Ecosistema urbano 2010: capoluoghi piemontesi in peggioramento, a eccezione di Verbania, Vercelli e Torino
L'ultima edizione di Ecosistema Urbano sancisce il peggioramento dello stato dell'ambiente nei capoluoghi piemontesi: Asti, Alessandria, Cuneo e Biella perdono posti nella classifica. Verbania, città più virtuosa lo scorso anno, cede il passo a Belluno ma resta in testa alla graduatoria. Vercelli e Torino acquistano punti, ma il capoluogo piemontese continua a registrare livelli di smog da record e una mobilità difficile
19 October, 2010
I dati che emergono da Ecosistema Urbano 2010 sono tutt'altro che positivi per i capoluoghi piemontesi e valdostani. Tutti, con le uniche eccezioni di Torino e Vercelli, vedono peggiorare il proprio stato di salute. Se certamente non preoccupa il secondo posto di Verbania, che cede quest'anno lo scettro a Belluno rimanendo saldamente nel gruppo delle città più virtuose, Asti, Alessandria, Cuneo e Biella fanno registrare performance decisamente allarmanti.
Verbania, dunque, scende di un posto in graduatoria più per meriti di Belluno che non per propri demeriti. Rimane infatti tra le prime, sempre con 21 microgrammi al metro cubo, nella media annuale delle polveri sottili registrate dalle centraline, mentre migliora in quelle dell’ozono scendendo a 26 microgrammi al metro cubo. Diminuiscono i consumi idrici, scendendo dai 156,7 litri per abitante all’anno agli attuali 139,9, così come cala ancora lievemente la percentuale di acqua dispersa dalla rete idrica che scende dal 31% dell’anno scorso al 30% di questa edizione. Scende di poco la produzione dei rifiuti ma rallenta, dopo anni di ascesa, la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato che si attesta al 72% (era al 72,8% lo scorso anno) che vale comunque un buon terzo posto assoluto (ma il capoluogo verbano era primo lo scorso anno) nella graduatoria dedicata.
Asti perde ben 16 posizioni in classifica (passando dalla 26a posizione alla 42a). La debacle è dovuta a peggioramenti significativi in settori chiave di Ecosistema Urbano. Peggiora infatti nella qualità dell’aria (crescono i valori di biossido di azoto e ozono); nei rifiuti, aumentando la produzione complessiva e non migliorando la percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata (62,1% come lo scorso anno); crescono poi i consumi di carburante e diminuisce lo spazio per le bici (da 10,80 metri equivalenti per abitante dello scorso anno a 9,13). Crescono infine le perdite della rete idrica (dal 17% dello scorso anno al 19%) e diminuiscono i passeggeri sui mezzi pubblici (da 52 passeggeri trasportati annualmente per abitante a 47).
Tira decisamente una pessima aria anche ad Alessandria, che peggiora in particolare per le concentrazioni di ozono (69 giorni di superamento, erano 50 lo scorso anno) e per la concentrazione media cittadina di Pm10 (da 38,5 mg/mc si passa a 43 mg/mc). Ma il dato più sorprendente ed allarmante interessa il settore dei rifiuti, che vede una diminuzione di 3 punti percentuali della raccolta differenziata (dal 50,6% di fine 2008 al 47,5% di fine 2009) e la crescita della produzione pro capite di rifiuti (da 550,5 kg/ab a 553 kg/ab). Crescono poi sia i consumi idrici domestici (si passa da 163,5 litri/ab al giorno a 175,6) che i consumi elettrici (da 1078 kwh/ab annui a 1134). In questo quadro grigio si trovano però due dati positivi: in un anno ad Alessandria sono diminuite le predite della rete idrica (dal 37% al 31% di acqua persa) ed è cresciuto leggermente il numero di impianti fotovoltaici installati sugli edifici comunali (da 2,24 kw ogni 1000 abitanti a 2,60).
Nella classifica di Ecosistema Urbano perdono posizioni anche Biella (dal 31° posto passa al 40°), Cuneo (dal 13° al 20°), Novara (che si piazza 56a perdendo tre posizioni), Aosta (che perde due posizioni, passando dal 15° al 17° posto in classifica).
Resistono, come dicevamo, solo Vercelli (che si piazza 44a guadagnando tre posizioni) e Torino.
Il capoluogo piemontese è 74° (era 77° lo scorso anno), perché aumenta la superficie delle isole pedonali (da 0,35 mq ad abitante a 0,52), lo spazio per le bici (da 5,54 metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti a 6,77 metri), la raccolta differenziata (che arriva al 42% dal 41,2% di fine 2008) e migliora di poco nelle medie del Pm10 passando a 48,6 microgrammi al metro cubo dai quasi 50,8 dello scorso anno. Nel 2009 i torinesi hanno inoltre consumato un po’ meno acqua (passando da 223,4 litri/ab al giorno a 221,1), meno elettricità (si passa da 1187 kwh/ab annui a 1173) e acquistato meno carburanti (da 389 kep/ab a 378). A Torino crescono invece i valori medi del biossido di azoto (che da 61,2 mg/mc passano a 63,6), il tasso di motorizzazione (da 62 a 63 auto ogni 100 abitanti) e l’Amministrazione perde punti nell’indice di “pianificazione e partecipazione ambientale” (passando da 47 a 40 su 100). Sotto la Mole i dati negativi arrivano ancora dal settore della mobilità: nonostante un piccolo aumento di passeggeri nell’ultimo anno (da 141 passeggeri trasportati annualmente per abitante a 153), Torino resta la metropoli italiana in cui vengono utilizzati meno i mezzi pubblici (i passeggeri a Roma sono 541, a Milano 445, a Napoli 191). Dato questo strettamente correlabile ad un’estensione pro capite irrisoria delle aree in cui il traffico viene limitato: appena 0,07 mq di Ztl per abitante. La soluzione al problema dell’inquinamento atmosferico può venire soltanto da un forte, deciso privilegio accordato al trasporto pubblico. Questa scelta non può attendere la realizzazione di una rete adeguata di metropolitana, per la quale servono decenni e che peraltro è spesso impraticabile per mancanza di soldi: bisogna agire subito, agire per rendere svantaggioso, sconveniente, magari anche “politicamente scorretto”, l’uso dell’auto in città.
“Il calo dei capoluoghi piemontesi e valdostani nell’annuale classifica dell’ambiente urbano –dichiara Vanda Bonardo, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta- segnala una tendenza negativa in atto: le politiche ambientali, laddove non hanno subito un netto arretramento, sono al palo. Ad Alessandria il crollo della raccolta differenziata ed il simultaneo incremento della produzione pro capite di rifiuti, ad Asti la diminuzione del numero di passeggeri dei mezzi pubblici ed il netto peggioramento della qualità dell’aria, sono indicatori eloquenti e allarmanti”. “Soltanto Torino e
Vercelli –continua Vanda Bonardo- non arretrano in classifica, ma non si può dire che in queste città le politiche siano più coraggiose e lungimiranti. Nel capoluogo sono sì da segnalare il positivo incremento delle aree pedonali e la riduzione dei rifiuti prodotti, ma l’Amministrazione sembradimenticarsi di dover contrastare una delle più gravi emergenze sanitarie d’Europa. Una buona qualità dell’aria a Torino è destinata a rimanere un miraggio se le attuali limitazioni al traffico privato continueranno ad essere così inadeguate e se l’utilizzo dei mezzi pubblici e delle biciclette non verrà promosso con politiche specifiche”.