Ancora in piazza il fronte del no al termovalorizzatore milanese
Continua la protesta contro il secondo impianto milanese. Presidio di sindaci, cittadini e ambientalisti davanti alla sede della Regione dove era in corso un incontro tra tutti i soggetti interessati dal progetto
09 June, 2010
Un presidio davanti alla sede della Regione Lombardia per dire no all'ipotesi di localizzare un termovalorizzatore nel Parco Sud di Milano.
Al sit-in hanno partecipato comitati di cittadini, amministratori dei comuni dell'area sud di Milano ed esponenti di Legambiente.
I manifestanti hanno scelto la sede della Regione in via Pola dove era in corso la prima riunione della conferenza dei servizi sul termovalorizzatore, un incontro tra tutti soggetti interessati dal progetto, dall'Amsa ai sindaci dei comuni su cui andrebbe a insistere l'impianto per lo smaltimento dei rifiuti.
Il fronte del no contro l'ipotesi di un termovalorizzatore nel Parco Sud è bipartisan, composto da sindaci di centrodestra e centrosinistra: ci sono i primi cittadini di Opera, Ettore Fusco (Lega), e di Rozzano, Massimo D'Avolio (Pd).
Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia, presente anche lui al presidio, chiude a qualsiasi ipotesi di localizzazione di impianti in provincia di Milano: «puntare sull'aumento del potenziale di incenerimento in provincia di Milano - ha spiegato - ha senso solo se si decide di affossare la raccolta differenziata».
Intanto, proprio Legambiente Lombardia in una nota diramata alla vigilia della protesta ha evidenziato: “si fa un gran parlare di emergenza prossima ventura e di impianti che non riusciranno a smaltire i troppi rifiuti dei milanesi, ma allora perchè si costruisce un impianto che, per metà della sua capacità, è destinato ad accogliere rifiuti speciali raccattati dal mercato europeo?” Infatti, il nuovo inceneritore promosso da A2A prevede di gestire 400.000 tonnellate annue di rifiuti e residui. Di queste, però, solo 202.300 t. sono solidi urbani, e come tale soggetti alla pianificazione provinciale. Per il resto, fatta salva una piccola quota di rifiuti ospedalieri (10.000 ton/anno) si tratterebbe di rifiuti speciali, e per l'esattezza di 65.900 tonnellate annue di fanghi disidratati provenienti da impianti di depurazione e di 121800 tonnellate di scarti industriali.
Proteste per l'inceneritore- da La Repubblica del 09.06.2010
Il comunicato di Legambiente con i dati sulla produzione di rifiuti