I gabbiani cacciati da Athos
A Caselle atterrano 800 gabbiani. Partenze ritardate, voli dirottati. Gli uccelli in pista sono un pericolo per i motori degli aeromobili. L'avvoltoio Athos ha liberato dai pennuti l'aeroporto di Caselle - da La Stampa del 23.07.2010
23 July, 2010
Angelo Conti
Un giovane avvoltoio grifone, si chiama Athos ed ha appena un anno e mezzo, ha risolto ieri una difficile situazione a Caselle dove, verso le 8,30, oltre 800 gabbiani si erano posati sulla pista, bloccando atterraggi e decolli. Alcuni aerei erano in attesa in volo, un Cr9 Alitalia aveva preferito scendere a Malpensa. Dalla falconeria di Caselle sono stati lanciati in volo alcuni rapaci, fra cui Athos, che hanno prima spaventato e poi messo in fuga lo stormo di gabbiani, arrivato probabilmente dalla discarica di Basse di Stura. In mezz’ora il traffico è tornato regolare.
Non c’è pace per Caselle. Dopo i tre giorni di chiusura lo scorso week-end per l’asfaltatura della pista, dopo la ritardata riapertura di mercoledì mattina per il procrastinarsi dei lavori notturni, dopo la cancellazione della rotazione Bari-Torino-Bari di Ryanair la sera di mercoledì (340 passeggeri a terra) ancora per i lavori, ecco che ieri mattina si sono presentati in pista 800 gabbiani, per giunta alle 8,30 e cioè in uno dei momenti di massima intensità di traffico.
Con tanti uccelli intorno all’aerostazione non si vola perchè il rischio di birdstrike, cioè di ingestione dei pennuti nei motori con successivo loro blocco, è gravissimo, come dimostra anche la vicenda dell’ammaraggio nell’Hudson dell’Airbus 320 della UsAir subito dopo il decollo da un aeroporto di New York. Così Caselle ha subito messo in azione i sistemi difensivi e, dalla falconeria che è ospitata all’interno del perimetro pista, proprio di fronte all’Alenia lato Malanghero, sono stato lanciati alcuni rapaci nell’intento di spaventare i gabbiani. Questo lancio ha subito sortito l’effetto di allontanare il grande stormo, consentendo la partenza di due aeromobili che erano fermi sulla testata della pista 36, ma subito dopo gli 800 gabbiani si sono ripresentati. A questo punto è stato lanciato anche Athos, il giovane avvoltoio africano che sta terminando l’addestramento proprio in questi giorni nella mani di Giovanni Paone, considerato fra i massimi esperti di falconeria aeroportuale. Gli otto metri di apertura alare di Athos hanno, a questo punto, convinto i volatili indesiderati ad abbandonare precipitosamente l’area aeroportuale. Sono stati necessari alcuni altri minuti per compiere un’accurata ispezione, poi anche dalla torre di controllo è venuto l’ok: il traffico poteva riprendere.
I danni sono stati limitati ad alcuni pesanti ritardi e ad un mezzo dirottamento. Il Cr9 di Alitalia in arrivo da Napoli, trovata la pista chiusa, ha preferito puntare a Malpensa dove è atterrato per fare carburante. E’ poi rientrato a Caselle con un paio d’ore di ritardo. Altri quattro-cinque aeromobili, che avevano scorte di kerosene più ampie, sono invece rimasti in volo, in attesa degli eventi, atterrando poi regolarmente dopo una mezzoretta. Particolare la disavventura del 737 Blu Express atterrato in quei minuti da Roma: il comandante si è trovato accerchiato dai gabbiani e, d’accordo con la torre, ha preferito attendere sulla testata nord della pista che i rapaci facessero il loro lavoro.
«L’invasione dei gabbiani - spiegano in Sagat - non è evento eccezionale. Si può verificare, soprattutto nei giorni più caldi dell’estate o in quelli più freddi, ma limpidi, dell’inverno. Questa volta l’eccezionalità dell’evento sta nel numero degli uccelli, davvero rilevante. I rapaci della falconeria hanno mostrato la loro efficacia, liberando in una prima fase lo scalo per consentire i decolli degli aerei in attesa, e poi allontanando definitivamente il pericolo».