Un bilancio dell'XI Assemblea nazionale di Agenda 21 Italia
Il 16 e 17 aprile 2010 si è svolta a Comiso (Ragusa) l'undicesima assemblea nazionale del Coordinamento Agenda 21 Locali Italiane. L'assemblea dei soci ha approvato all'unanimità la Carta delle Città e dei Territori d'Italia per il Clima. Intervista di Eco dalle Città ad Eriuccio Nora, direttore del Coordinamento Agenda 21
20 April, 2010
Il 17 aprile si è conclusa a Comiso l'XI Assemblea nazionale del Coordinamento Agenda 21 Locali Italiane. Com'è andata?
L'assemblea è andata bene, abbiamo avuto la partecipazione di città da tutta Italia. Ottimo il lavoro di approfondimento che abbiamo fatto sui quattro temi di lavoro di questa assemblea: cambiamenti climatici e Patto dei Sindaci, biodiversità e contratti di fiume, rifiuti e acquisti verdi nella pubblica amministrazione (quest'ultima è una prassi di cui l'Italia è leader in Europa grazie anche al lavoro del gruppo GPP di Cremona). Su questi quattro argomenti è stato redatto un documento finale che prossimamente sarà pubblicato sul sito di A21. La mattina di sabato 17, giornata dell'assemblea dei soci, è stata approvata in assemblea la Carta delle Città e dei Territori d'Italia per il Clima. Il documento non è quindi più un documento di lavoro. A questo punto diventa ufficiale, è stato ratificato dal voto all'unanimità dell'Assemblea e anche se non ha vincoli di legge, essendo un accordo volontario tra soci, è per noi tutti un riferimento.
In diversi occasioni Agenda 21 Italia ha più volte sottolineato l'importanza di arrivare alla realizzazione di Piani per il Clima degli enti locali. Siete andati avanti su questo punto?
Novità della Carta delle Città e dei Territori per il Clima è proprio il Piano per il Clima. Agenda 21 ritiene che il contrasto ai cambiamenti climatici venga fatto con quelle azioni di mitigazione soprattutto nel campo delle politiche energetiche che il Patto dei Sindaci promuove in Europa e che noi assumiamo nel nostro Paese. Sosteniamo e chiediamo quindi alle città che aderiscono al Patto dei Sindaci di formulare i propri piani energetici per ridurre le emissioni di gas climalteranti, promuovano l'efficienza energetica e le politiche energetiche contemplate nel Patto dei Sindaci.
Riteniamo però che non sia sufficiente. Riteniamo che si siano tante altre azioni che non agiscono sulle cause ma che agiscono sugli effetti dei cambiamenti climatici, che nel linguaggio internazionale sono conosciute come azioni di adattamento e che riguardano l'urbanistica e la difesa della sicurezza del territorio dai fenomeni idrogeologici: per esempio, le politiche sociali che riguardano le migrazioni dei popoli che si spostano dalle aree dell'Africa sub-sahariana. Dietro l'emigrazione da queste zone ci sono anche i cambiamenti climatici: c'è una spinta connessa alla desertificazione che si allarga.
Questo pacchetto di azioni di adattamento sommato al pacchetto del piano di azioni di mitigazione fanno nel suo insieme quello che noi chiamiamo Piano per il Clima, o Piano Clima. Il Piano per il Clima non è un nuovo piano ma si basa sul modello della strategia tematica sull'ambiente urbano dell'Unione Europea, che ci invitava già da tempo a dare vita a piani di coordinamento delle politiche in ambiente urbano (trasporti, rifiuti, verde, urbanistica). Estendiamo questa prospettiva al Piano per il Clima: secondo noi è quel programma di coordinamento dei piani già esistenti che consente di avere una strategia coordinata e integrata. Tutto ciò senza inventare nuovi strumenti, senza bisogno di nuove risorse finanziarie ma riorientando quelle già esistenti.
Lo stato di salute di Agenda 21 Italia. Qual è la situazione?
In questo momento abbiamo 520 soci. Siamo cresciuti di 10 rispetto all'anno precedente che vuol dire per noi una situazione buona ma stazionaria. Alcuni anni siamo cresciuti di 40 – 50 soci. Non siamo in un momento di crescita e i temi della sostenibilità, se devo dedurlo da questi dati, non sono al primo punto. Questo perché la crisi economica mette in difficoltà gli enti locali anche per un piccolo contributo ad Agenda 21. Ma se dobbiamo uscire dallo stallo della crisi economica dobbiamo puntare su qualche cosa: le politiche che il Coordinamento promuove sono quelle della green economy, della sobrietà, della sostenibilità, della durevolezza del modello di sviluppo. Per noi invece si tratta di un investimento, mettere risorse sui network e sulle politiche di sostenibilità. Questo non sta avvenendo: non c'è la curiosità di altri enti locali che hanno voglia di venire a vedere cosa facciamo, quali sono le nostre buone pratiche, come le promuoviamo, per attingere, copiare, ispirarsi, scambiare, apprendere dai comportamenti virtuosi degli altri.
Qual è il prossimo appuntamento del Coordinamento Agenda 21 Italia?
Molto importante per Agenda 21 l'appuntamento di Dunkerque, in Francia, con la Sesta Conferenza Europea delle Città Sostenibili (19-21 maggio 2010). La Conferenza Città sostenibili si conferma forse l'evento di città più importante in Europa. Nel 2007 a Siviglia eravano un migliaio di città. A Dunkerque ci aspettiamo tra i 1200 e i 1500 delegati.
Nei diversi anni ci avvicendiamo all'interno del network che promuove l'evento. Questa volta tocca ad Agenda 21 Italia il ruolo di coordinatore pro-tempore. Il presidente di Agenda 21 Italia Emanuele Burgin, a nome dei network di città che promuovono la conferenza, sarà incaricato di esporre una delle tre relazioni introduttive, insieme al sindaco della città francese e il referente di ICLEI. Siamo orgogliosi di ciò, perché raramente un amministratore italiano ha un ruolo con questa visibilità e autorevolezza a livello internazionale.