Un progetto sperimentale RAEE nel carcere di Bollate
Amsa e Regione Lombardia avviano il progetto su rifiuti di apparecchiature elettroniche nel penitenziario ai confini di Milano. I detenuti saranno impiegati nel riciclo e potranno formarsi in un campo che offre attività lavorative dopo aver scontato la pena
31 May, 2010
Un progetto sperimentale per creare opportunità di lavoro nella casa di reclusione di Bollate, al confine con Milano. Si chiama “Raee nelle Carceri” ed è nato grazie a un protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso 30 marzo da Amsa S.p.A., Regione Lombardia e Provveditorato Regionale per la Lombardia.
A presentarlo, oltre al presidente di Amsa, Sergio Galimberti, erano presenti anche il sindaco di Milano, Letizia Moratti, il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, il provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria, Luigi Pagano.
I Raee, cioè apparecchiature elettriche ed elettroniche, derivano dalla dismissione di attrezzature di comune uso, sia in ambito domestico che professionale, come personal computer, cellulari ed elettrodomestici che, se non opportunamente trattati, possono essere molto pericolosi per l´ambiente a causa delle sostanze che contengono, quali mercurio e piombo. Gli stessi rifiuti sono invece composti anche da materiali preziosi - quali ad esempio argento, oro, rame, nichel e platino - che costituiscono una risorsa se recuperati.
In sostanza, Regione Lombardia finanzia con 2 milioni di euro la realizzazione del capannone dove i detenuti (a regime saranno circa 120) avranno la possibilità di lavorare al recupero di tali apparecchiature. L'Amsa da parte sua finanzia il progetto con 800mila euro e si occuperà della gestione delle parti "importanti" recuperate e dell'attività di formazione.
Nel 2009 Amsa ha raccolto complessivamente circa 3.100 tonnellate di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, incrementando la quantità raccolta del 5,1% rispetto al 2008.
Sulla base di questo trend in crescita si stima una crescita graduale della raccolta di Amsa, nel prossimo triennio, pari ad ulteriori 2.500 tonnellate, di cui almeno 1.500 provenienti esclusivamente dal circuito urbano.
Ci sarà grande flessibilità nell’orientare la produzione in base all’andamento del mercato e le risorse umane saranno utilizzate in base alle variazioni del materiale in ingesso.
La potenzialità dell’impianto, che verrà realizzato e gestito da Amsa, sarà di 5.000 tonnellate annue
E’ un progetto che si sviluppa soprattutto a partire dalla manualità dei detenuti per poter dar loro una formazione quindi, rispetto agli impianti classici, questo cercherà di valorizzare molto la manodopera. Si tratta di un lavoro che richiede competenze non indifferenti, chi le acquisirà sarà, dunque anche facilitato nel trovare un impiego una volta scontata la pena.
Il Comunicato stampa dell'Amsa
Il Comunicato stampa della Regione Lombardia