Coordinamento Agenda 21: “Il paese non cambi rotta sui cambiamenti climatici”
Il 16 e 17 aprile 2010 si è svolta a Comiso (Ragusa) l'XI Assemblea nazionale del Coordinamento Agenda 21 Locali Italiane. Emanuele Burgin, presidente di Agenda 21: “L’Italia degli enti locali sta già lavorando per rispettare il 20-20-20 dell’Unione Europea”
19 April, 2010
“Non è pensabile che in Italia possano coesistere due strategie opposte sul fronte dei cambiamenti climatici. Gli enti locali infatti stanno già investendo da tempo per la tutela del clima e cambiare rotta sarebbe un suicidio non solo politico ma soprattutto economico, sociale e ambientale”.
È chiara la posizione di Emanuele Burgin, presidente del Coordinamento di Agenda 21 in Italia, sull’opportunità e la necessità che il paese continui ad essere in linea con i parametri del 20-20-20 stabiliti dall’Unione Europea. E a pensarla come lui sono anche altri amministratori appartenenti a forze politiche diverse.
“Anziché fare marcia indietro l’Italia dovrebbe coordinare gli sforzi ad ogni livello – aggiunge infatti Giovanni Romano, assessore all’Ambiente della Provincia di Salerno e Vice Presidente di Agenda 21 – per promuovere un nuovo modello di sviluppo che, investendo nell’innovazione, potrebbe realmente contribuire in misura decisiva al rilancio dell’economia”.
Le conseguenze del cambiamento climatico del resto sono evidenti: l’aumento della temperatura e il conseguente incremento del livello del mare, l’erosione delle coste, i periodi di siccità alternati a precipitazioni molto forti con conseguenti dissesti idrogeologici.
“La risposta alle preoccupazioni e alle esigenze dei cittadini non può farsi ancora attendere – sottolinea Giovanni Avanti, presidente della Provincia di Palermo - e se gli enti locali stanno intervenendo con iniziative e progetti concreti, è necessaria una chiara strategia nazionale che non si allontani dall’orientamento di tutto il resto del pianeta.”
Dal nord al sud la posizione è condivisa.
“Negare l’effetto serra legato alle emissioni di CO2 – aggiunge infatti Roberto Ronco, assessore all’Ambiente della Provincia di Torino - contraddice le evidenze portate dalla comunità scientifica internazionale. Le decisioni del Governo, che non tengono conto di tali evidenze, riportano l’Italia in posizione di retroguardia rispetto alle sfide che altri paesi hanno deciso di accettare. La sensibilità maturata dagli enti locali non può essere indebolita da una visione miope a livello centrale.”
“L’impegno delle amministrazioni pubbliche locali in questi anni – rimarca poi Marina Romanò, sindaco del Comune di Cesano Maderno – è stato vicino ai cittadini cercando, attraverso progetti e finanziamenti, di migliorare la qualità della vita urbana e ridurre gli effetti negativi sull’ambiente del nostro sviluppo. Auspichiamo una linea chiara del Governo che rafforzi e supporti l’azione locale sul clima.”
Il dibattito in ambito ONU sulla tutela del clima è ripreso a Bonn proprio pochi giorni fa, in seguito ad una pausa di quattro mesi dopo la chiusura del summit di Copenhagen.
“E’ legittima la preoccupazione che l’economia della UE possa essere condizionata da un impegno meno forte della comunità internazionale rispetto al 20-20-20 – mette in evidenza Ignazio Tolu, assessore all’Ambiente della Provincia di Cagliari - Tuttavia anziché giocare al ribasso sarebbe invece opportuno un impegno politico maggiore per fare valere di più la posizione e le scelte strategiche del vecchio continente”.
“In ogni territorio in cui vengono effettuate azioni dirette e investimenti anche con una previsione di lungo termine sul fronte della riduzione delle emissioni – conclude in fine Gabriele Berni, assessore all’Ambiente della Provincia di Siena – constatiamo benefici e effetti positivi sia in termini di sviluppo economico che di tutela ambientale”.