La gestione rifiuti del Lazio davanti alla commissione parlamentare
Non è rassicurante, il quadro che emerge dalle prime audizioni della commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel Lazio. Molte le falle nel sistema, e numerose gli illeciti accertati e presunti. Presto sarà ascoltata anche la presidente Polverini
18 June, 2010
Società che smaltiscono rifiuti in maniera irregolare, che ne alterano i codici di riconoscimento durante i trasporti «per consentirne l’occultamento e la distruzione». Carenza di impianti di smaltimento e rischio di traffici illeciti. Il «disastro ambientale» nella Valle del Sacco e i problemi legati all’amianto a Pomezia. È a tinte fosche la gestione dei rifiuti nel Lazio fotografata dalla commissione parlamentare d’inchiesta, che ha tenuto in audizione procuratori, amministratori e addetti ai lavori del territorio. E che il prossimo mercoledì, per completare il quadro, ascolterà la governatrice Renata Polverini. Ma intanto, proprio al termine di questa nuova audizione è esplosa la polemica tra il presidente del consorzio Co.la.ri Manlio Cerroni e il sindaco di Riano dopo che il primo ha annunciato il progetto di trasformare le ex cave del paese a nord di Roma in discariche e il second oha tuonato: mai sul nostro territorio. «I procedimenti penali che noi seguiamo parlano da soli – spiega il procuratore della Repubblica di Velletri Silverio Piro – soprattutto quando si fa riferimento al disastro ambientale della Valle del Sacco, dove si sono trovati degli indici di inquinamento veramente elevati e si sono verificate tutta una serie di responsabilità di amministratori e società».
Sullo sfondo le accuse, più o meno velate, mosse dagli amministratori locali alla Regione. «Non ha mai concesso alle Province di poter determinare, come forse opportuno un ciclo di rifiuti – afferma Giulio Marini, sindaco e per anni presidente della Provincia di Viterbo – hanno sempre voluto decidere loro». «Siamo riusciti a mettere in funzione tutti i depuratori – gli fa eco il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani – ma i fanghi che essi producono non possono essere smaltiti sul nostro territorio per la mancanza di impianti. Oltre all’aggravio di costi, dietro al trasporto, ai luoghi di lavorazione dei fanghi ci possono essere rischi su traffici illeciti. Se ci lasciassero fare – prosegue -, con la pianificazione e con il rispetto delle norme, potremmo dotarci degli impianti che servono».
Infine, il nodo della discarica di Malagrotta, in deroga ormai da quasi dieci anni. «Nel giorno in cui andranno in funzione gli impianti – ha dichiarato il patron della Co. la. ri., Manlio Cerroni – non ci sarà più bisogno della mega discarica. Ci sono soluzioni alternative a Monti dell’Ortaccio ed è stato presentato un progetto per trasformare le ex cave di Riano in discariche. Ma pensi che quando Malagrotta chiuderà diventerà Buonagrotta per il servizio reso ai cittadinidi Roma e del Lazio». Quanto alla situazione dei rifiuti nel Lazio, secondo Cerroni, «è tranquilla. Il problema – sostiene – è che qui non paga nessuno. Noi per il servizio che facciamo trasmettiamo fatture che non vengono pagate da una lista infinita di Comuni».
Fonte: Adnkronos