Lo strano caso del divieto di pedalare lungo il Po
Un regio decreto del 1904 rende illegale pedalare lungo gli argini del Po. La Provincia di Lodi ha però trovato un modo per permettere il transito delle biciclette lungo le sponde del grande fiume
08 August, 2010
Il Regio decreto n° 523 del 1904 vieta l’uso delle sommità arginali del fiume Po, impedendo di fatto il passaggio anche delle biciclette. La validità del vecchio Decreto è stata confermata da una direttiva del Consiglio dei Ministri del 2004.
Un divieto comunque fatto poco rispettare come dimostrano le migliaia di appassionati delle due ruote che la domenica mattina solcano a pedalate i tragitti lungo il Fiume. Dalla scorsa primavera, però, hanno iniziato ad arrivare le prime multe. Il ritorno al rispetto del divieto sembra sia stato dovuto alla richiesta danni da parte di un ciclista che, caduto nella zona del pavese, fece ricorso all’Aipo (l’Agenzia interregionale per il Fume Po). Una situazione che portò l’Agenzia a decidere di far rispettare il Regio Decreto e prevedere le multe.
La scelta, però, ha significato proteste e reazioni da parte dei ciclisti che, quasi di colpo e ignari dell’esistenza del Regio Decreto, si sono visti privati delle pedalate di primavera. A trovare una soluzione ci ha pensato la Provincia di Lodi, proponendo una formula che potrebbe essere da modello anche per altre amministrazioni provinciali. Grazie a una convenzione firmata con Regione Lombardia e Aipo, la Provincia lodigiana si impegna a coprire le spese assicurative per i ciclisti lungo un percorso di 70 km lungo gli argini del Po, ma anche di alcuni tratti del Lambro e dell’Adda, a installare una segnaletica e a riqualificare l’area a fini di sviluppi turistici della zona.
Il comunicato stampa della Regione Lombardia