sono resi protagonisti alcuni sostenitori pugliesi di Sinistra, Ecologia e Libertà (Sel) e, a Roma, un candidato dei Verdi con i suoi collaboratori: armati di zappe e cesoie, i giardinieri d'assalto hanno riqualificato aiuole ed aree verdi abbandonate nelle rispettive città.
Ma l'idea che ha sicuramente raccolto le adesioni più numerose è quella di ridurre l'impatto ambientale della campagna elettorale. In Piemonte, ad esempio, un altro candidato di Sel ha deciso di portare avanti una campagna a zero emissioni. L'inquinamento legato alle attività propagandistiche (trasporti, stampa, consumi, etc) sarà compensato dalla messa a dimora di alberi nel Parco Fluviale del Po torinese, nell’ambito dell’iniziativa “Parchi per Kyoto” promossa da AzzeroCO2 e Kyoto Club. E la compensazione delle emissioni legate alla campagna elettorale potrebbe presto diventare obbligatoria, dal momento che la presidente uscente della Regione Piemonte ha promesso di inserirla in una proposta di legge. In Calabria, invece, una esponente della lista Bonino-Pannella ha lanciato il “volantino on demand”, cioè scaricabile online e direttamente stampabile dagli elettori. In Liguria, invece, un gruppo di aspiranti consiglieri regionali di Sinistra, Ecologia e Libertà ha deciso di servirsi di una tipografia “ecologica”, che si serve di energia da fonti rinnovabili, inchiostri a base vegetale, carta riciclata o certificata Fsc (cioè prodotta da foreste gestite in modo sostenibile).
Singolare, infine, la scelta di un candidato del Partito Democratico alle regionali del Lazio, che, per sensibilizzare l'elettorato sui temi ambientali, ha modificato l'arredo urbano di 200 strade e 20 piazze di Roma. La campagna ha previsto l’applicazione su semafori, lampioni e pali di grandi sagome di foglie verdi che proiettano sul terreno ombre simili a fiori e alberi. I muri cittadini sono stati inoltre decorati con stencil di fango, facilmente lavabili, che riproducono (vedi foto) sagome scelte ad hoc (biciclette, pale eoliche, alberi, etc). A questo punto non rimane (si fa per dire) che colorare di verde anche i programmi elettorali.
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