Piano rifiuti: rinviata in aula la discussione
Il Consiglio provinciale rinvia la discussione sul Piano provinciale dei rifiuti dopo la relazione dell’Assessore provinciale. Obiettivi: più raccolta differenziata, più controlli, riduzione emissioni, quota di solidarietà, autosufficienza nello smaltimento, riqualificazione e potenziamento degli impianti esistenti
24 October, 2008
Tutto rinviato sul Piano dei Rifiuti con il Consiglio provinciale di Palazzo Isimbardi intrappolato su questioni procedurali.
Nella seduta in aula c’era all’ordine del giorno la discussione sul Piano Provinciale dei Rifiuti. Ma, non si è riusciti ad andare oltre l’illustrazione dell’Assessore provinciale all’ambiente Bruna Brembilla, e l’approfondimento tecnico del dirigente del settore.
Nella sua relazione introduttiva, l’Assessore provinciale ha ricostruito il lungo percorso del Piano Rifiuti. Che iniziò nel luglio 2007 quando il Consiglio provinciale lo approvò per inviarlo alla Regione la quale, come indicato nella legge regionale, è tenuta a fare le opportune osservazioni. Ma più che suggerimenti quelle regionali, per legge, sono vere e proprie prescrizioni che devono essere inserite nel Piano provinciale.
Le prescrizioni regionali sono arrivate nell’aprile 2008 quando il Piano è stato rispedito dal Pirellone alla Giunta provinciale. A luglio l’esecutivo di Penati ha approvato il Piano a maggioranza con l’astensione dell’assessore “verde” e il voto contrario dei tre assessori di Rifondazione comunista.
Di conseguenza è approdato nuovamente in Consiglio, dove si è assistito alla querelle tra il Presidente della Provincia e i consiglieri di Rifondazione, un braccio di ferro che dura ormai da molto tempo e che ha portato dopo la seduta il Presidente Penati a revocare le deleghe ai tre assessori di Rifondazione comunista.
L’Assessore provinciale ha comunque illustrato il “nuovo Piano Rifuti” alla luce delle prescrizioni inserite dalla Regione Lombardia.
La Regione ha condiviso il principio che per comodità e sintesi è stato definito delle “tre R” (Riciclo, riduzione, recupero).
Gli obiettivi del Piano sono riassumibili nei seguenti punti:
- incremento raccolta differenziata che deve raggiungere il 52% entro il 2011. Si consideri che il valore indicato dall’Unione Europea è del 50% ma la Provincia cerca di andare oltre e la Regione ha appoggiato in pieno questo obiettivo. Milano come comune capoluogo dovrà dotarsi di una ulteriore riorganizzazione così da raggiungere una percentuale del 40-41%
- inasprimento dei controlli su dove finiscono i prodotti differenziati
- riduzione delle emissioni di Kyoto
- quota di solidarietà
Sull’impiantistica si è ribadito il principio dell’autosufficienza dello smaltimento nei propri impianti per evitare che i rifiuti siano mandati in giro per l’Italia o l’Europa. Anche questo punto è stato accettato dalla Regione Lombardia.
L’idea di fondo è comunque che si debba ricorrere sempre meno allo smaltimento negli impianti come dimostra il principio di rafforzamento della raccolta differenziata. Così, la Provincia persegue due obiettivi: potenziare gli impianti esistenti nella provincia milanese e sostituire quelli vecchi con tecnologia avanzate. Solamente nel caso in cui ciò non fosse sufficiente allora di dovrebbe pensare a nuovi impianti. L’Assessore Brembilla ha comunque ribadito in aula che alla luce dei dati attuali non si presenta un surplus di rifiuti tale da giustificare la creazione di nuovi termovalorizzatori.
Come aveva anticipato già il Presidente Penati, l’Assessore ha ribadito in aula l’infondatezza delle voci che individuavano nei comuni del sud milanese di Opera, Rozzano e Pieve Emanuele la localizzazione di un nuovo termovalorizzatore.
La chiara presentazione dell’Assessore è però stata offuscata da scontri politici su questioni di procedura che hanno costretto il Consiglio a far rimandare la discussione vera e propria sul Piano Rifiuti. L’obbligo dell’approvazione scade il 30 ottobre.
Piano Provinciale dei rifiuti