Ecobarometro: sette italiani su dieci preoccupati per l'ambiente (ma l'anno scorso erano di più)
La scoperta di Eco dalle Città analizzando il sondaggio dell'Ecobarometro: si vede che è stato presentato troppo ottimisticamente. Secondo l'osservatorio Lorien Consulting – La Nuova Ecologia, sette italiani su dieci preoccupati per l'ambiente ma rispetto al 2009 cala la percentuale. A livello nazionale, tra le questioni ambientali, prioritari i rifiuti e la promozione delle energie rinnovabili; a livello locale l’attenzione si sposta su mobilità e trasporti. On line il rapporto completo dell'indagine
07 October, 2010
Parla chiaro l’Ecobarometro, osservatorio permanente sulle tematiche ambientali: tra le preoccupazioni degli italiani subito dopo il lavoro (indicato da 9 italiani su 10 del campione intervistato) viene l’ambiente (7 italiani su 10). È quanto emerge da una ricerca, realizzata da Lorien Consulting e dal mensile La Nuova Ecologia, presentata il 7 ottobre 2010 a Firenze al Forum QualEnergia. L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, è promossa da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club.
Cala però la percentuale degli italiani preoccupati per l'ambiente rispetto al 2009. Analizzando le percentuali delle risposte (contenute nel report in allegato) alla domanda “Tra i seguenti problemi che interessano attualmente la nostra società, quali sono quelli che la preoccupano maggiormente?” si nota una diminuzione delle preoccupazioni legate alle tematiche ambientali (Inquinamento/ambiente, Spreco di risorse, Approvvigionamento energetico, Cambiamenti climatici/sostenibilità ambientale). Le persone preoccupate per Inquinamento/ambiente sono il 45% nel 2010 (erano il 58,9% nel 2009). Lo spreco di risorse preoccupa il 27,2% (35,6% nel 2009). L'approvvigionamento energetico passa dal 24,9% del 2009 al 9,4% di quest'anno. I cambiamenti climatici e la sostenibilità ambientale precoccupano il 6,7% del campione (32,9% nel 2009).
Sulle questioni ambientali è molto severo il giudizio degli italiani sull’operato della classe politica: oltre il 75% degli intervistati sostiene che il governo italiano potrebbe fare molto di più; meno severo il giudizio sulle amministrazioni locali, giudicate negativamente dal 61,5%.
Se a preoccupare maggiormente è il lavoro, non sono da meno le tematiche ambientali, che si piazzano al secondo posto in una classifica per nulla incoraggiante: per 7 italiani su 10 l’inquinamento e lo spreco di risorse sono questioni da affrontare con urgenza. A livello nazionale le questioni prioritarie sono i rifiuti e la promozione delle energie rinnovabili, considerate urgenti da più della metà del campione intervistato (58,6%); a livello locale l’attenzione si sposta su mobilità e trasporti, considerati i problemi più urgenti da quasi la metà degli italiani (46,5%).
Tra le fonti rinnovabili più conosciute restano al primo posto il solare e fotovoltaico, (65%), seguono l’eolico, l’idroelettrico e il gas. Bassa la conoscenza spontanea del nucleare (citato da 2 italiani su 10), come basso è il gradimento di una politica di investimento del nucleare in Italia (il 58% è contrario), specie se la centrale fosse costruita nella regione di residenza (sale al 66% la percentuale dei contrari). Alta la percentuale di chi utilizza utilizzano lampadine a risparmio energetico (il 98%), pannelli solari termici (47,5%) e fotovoltaici (47,3%).
“I dati emersi sottolineano come gli italiani abbiano raggiunto una certa maturità in termini di risposta ad una crisi che attraversa trasversalmente molti settori dell’economia, spiega l’amministratore delegato di Lorien Consulting Antonio Valente. Gli italiani vedono nell’economia sostenibile l’ancora di salvezza dopo la crisi, e ciò può creare le basi per un vero salto di qualità, in questa direzione. Il fatto che oltre la metà degli italiani consideri le problematiche ambientali ai primissimi posti può essere il segnale di svolta, perché questa consapevolezza può consentire alla green economy di crescere indipendentemente dalle distinzioni politiche, di classe o di generazioni. Gli italiani hanno capito che si può uscire dalla crisi se si imposta una nuova governace del sistema in cui tutti sono responsabili e partecipano attivamente ad un cambio di passo, che non può essere più rimandato”.
A riguardo basta pensare che, pur essendo solamente il 42% degli intervistati a conoscere la green economy, il 60% ritiene il piano realizzabile in Italia. Per risolvere la crisi si ritiene comunque fondamentale ridurre la pressione fiscale per i lavoratori dipendenti, investire sulla formazione giovanile e sulle aziende impegnate nel settore delle fonti rinnovabili, considerate le aziende del futuro. A confermarlo sono le risposte fornite all’ultima domanda, con la quale si chiedeva provocatoriamente agli intervistati, cosa avrebbero fatto se avessero avuto 1 milione di euro: il 77% li investirebbe nell’azienda eco-sostenibile.