Aria malsana d'estate: il primato a 5 capoluoghi piemontesi
Con la campagna “Ozono ti tengo d’occhio” Legambiente monitora l'inquinamento atmosferico estivo. Novara la peggiore città d'Italia con 59 giorni di ozono oltre i limiti. Valori limite superati anche da Alessandria, Vercelli, Asti e Cuneo. Vanda Bonardo: "Le ondate di calore sono diventate la costante di ogni estate. Chi governa, oltre ad informare sulle precauzioni da prendere, deve adottare serie politiche di contrasto"
14 July, 2010
Il caldo torrido ha reso anche quest’anno l’aria irrespirabile soprattutto in città dove puntuale è tornato l’allarme ozono. Ben 8 delle 39 città italiane monitorate da Legambiente che hanno superato almeno una volta la cosiddetta “soglia di informazione” sono concentrate tra Piemonte e Valle d’Aosta. In particolare ad Alessandria, Verbania, Asti, Biella e Novara, si sono ripetuti per più giorni i superamenti del valore di concentrazione media di 180 µg/m³ misurato per tre ore consecutive, oltre il quale scatta l’obbligo per le amministrazioni locali di avvisare la popolazione sui possibili rischi per la salute.
Ai capoluoghi piemontesi spettano le prime posizioni su scala nazionale anche per quanto riguarda il superamento del limite annuale di 25 giorni di superamento giornaliero di ozono, stabilito per la protezione della salute umana dalla nuova normativa. Il primato dell’aria malsana tocca ancora una volta a Novara con 59 giorni di ozono off-limits, seguita da Genova (42), Alessandria (41), Vercelli (40), Matera (36), Asti, Udine (34), Parma (28), Cuneo (26), La Spezia (25). La classifica, stilata a partire dal 1 gennaio 2010, si basa sul numero di superamenti del valore obiettivo per la protezione della salute umana di 120 µg/m³, calcolato su una media di otto ore, da non superare per più di 25 giorni l’anno, secondo il valore obiettivo che la normativa europea fissa per il 2010.
L’ozono è un inquinante secondario prodotto dalle emissioni dei veicoli a motore, dai processi di combustione e dai solventi chimici, in presenza di un forte irraggiamento solare, che può danneggiare la salute degli esseri umani con gravi conseguenze sull’apparato respiratorio e polmonare. Chi è affetto da malattie cardiovascolari o polmonari può essere molto sensibile all'esposizione all'ozono e manifestare sintomi prima degli altri. L'esercizio fisico inoltre, può aggravare i sintomi in quanto l'aumento del ritmo e della profondità della respirazione determina una maggiore inalazione di ozono. I bambini sono il gruppo a maggior rischio perché trascorrono gran parte del periodo estivo all'aperto e sono spesso impegnati in attività fisiche intense. Inoltre, a causa della maggior frequenza di atti respiratori, inalano quantità maggiori di ozono. Proprio per questo le amministrazioni locali sono obbligate ad avvisare la popolazione quando il livello di concentrazione supera anche solo i limiti della cosiddetta “soglia di informazione” un fenomeno che avviene per lo più in estate quando le temperature innescano una serie di reazioni chimiche responsabili della formazione del gas.
“Lo smog non va in vacanza: –dichiara Vanda Bonardo, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta- quando non c'è vento, il sole splende e la temperatura è elevata, i livelli di ozono tendono ad aumentare esponenzialmente. La relazione immediata tra ondate di calore e innalzamento dei livelli di ozono non deve essere trascurata dalle amministrazioni locali che, oltre ad informare la cittadinanza sulle precauzioni da prendere, devono adottare serie politiche di contrasto. Infatti, in un contesto in cui le ondate di calore sono diventate la costante di ogni estate, chi governa deve adottare azioni efficaci sulla mobilità urbana che promuovano modalità di trasporto sostenibili e scoraggino l’uso del mezzo privato in favore di quello pubblico ma devono anche, di fronte a situazioni emergenziali, limitare in modo più risoluto il ricorso all’auto privata”.