Ecosistema Urbano 2010, a Napoli vivibilità ambientale pessima
La XVII edizione del rapporto di Legambiente conferma il pessimo stato di salute dell'ambiente urbano nella città di Napoli che dall'89° posto della passata edizione scende al 96°. Decisive ai fini della classifica l'inerzia nella raccolta differenziata e l'elevata presenza di polveri sottili nell'aria. Sorprendono positivamente Salerno e Avellino
18 October, 2010
Legambiente ha stilato la classifica delle eccellenze e criticità dei 103 capoluoghi di provincia in Italia nel rapporto elaborato dall’Istituto di ricerche Ambiente Italia e la collaborazione del Sole 24 Ore. La XVII edizione di Ecosistema Urbano mette a confronto le città italiane sulla base di 125 parametri ambientali tra cui: acqua potabile, PM10, perdite rete idrica e capacità di depurazione, produzione rifiuti e raccolta differenziata, trasporto pubblico, tasso di motorizzazione, isole pedonali, piste ciclabili, verde urbano, consumi elettrici e di carburante e politiche energetiche.
Il capoluogo campano conferma il trend negativo passando dall’89° posto dell’edizione 2009 al 96°, risultando la città (dopo Palermo), tra i centri urbani con più di mezzo milione di abitanti, con la peggiore vivibilità ambientale. Magra consolazione: con l’unica eccezione di Torino tutti i centri urbani italiani con più di mezzo milione di abitanti vedono peggiorare il loro stato di salute.
A Napoli (come a Palermo) influisce negativamente sul dato finale l’elevata presenza di cumuli di rifiuti abbandonati nelle strade, dovuta all’incapacità di intraprendere un sistema di raccolta differenziata efficace. Ma a peggiorare la classifica della vivibilità nella città partenopea contribuisce anche l’elevata presenza di polveri sottili (45,7 ug/mc di media annui) nell’atmosfera.
Sorprende positivamente la presenza, tra i primi quaranta capoluoghi, di 2 città campane: Salerno, che passa dal 34° posto della passata edizione al 19°, e Avellino che dall’80° balza al 29° posto. Risultati ottenuti grazie soprattutto ad un impressionante incremento nei numeri della raccolta differenziata dei rifiuti, messo insieme a performance complessivamente buone. Segno indiscutibile che qualcosa di buono, se pur con fatica, riesce ad emergere tra anche in Campania, e più in generale nel Meridione, fatto di piccoli e medi centri urbani che provano a pianificare il futuro cercando di gestire le emergenze del presente.
Osservando la classifica delle migliori, sul podio, troviamo Belluno, Verbania e Parma. Poi Trento, Bolzano e Siena, La Spezia, Pordenone, Bologna e, a chiudere la top ten, Livorno. Balza agli occhi l’assoluto predominio del fondo della graduatoria da parte del Mezzogiorno e in particolar modo delle città siciliane. Tra gli ultimi venti comuni solo la ligure Imperia (93ª) rimane a rappresentare il settentrione. Le altre regioni rappresentate nella coda della graduatoria sono Calabria, con 4 città, Campania, Sardegna e Puglia. Le laziali Viterbo (84ª), Frosinone (94ª) e Latina (100ª) e la toscana Pistoia (85ª) compongono la rappresentanza in coda del centro del Paese. Palermo è 101ª, poi c’è la calabrese Crotone (102ª) e ultima è Catania (103ª).
Grandi centri in caduta libera dicevamo, eccetto Torino (74ª): Genova, 32ª (era 22ª nella scorsa edizione); Milano, 63ª (ma 46ª lo scorso anno); Roma, 75ª (era 62ª); Napoli, 96ª (era 89ª); Palermo, 101ª (90ª nella scorsa edizione).