Una sintesi del forum sul futuro dell'educazione ambientale in Piemonte
Sabato 16 ottobre 2010 si è svolto il forum regionale sul futuro dell'Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile in Piemonte. Gli operatori del sistema InFEA (Informazione, Formazione, Educazione Ambientale) chiedono all'amministrazione regionale il ripristino dei fondi regionali e la ripresa del processo InFEA. Dal Forum viene fuori la necessità di costruire dal basso una rete per l'educazione ambientale
17 October, 2010
Si è svolto sabato 16 ottobre 2010, presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, il forum regionale sul futuro dell'Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile in Piemonte, promosso dal Comitato per l'Educazione Sostenibile.
Il Comitato per l'Educazione Sostenibile è nato dopo l'azzeramento dei fondi regionali InFEA (900 mila euro per l'anno 2010) previsto dal Piano di assestamento al bilancio 2010 approvato dal Consiglio regionale del Piemonte il 30 luglio 2010.
Uno degli obiettivi operativi del Comitato per l'Educazione Sostenibile è quello di puntare al recupero della progettualità InFEA (Informazione, Formazione, Educazione Ambientale) ed al ripristino dei finanziamenti regionali: “Ben conoscendo le condizioni di ristrettezza generale – si legge nel documento fondativo del Comitato - ci sembra sia doveroso rivedere la decisione che ha portato al completo azzeramento dei fondi annientando il lavoro di centinaia di persone”. Un lavoro che in questo momento rimane in sospeso: le già presentate progettazioni provinciali per il biennio 2010/2011 sono ferme in attesa dell'approvazione della partecipazione regionale.
Il forum del 16 ottobre è stato un momento di riunione, riflessione e confronto sul futuro dell'Educazione Ambientale ed allo Sviluppo Sostenibile in Piemonte. Al forum hanno preso parte più di un centinaio di rappresentanti di associazioni, cooperative, scuole che fanno parte della sistema InFEA piemontese: una presenza importante che solo in parte riflette il numero di quanti hanno manifestato interesse per l’iniziativa.
A dare inizio agli interventi è stato Carlo Bonzanino, portavoce del Comitato, che ha tracciato il quadro del sistema piemontese InFEA: “Singole individualità, organizzazioni più diverse, amministrazioni ed enti locali, associazioni, decine di cooperative, istituti di cultura, tante e tante scuole. Si arriva centinaia di contributi e partecipazioni utili e necessarie a mantenere vivo ed efficace un tessuto di relazioni educative orientate alla qualità dell’ambiente, alla sostenibilità”.
Al Forum erano stati invitati anche i rappresentanti dell'amministrazione regionale che però non si sono presentati. “In questi mesi non siamo riusciti a capire qual è l'orientamento della Regione nei confronti dell'educazione ambientale” ha dichiarato il portavoce del Comitato. Carlo Bonzanino ha però sottolineato il carattere di apertura e di dialogo nei confronti dell'amministrazione regionale: “Avremmo potuto manifestare la richiesta di continuità di questa “politica” con metodi o forzature che consideriamo però non adeguate e consone all’argomento; preferiamo avvalerci invece degli strumenti propri dell’educazione: quelli del dialogo, del ragionamento, del confronto costruttivo e motivato, della ricerca di condivisione”.
La richiesta di confronto con l'amministrazione regione non è dettata da una mera rivendicazione economica: “Nel corso degli anni – ha dichiarato Bonzanino - viste le esigenze e le richieste di azione informativa/formativa/educativa ambientale, l'azione della Regione Piemonte e delle amministrazioni locali non si è più limitata al mero, ripetitivo, distratto e confuso meccanismo di contribuzione. Si è tradotta in convinto, partecipe e attento sostegno ad un processo sviluppato da molti attori. Non solo fondi per continuare il nostro lavoro ma anche la richiesta di riprendere questo processo”.
Al Forum è intervenuto anche Aurelio Angelini, co-presidente UNESCO DESS (Decennio Educazione Sviluppo Sostenibile) che ha sottolineato il valore, anche “economico” dell'educazione ambientale: “Dobbiamo valutare l'educazione ambientale come valore economico: se intendiamo qualcosa che sta al di fuori dell'attività educativa e della ricerca scientifica, l'educazione ambientale viene vissuta come una spesa in più. L'educazione ambientale deve entrare a far parte di questi settori per essere capace di stimolare la realizzazione di buone pratiche. L'educazione ambientale, per esempio, può ridurre gli sprechi della tecnologia dalla sua produzione al suo utilizzo promuovendo il risparmio energetico come pratica quotidiana: in questo caso l'educazione ambientale non è una spesa in più ma ciò che ci permette di ridurre i costi e gli sprechi. Questo approccio possiamo applicarlo anche alla gestione dei rifiuti urbani: se i cittadini non interagiscono con le amministrazioni e le aziende di raccolta rifiuti, si creano quelle situazioni critiche come avviene in alcune realtà italiane”. Angelini formula una proposta per il Comitato: “Costruire un processo per arrivare una legge sull'educazione ambientale che stimoli la cittadinanza attiva attraverso la partecipazione. In Piemonte sarebbe utile che si costruisse una rete, un'associazione di associazioni, in grado di confrontarsi con la parte politica che sembra sorda alle esigenze dell'educazione ambientale”. Angelini ha anche proposto che durante la Settimana nazionale DESS (quest'anno dedicata al tema della mobilità sostenibile) si svolgano in tutta Italia dei forum a livello provinciale e regionale per confrontarsi su obiettivi e prospettive dell'educazione ambientale.
Al contributo di Angelini si sono aggiunti numerosi interventi che hanno sottolineato la necessità di fare rete e di dare continuità all'iniziativa.
Mario Salomone, presidente dell'Istituto per l'Ambiente e l'Educazione Scholé Futuro, ha auspicato la nascita di uno spazio nazionale di concertazione per l'educazione ambientale sull'esempio francese, dove esiste un'esperienza di assisi locali e nazionali. Per Mario Salomone “se ci fossero stati questa rete e uno spazio regionale di concertazione non saremmo stati costretti a riunirci in un forum ma ci saremmo trovati faccia a faccia con l'assessore regionale all'Ambiente”. Per il presidente di Scholé, il Comitato dovrebbe darsi degli obiettivi politici riprendendo la proposta di Angelini sulla creazione di una legge regionale. Mario Salomone indica la prossima tappa del percorso iniziato dal Comitato per l'Educazione Sostenibile: “Un forum di lavoro che sia un momento di presentazione e scambio di esperienze dove ci si possa conoscere l'uno con l'altro”.
Al Forum è intervenuto anche l’ex assessore regionale all’Ambiente, Nicola De Ruggiero: ha suggerito di proporre alla Regione l’aumento della tassa per l’emungimento delle acque minerali per trovare i fondi per l’educazione ambientale (attualmente è fissata allo 0,70 €/m3, in altre Regioni, come nel Veneto è a 2 € al m3.). Piergiorgio Tenani, presidente dell'associazione il Tuo Parco, ha proposto di chiedere un’audizione presso la 5^ Commissione (Ambiente) della Regione Piemonte. Piera Bo, consigliere WWF Piemonte Valle d’Aosta ha suggerito di perorare la causa dei finanziamenti presso le fondazioni bancarie che non contemplano mai l’educazione ambientale tra i loro beneficiari. Gaetano Capizzi, direttore di Cinemambiente, ha suggerito di uscire dal forum con una lettera per denunciare il silenzio dell’amministrazione regionale, che in alcuni casi non ha nemmeno dato una risposta negativa rispetto alla partecipazione al Forum. Tra i partecipanti, era presente anche Legambiente (tra cui il CEA di Alpignano e alcuni circoli) che da anni si occupa di educazione alla sostenibilità partecipando anche alla realizzazione del percorso INFEA.
Al Forum hanno partecipato anche realtà provenienti da altre regioni. Mara Gargantini della cooperativa lombarda Alboran ha suggerito di aprire un blog. Ha segnalato, inoltre, che esistono on line già diversi blog realizzati da cittadini, ma non da associazioni, che lamentano la perdita di occupazione da parte degli “addetti” all’educazione ambientale. Da Roma è intervenuta Patrizia Garrone, dell'Ada Onlus, che ha tracciato il quadro della situazione nel Lazio per quanto riguarda l'educazione ambientale ricordando la recente chiusura dei Laboratori di educazione ambientale (Lea) della provincia di Roma che ha causato la perdita di occupazione per 21 lavoratori.