Italia "avvertita" da Bruxelles sullo smog: cosa può succedere
Prossima tappa, l'attivazione della Corte di Giustizia Europea. Un documento di impegni italiani può interrompere la procedura ma difficilmente eviterà le sanzioni sulle Regioni
07 May, 2010
Se l'Italia non convince Bruxelles di avere ottime ragioni e stringenti impegni per disinquinare l'aria saranno le Regioni a pagare le sanzioni. Questo si evince dalla legge italiana che ha messo i piani antismog interamente a carico delle Regioni.Se per la Commissione Europea l'interlocutore italiano è il Governo, ed è al governo che viene mandata la notifica per ogni singola zona fuori norma di qualità dell'aria, per l'Italia sono le Regioni ad essere responsabili.
E' per questo che sono le Regioni, in genere, ad essere le più preoccupate dal fatto che non sono state accettate da Bruxelles le richieste di deroga. E dal cosiddetto "ultimo avvertimento" deciso dalla Commissione, che segna la fase preliminare della procedura d'infrazione.
( L’Italia ha presentato due notifiche riguardanti circa 80 zone situate in 17 regioni e province autonome. La Commissione ha tuttavia respinto gran parte delle richieste in quanto le zone non soddisfacevano tutte le condizioni previste dalla direttiva2. Nella maggioranza dei casi l’Italia non era in grado di dimostrare che l’azione intrapresa avrebbe garantito il rispetto dei valori limite UE entro il termine della proroga.)
e ancora la Commissione dice che
Le proroghe interessano solo le zone per le quali è comprovato che nel 2005 sono stati compiuti sforzi per raggiungere i valori limite, ma che non è stato possibile conformarvisi a causa di circostanze esterne particolari. Gli Stati membri devono inoltre dimostrare che si conformeranno alle norme entro la nuova scadenza, fissata per giugno 2011, predisponendo un piano per la qualità dell’aria.
Nonostante il miglioramento medio del parco auto e una leggera dimunzione dei consumi di carburante la qualità dell'aria resta pessima in gran parte delle città italiane.
Regioni e Comuni erano riusciti a convincere il Governo a mettersi nell'ottica di varare un piano, o perlomeno alcune misure, di tipo nazionale per ridurre lo smog. (Oltre a quanto fatto con gli ecoincentivi.)
Ma finora - primi di maggio - dalle riunioni del cosiddetto Tavolo per la Qualità dell'Aria presso il Ministero dell'Ambiente non è uscito nulla di concreto. I rappresentanti degli Enti Locali facevano presente che da un momento all'altro poteva arrivare il pronunciamento della Commissione. I rappresentanti del Governo replicavano che comunque sarebbe stato un termine interrompibile, insomma che non c'era fretta.
Ora si vedrà chi aveva ragione.