Ispra, l'85% dei rifiuti del Lazio finisce ancora in discarica
Pubblicato il rapporto nazionale 2009 (dati 2008) sulla produzione e gestione di rifiuti in Italia. Nel Lazio, come in tutto il paese, si registra una lieve flessione delle quantità prodotte, ma la raccolta differenziata rimane al 12,9%. Così le discariche continuano ad accogliere oltre l'85% dei rifiuti regionali
29 April, 2010
Nel Lazio diminuisce di poco la produzione totale dei rifiuti, in accordo con il trend nazionale. Lo rivela il Rapporto rifiuti 2009 (basato su dati del 2008) presentato a Roma dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che registra una flessione complessiva delle tonnellate di rifiuti prodotte nel nostro paese, anche a causa della recessione economica, che ha ridotto i consumi delle famiglie. Le buone notizie per il Lazio, però, finiscono qui. La produzione pro capite, ferma a 594 chilogrammi all'anno, resta infatti più alta della media nazionale, che si attesta sui 451 kg. Male anche la raccolta differenziata, che nel 2008 è rimasta ferma al 12,9% (appena lo 0,8% in più rispetto all'anno precedente), contro il 30,6% medio del paese. Preoccupante, di conseguenza, il dato relativo alla quantità di rifiuti urbani che nello stesso anno è finita in discarica: 2.864.068 tonnellate, pari all'85,7% del totale (a fronte del 67,7% calcolato su base nazionale), che rappresenta, tra l'altro, un peggioramento rispetto all'anno precedente.
Non va molto meglio alla città di Roma, che fa registrare una produzione di rifiuti di 1.765.958 tonnellate, oltre la metà di quella laziale (52,8%), con un quantitativo pro-capite che scende di una sola unità (da 650 chilogrammi per abitante all’anno nel 2007 a 649 nel 2008); la raccolta differenziata ferma al 17,4% (nel 2009 è salita al 21% circa secondo recenti dati Ama), con un magro +0,5% , contro il 40,7% di Torino e il 32,7% di Milano. Risultati distanti dagli obiettivi stabiliti per legge nel 2006, che fissavano un livello minimo del 45% entro il 31 dicembre 2008. E la percentuale di raccolta differenziata rimane bassa in tutte le province laziali, che raggiungono il 14,5% a Latina, il 13,7% a Roma, il 10,6% Viterbo e addirittura il 5,5% Rieti e il 5% Frosinone (percentuali, le ultime due, tra le più basse a livello nazionale).
Unico segnale in controtendenza, la lieve riduzione della produzione complessiva di rifiuti su base provinciale, ma le quantità in valore assoluto rimangono comunque molto alte. La provincia di Roma, ad esempio, produce 2.567.293 tonnellate all’anno (pari a 624,6 kg/abitante/anno, che ne fanno quella con il più alto tasso di produzione pro-capite), 326.710 quella di Latina (599,2 kg pro-capite), 212.714 (428,1 kg pro-capite) la provincia di Frosinone, 159.502 (505,5 kg pro-capite) quella di Viterbo e 77.332 (486,3 kg pro-capite) Rieti.
Sul fronte degli impianti, infine, resta preoccupante la situazione del trattamento della frazione organica, che può contare su 16 impianti in grado di trattare 334.325 tonnellate all'anno. Appena un quarto di quello che sarebbe prodotto con la differenziata al 50%. Sono, invece, nove gli impianti dedicati al trattamento meccanico biologico dei rifiuti, con una capacità autorizzata di 1.763.830 tonnellate/anno, e quattro gli inceneritori attivi nel Lazio, in grado di accogliere 503.955 tonnellate all'anno di rifiuti. Ma sono le discariche che continuano a fare la parte del leone, con 2.864.068 tonnellate di rifiuti, pari all'85,7% della produzione totale, che finisce nelle dieci enormi buche scavate nel Lazio.