New York, al via un progetto per ridurre l'impatto ambientale dell'Empire State Building
Come gli altri grattacieli della Grande Mela, l'edificio simbolo di Manhattan è una vera e propria “bomba ambientale”. Per ridurne l'impatto, il proprietario ha lanciato una grande operazione di restyling, che prevede interventi di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni. Ma a convincerlo, per sua stessa ammissione, è stata la prospettiva di risparmiare 4,4 milioni di dollari all'anno
25 August, 2010
Un risparmio energetico del 38%, con una riduzione delle emissioni quantificabile in 105mila tonnellate di CO2 in quindici anni e una diminuzione dei costi di gestione di circa 4,4 milioni di dollari all'anno. Sono le cifre del progetto di restyling avviato dal proprietario dell'Empire State Building, che ha deciso di investire 500 milioni di dollari in cinque anni per ridurre l'impatto ambientale del più celebre grattacielo di New York. Costruito nel 1931, l'Empire è alto 381 metri per 102 piani (serviti da 73 ascensori), ed è “abitato” ogni giorno da 13mila persone, tra lavoratori e turisti. Rappresenta uno dei simboli della Grande Mela, ma come gli altri grattacieli della capitale, è particolarmente inquinante (si calcola che il 78% delle emissioni di gas serra della città di New York dipenda proprio dai suoi celebri edifici verticali).
Per cercare di porre rimedio a questa catastrofe ambientale (e anche economica) il proprietario dell'Empire State Building, Antony Malkin, ha deciso dunque di rivestire le oltre 6.150 finestre della torre con una speciale pellicola isolante. Anche le pareti del grattacielo saranno coibentate, le lampadine saranno sostituite con dispositivi a risparmio energetico e sarà installato un innovativo sistema di aerazione a basso consumo. Previsto anche il monitoraggio in tempo reale, attraverso un particolare sistema elettronico, dei consumi energetici.
Il progetto ha già ottenuto il patrocinio del sindaco Bloomberg e dello stesso Barack Obama, oltre ad essere sponsorizzato dalla Clinton Climate Initiative di Bill Clinton. La speranza è che la ristrutturazione dell'Empire State Building dia in qualche modo ispirazione ai proprietari di altri grattacieli in tutto il mondo, se non altro per la prospettiva di risparmiare qualche soldino. A spingere Antony Malkin ad avviare la ristrutturazione “verde” sono state, per sua stessa ammissione, motivazioni economiche più che ecologiche: «Non lo facciamo perché è giusto farlo, ma perché ha senso dal punto di vista economico: se non riduciamo i consumi energetici, perderemo soldi e saremo meno competitivi nei confronti di Cina, India, Brasile e altre economie emergenti». Viva la sincerità.
Info: www.esbsustainability.com