Trasporto pubblico: la Regione Campania punta sulla mobilità insostenibile
La mobilità resa insostenibile per costi e frequenza di corse: è questa la novità che la giunta Caldoro ha riservato ai cittadini campani per l’autunno. Perché la Regione sta lavorando per smantellare il trasporto pubblico, in una città in cui la mobilità è già ai limiti del sostenibile, attraverso tagli ai contributi. L’autunno caldo del trasporto pubblico campano sembra essere già iniziato
03 September, 2010
Tutti quei cittadini napoletani e campani che sognavano un trasporto pubblico locale efficiente, più puntuale e frequente, e un aumento delle corse notturne, insomma una mobilità più "europea", dovranno attendere tempi migliori. Si perché la Regione Campania sta portando avanti politiche di disincentivazione della mobilità sostenibile, in netta controtendenza con le politiche europee per la sostenibilità.
Oltre 40 milioni di euro in meno all’anno di contributi. A tanto ammonterebbe la sforbiciata decisa dalla giunta regionale e sostenuta con fermezza dall’assessore regionale ai Trasporti, Sergio Vetrella, che ha parlato di “misure necessarie a causa dello sforamento del patto di stabilità”. Questi tagli si tradurranno in corse dei bus meno frequenti, aumento del costo del biglietto (nel mese di luglio si era parlato addirittura di un rincaro che potrebbe raggiungere l’80%) e, infine, nella mancata concessione delle tariffe agevolate per studenti.
Protesta il presidente dell’Anm Antonio Simeone: “a settembre ci sarà la rivoluzione. meno corse oppure biglietti più cari. Oggi il servizio cittadino viene garantito dalle ore 5 alle ore 24, diviso in tre turni di lavoro per 1700 autisti e 550 bus. Credo che i collegamenti notturni partiranno già subito dopo le ore 21”.
Sarà decisiva la riunione del 15 settembre, quando i rappresentanti delle aziende del Consorzio Unico Campania si incontreranno per discutere le decisioni della Regione Campania.
Il taglio ai contributi della Regione Campania, oltre che sul Consorzio Unico, si è abbattuto anche sui treni: 32 treni regionali in meno a partire dalle prossime settimane come conseguenza del taglio di 4 milioni di euro deciso dall’assessore ai Trasporti.
Il tutto sembra essere in linea con l’obiettivo, dichiarato dallo stesso assessore Vetrella alle telecamere di Raidue qualche mese fa, di voler “scoraggiare il trasporto pubblico”. Insomma si preannunciano tempi duri per pendolari e per i cittadini che si muovono a piedi. Nonostante, come risulta anche da un sondaggio effettuato dal Corriere del Mezzogiorno, tra le priorità dei cittadini vi sia una migliore mobilità e un trasporto pubblico urbano efficiente.
I rischi di queste politiche di mobilità insostenibile sono vari: rendere il trasporto pubblico un lusso costringendo i cittadini a prediligere il trasporto privato avrebbe effetti devastanti su una viabilità (e sulla qualità dell’aria) già da bollino rosso.