Legambiente, Energia: la Capitanata terra di conquista
A Foggia, il presidente provinciale di Legambiente, Tonino Soldo lancia l’allarme: “L’assenza di un Piano Provinciale per l’Energia sempre annunciato, ma mai effettivamente redatto fa sì che la Capitanata continui ad essere terra di conquista di imprenditori senza scrupoli”. Violata la Convenzione di Arhus, i cittadini non concorrono al processo decisionale. A rischio la qualità dell’aria
19 October, 2010
Il presidente provinciale di Legambiente, Tonino Soldo, mette in discussione le scelte dell’amministrazione provinciale di Foggia (che ha la competenza in materia di Ambiente), sulle politiche energetiche della Capitanata, sulla quale pesa “l’assenza di un Piano Provinciale per l’Energia sempre annunciato, ma mai effettivamente redatto ed approvato, tale per cui che la Capitanata continui ad essere terra di conquista di imprenditori senza scrupoli, che hanno come solo fine quello di realizzare ingenti utili economici a scapito della salute dei cittadini”.
Dunque non sono ben chiare, per Legambiente, le basi su cui si poggiano le decisioni di costruzione degli impianti di produzione energetica e degli inceneritori con recupero di energia. Di conseguenza, è grave “la disinformazione dei cittadini della provincia che risiedono nelle zone interessate dalla costruzioni di centrali per la generazione di energia elettrica, e che molto spesso non sono al corrente di ciò che sta accadendo”.
Tonino Soldo richiama inoltre la Convenzione europea di Arhus, (Decisione 2005/370/CE del Consiglio, del 17 febbraio 2005), secondo la quale “il pubblico viene informato, fin dalla fase iniziale del processo decisionale, sui seguenti elementi: l'oggetto in merito al quale la decisione deve essere presa; la natura della decisione da adottare; l'autorità competente; la procedura prevista, ivi compresi i dettagli pratici relativi alla procedura di consultazione; la procedura di valutazione dell'impatto ambientale (se prevista). I tempi previsti per la procedura devono permettere una reale partecipazione del pubblico". Fanno sapere dall’associazione ambientalista che “L’assalto al territorio con la costruzione di centrali per la generazione di energia elettrica oggi è imponente”.
Secondo il circolo Gaia di Legambiente, i territori della Capitanata interessati dalla costruzioni di centrali sono Apricena "con l’impianto di Grigolin (cementificio) per la produzione di clinker con la fusione degli scarti di pietra e che dovrà essere alimentato con il petcoke (prodotto spugnoso o solido ottenuto dal processo di condensazione di residui petroliferi ed oleosi. È lo scarto della produzione di benzina serve per fare catrame) e da biomassa e non si sa di quale biomassa".
Nella lista dell’associazione ci sono anche "Rignano Scalo” con una centrale a biomassa, Carapelle con una centrale da 11 Mw della Caviro che dovrà essere alimentata con vinacce e sansa, il termovalorizzatore della E.T.A. (Marcegaglia) in località Paglia (agro di Manfredonia ma ai confini con il territorio di Cerignola e Foggia). L’ampliamento della centrale da 50 Mw della Fenice spa all’interno della Fiat Iveco, che brucia rifiuti speciali in particolare oli esausti; il raddoppio di un altro impianto per rifiuti ospedalieri a Cerignola, un impianto di produzione di energia elettrica alimentato da oli vegetali da 35 MWe. A Castelluccio Valmaggiore e a Sant’Agata di Puglia (Agritre), con la centrale da 25 Mw alimentata a biomassa solida, in particolare paglia.
Soldo punta il dito contro i sindaci e le amministrazioni comunali dei territori della provincia di Foggia: "I sindaci ed i consigli comunali prima di dare la disponibilità ad installare impianti, che vanno a modificare pesantemente il territorio, devono acquisire tutte le informazioni necessarie.
Legambiente Circolo “Gaia” di Foggia si è detta “disponibile” per “confrontarsi per verificare, dal punto di vista scientifico anche insieme ad una commissione mista di consiglieri e cittadini, la reale pericolosità dell’impianto per la salute dei cittadini e del territorio”.
Conclude Soldo: “La domanda che ci poniamo se tutti questi impianti venissero realizzati, quale sarà la qualità dell’aria del nostro territorio?”