Contabilità ambientale per gli enti locali: una “bussola” verso la sostenibilità
Si tratta ancora di uno strumento volontario, ma sono numerose le amministrazioni che redigono ogni anno il bilancio ambientale, un sistema efficace per orientare le politiche verso la sostenibilità. A Bologna, il Coordinamento delle Agende21 organizza un corso di formazione dal 4 al 7 maggio. Eco dalle Città propone una rassegna stampa sul tema
22 April, 2010
Un sistema contabile che consente di monitorare le attività promosse in campo ambientale dagli enti pubblici e migliorare le politiche in direzione della sostenibilità. Si tratta della contabilità ambientale, che, affiancata a quella “tradizionale” di tipo economico-finanziario, dà la possibilità a comuni, province e regioni, attraverso la redazione di un bilancio ambientale, di valutare le conseguenze (positive e negative) delle proprie attività sull'ambiente. Uno strumento per adesso ancora volontario, in attesa da anni degli opportuni provvedimenti di legge (nel 2007, l'ultimo governo Prodi ha approvato un disegno di legge delega in materia, ma i decreti attuativi non sono mai stati varati), ma che è già stato adottato da molti enti locali.
«Sono ormai molte decine le amministrazioni che affiancano la contabilità ambientale a quella economica - spiega Daniela Luise, referente per il Comune di Padova del gruppo di lavoro “Agende 21 per Kyoto” del Coordinamento Agende 21 locali italiane - e presto saranno pubblicati i risultati del censimento condotto nei mesi scorsi dal Coordinamento». Alcuni di questi enti redigono il loro bilancio ambientale da molti anni. «È il caso, ad esempio, dei Comuni di Reggio Emilia, Ferrara e Rovigo – precisa Luise – che utilizzano questo strumento da oltre un decennio e ne hanno fatto un elemento decisivo per la gestione delle politiche orientate alla sostenibilità».
La contabilità ambientale, infatti, non rappresenta soltanto una forma aggiuntiva di compilazione del bilancio, ma una vera e propria “bussola” per orientale le politiche locali in materia di ambiente. «Grazie a questo strumento, c'è la possibilità, da parte dell'ente, di monitorare l'efficacia della proprie politiche in termini di sostenibilità e, qualora si riveli necessario, di correggerle e migliorarle». In attesa che venga adeguato il quadro normativo, a disposizione degli enti che vogliano applicare la contabilità ambientale ci sono le Linee guida per la redazione del bilancio ambientale degli enti locali, pubblicate dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). «Si tratta di una raccolta delle metodologie già applicate dagli enti locali in questo settore – conclude Daniela Luise – che fanno riferimento soprattutto ai due metodi più utilizzati: il Clear e l'Ecobudget». L'Unione europea, intanto, ha recentemente proposto un regolamento che, se approvato, imporrebbe agli Stati membri la compilazione di una serie di "conti ambientali": uno dedicato al bilancio delle emissioni atmosferiche, un altro con la rendicontazione delle tasse ambientali ripartite per le diverse attività economiche e un terzo, infine, per misurare i flussi di materia a livello dell'intera economia. E proprio al tema della accountability degli enti locali per l’ambiente e alle diverse metodologie operative sarà dedicato il corso di formazione promosso dal Coordinamento Agende 21 locali italiane dal 4 al 7 maggio a Bologna.
Rassegna stampa sul tema della contabilità ambientale per gli enti locali:
Dal Prodotto interno lordo al benessere - dal Manifesto del 18.04.010
Anche l’Istat oltre il Pil - da Terra del 08.04.2010
La proposta della Ue per integrare la contabilità ambientale nel Sec - da Greenreport del 12.04.2010
Contabilità ambientale: l'alternativa al Pil secondo L'Eea - da Greenreport del 04.12.2009
La comunicazione del Consiglio Ue: non solo Pil, ma anche indicatori ambientali e sociali - da Greenreport del 25.08.2009