Regione Lazio, sì al raddoppio del Grande raccordo anulare
Si torna a parlare della costruzione di un nuovo anello autostradale intorno a Roma. Il progetto ha incassato il via libera della Regione, mentre Alemanno, oltre a dirsi favorevole, dichiara che sono già pronti i fondi – privati – per realizzarlo. Contraria Legambiente Lazio, che chiede invece nuove ferrovie: «Il secondo Gra attirerebbe ancora più automobili, peggiorando soltanto la situazione»
06 October, 2010
La Regione Lazio è favorevole alla realizzazione di un secondo anello del Gra (Grande raccordo anulare), l'anello autostradale che si snoda intorno a Roma. Lo comunica, in una nota, l'assessore alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici, Luca Malcotti. «Siamo pronti – si legge nel comunicato – a confrontarci con l’Anas e con il ministero delle Infrastrutture per dare via a un progetto di grande importanza, non solo per la capitale, ma per l’intera Regione. Accogliamo, di conseguenza, la proposta lanciata dal presidente della Uir - Unione degli industriali di Roma, Aurelio Regina, per la realizzazione di un secondo Gra, rimasto per troppo tempo solo un’ipotesi».
Quella di raddoppiare il Gra è un'idea su cui si dibatte da tempo, e che aveva scaldato gli animi già nell'ultima corsa al Campidoglio, quando Alemanno aveva prima caldeggiato l'ipotesi, per poi abbassare il tiro. Ora il sindaco si dichiara favorevole al raddoppio, spiegando che «c’è la possibilità di costruire una serie di collegamenti che andrebbero a formare un secondo raccordo anulare di carattere autostradale». I fondi per la realizzazione della nuova infrastruttura sarebbero già pronti, e deriverebbero da un project financing: «sarebbe un investimento totalmente privato - ha aggiunto Alemanno - così come previsto nel modello finanziario costruito dalla Uir». Il secondo anello, di carattere prettamente autostradale, dovrebbe prevedere il pagamento di un pedaggio da parte degli automobilisti, mentre quello attualmente esistente, secondo il primo cittadino, dovrebbe restare gratuito: «Il Gra che conosciamo oggi è una strada interna a Roma che non può essere sottoposta a pedaggio».
Le reazioni alla notizia del possibile raddoppio del raccordo non si sono fatte attendere. Prime fra tutte, quelle di Legambiente Lazio, da sempre contraria all'intervento: «È importante la disponibilità degli industriali ad investire su opere pubbliche – dichiara in una nota il presidente dell'associazione, Lorenzo Parlati – ma Comune, Provincia e Regione devono indirizzare quel fiume di denaro sul ferro e sul trasporto pubblico regionale, piuttosto che su un inutile quanto devastante secondo Gra». Secondo gli ambientalisti, il raddoppio dell'anello autostradale non solo non migliorerebbe la viabilità romana, ma finirebbe addirittura col peggiorare la situazione: «Un secondo Gra – continua Parlati – significherebbe non solo congestionare definitivamente la Capitale e l’hinterland, giacché è noto che una nuova, grande, infrastruttura per la mobilità attrae ulteriore traffico, ma soprattutto abbandonare la strategia del ferro per puntare ancora sulle auto». La soluzione, secondo Legambiente, sta invece in una “cura del ferro”, con la realizzazione di nuove metropolitane e ferrovie: «Ai cittadini e alle imprese non serve un secondo Gra – conclude il presidente – alle centinaia di migliaia di pendolari che entrano ed escono ogni giorno da Roma servono più binari, più treni, più mezzi pubblici. È questa la nuova grande opera del secolo per la Capitale e per il nostro Paese, è questo l'obiettivo da inseguire e sul quale aprire una discussione seria con gli industriali».