Asini "tosaerba" e un orto urbano all'ospedale di Asti
Il terzo articolo di GiornaLab Ambiente scritto per Eco dalle Città dagli studenti del Liceo scientifico “F. Vercelli” di Asti. Da luglio 2009 l'ospedale di Asti ospita sette asini: oltre all'onoterapia, gli asini sono impiegati nella cura del prato adiacenti all'ospedale. L'area verde ospita anche un orto che fornisce prodotti a chilometri zero alla cucina dell'ospedale. Il video
28 June, 2010
Elena Pinetti
Diego Monti
Da luglio 2009 l'ospedale di Asti ospita sette asini: si tratta di un progetto che ha permesso a quattro ragazzi del reparto di salute mentale di occuparsi di animali grazie alla vincita di una borsa lavoro. La collaborazione di una cooperativa sociale ha aggiunto, oltre alla onoterapia, anche altre attività come, ad esempio, la coltivazione di un orto.
Gli asini, oltre ad essere utilizzati per le visite dei bambini di scuole materne ed elementari, vengono spostati nelle varie aree adiacenti all'ospedale in modo che possano brucare l'erba. Questo permette di sostituire parzialmente l'intervento di ditte esterne che si occupano di lavori di giardinaggio, senza creare disturbo ai pazienti dell'ospedale.
Franco Giuseppe, responsabile della cooperativa, illustra i vantaggi di questi insoliti ospiti: "Noi li usiamo come tosaerba, per non far rumore, per non fare polvere, per non dar noia agli ammalati".
I costi di mantenimento degli asini sono molto bassi: si tratta complessivamente di 2000-2500 € all'anno, in quanto d'estate è sufficiente fornire loro da bere, mentre nella stagione invernale è necessario procurarsi del fieno. La spesa può risultare ancora minore grazie al sostegno di alcuni volenterosi appassionati di animali che che appoggiano l'iniziativa fornendo gratuitamente parte del mangime.
L'area interessata è di circa tre ettari. Questa viene utilizzata in parte come pascolo in parte come orto: ciò permette di ottenere prodotti veramente a "chilometro zero" che possono essere utilizzati nella cucina dell'ospedale ed anche venduti al pubblico. In futuro quello delle verdure potrebbe non essere il solo raccolto: i responsabili della cooperativa stanno valutando la possibilità di adibire parte del terreno a frutteto.