L'assessore all'Ambiente della Provincia di Rieti: «Un errore l'abolizione, per l'ambiente non siamo un ente inutile»
Eco dalle Città intervista Michele Beccarini, assessore alle Politiche Ambientali della Provincia di Rieti, sulla prospettiva di cancellazione dell'ente. Forti i rischi, secondo lui, di frammentazione del territorio, con l'insorgenza di gravi difficoltà nella sua gestione, soprattutto in materia ambientale
27 May, 2010
Non ha preso affatto bene la proposta del governo di cancellare per decreto la Provincia di Rieti (insieme alle altre 13 con meno di 220mila abitanti) e, di conseguenza, l'assessorato che gli è stato affidato. Michele Beccarini, assessore provinciale reatino alle Politiche Ambientali, raggiunto da Eco dalle Città, dichiara il suo secco dissenso alla prospettiva di cancellazione della Provincia: «La Provincia di Rieti è un unicum dal punto di vista orografico e territoriale, la sua abolizione determinerebbe una complicazione enorme sul piano della gestione del territorio, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti ambientali».
Entro i confini provinciali, tanto per fare qualche esempio, sono presenti due laghi, un tratto ampio del fiume Velino, le sorgenti del Peschiera, il Terminillo, la cui gestione, per molti aspetti, è ora affidata alla Provincia. «Smembrare il territorio in diversi enti creerebbe grossi problemi di competenze e responsabilità, nonostante l'esistenza degli Ato (Ambiti territoriali ottimali, ndr). Vale lo stesso discorso, ad esempio, anche per i depuratori: ce ne sono centinaia, alcuni dei quali a cavallo di due comuni diversi. Solo il coordinamento di una stessa Provincia, che tra l'altro, esiste da oltre 80 anni e rappresenta un forte punto di riferimento per le amministrazioni comunali, riesce a evitare problemi nella gestione».
L'assessore prevede inoltre difficoltà nella scelta stessa, da parte dei comuni, della provincia in cui “trasferirsi”: «La provincia di Rieti, per le sue caratteristiche territoriali e culturali, rischia di smembrarsi in cinque province diverse. Anche se il governo vuole imporre ai comuni di restare entro i confini regionali, sono certo che i cittadini preferirebbero essere amministrati da province di altre regioni, più vicine a loro dal punto di vista geografico e culturale, che da enti della stessa regione ma avvertiti come molto lontani. E sarebbero pronti a scendere in piazza pur di far valere il loro punto di vista». Il rischio, insomma, è quello di una significativa frammentazione del territorio, sia sul piano politico che amministrativo. «Del resto – chiosa Beccarini – dividere l'Italia è l'obiettivo di Bossi, prima voleva provarci coi fucili e adesso tenta con le leggi».
Un parere condiviso anche da Sabrina Ferroni, dirigente del settore Ambiente della stessa Provincia: «In un territorio come il nostro, dove i comuni sono molto piccoli, l'ente provinciale gioca un ruolo molto importante di coordinamento e stimolo. Cancellando la Provincia di Rieti, e accorpandola a quella di Roma, di Viterbo o Frosinone, il governo del territorio diventerebbe inevitabilmente più debole. Dal punto di vista strettamente ambientale, poi, le nostre competenze sono state recentemente ampliate. Nel Lazio, in particolare, ci occupiamo di molti aspetti della gestione del territorio, dalle autorizzazioni per gli impianti di produzione dell'energia agli scarichi nei corpi idrici, dal recupero dei rifiuti non pericolosi al taglio dei boschi superiori ai 3 ettari. Competenze che passerebbero a un ente più grande e più lontano, con una perdita di controllo del territorio. Rieti, tra l'altro, è una provincia storica, essendo stata istituita nel 1927. Sono oltre 80 anni che rappresenta un punto di riferimento per le politiche dei Comuni della zona».