Caso Filtri anti particolato: la Dukic denuncia il Ministero dei Trasporti
Dopo il primo esposto presentato alla Procura di Roma, l'azienda vicentina Dukic Day Dream presenta altre due denunce ai pubblici ministeri Di Salvo e Pisani. Omissione e abuso di atti d'ufficio e reato ambientale legato ai filtri anti-particolato sono le accuse che vengono rivolte al Ministero. E, nel frattempo, Antonio Di Pietro presenta un'interrogazione parlamentare
27 October, 2010
Paolo Procaccini
La Dukic Day Dream continua la sua battaglia. All'interno della lotta giuridico-ambientale che vede i filtri anti particolato (Fap) nell'occhio del ciclone, l'azienda vicentina non arretra di un passo. Dopo il primo esposto presentato lo scorso marzo, atterrano nella capitale altre due denunce. Tutto contro un unico soggetto: il Ministero di Trasporti.
Presentato dagli avvocati Davide D'Ippolito e Laura Tamiazzo, legali della Dukic, il primo provvedimento cade sulla scrivania della Procura di Roma per una dettagliata ipotesi di reato. «La prima denuncia di marzo è stata presentata per omissione e abuso di atti d'ufficio e per reato ambientale legato ai filtri anti-particolato», illustra l'avvocato Tamiazzo. Le due successive integrazioni sono presentate ai pubblici ministeri Di Salvo e Pisani: «Per richiedere il sequestro di atti amministrativi relativi alla vicenda e il sequestro dei filtri anti-particolato per reato ambientale», continua Tamiazzo.
Ritenuti utili in un primo momento per limitare le emissioni delle vecchie auto, i filtri anti-particolato “retrofit” (ovvero, l'installazione di dispositivi o componenti di nuova produzione in sistemi che in origine non sono stati progettati per riceverli, ndr) sono oggi considerati da diversi studi inefficaci o dannosi. La riduzione dimensionale delle micropolveri prodotta dai Fap aumenterebbe addirittura le probabilità che queste colpiscano i polmoni. Ed è qui che interviene la Dukic, azienda che produce e cerca di far omologare un diverso sistema di riduzione delle polveri.
Il motivo delle due successive denunce (presentate ad integrazione del primo esposto) lo spiega il legale di Dukic Day Dream, Tamiazzo: «Per quanto concerne i reati ambientali, si evidenzia la pericolosità di questi filtri per la salute e l'ambiente, mentre per quanto concerne la richiesta di sequestro degli atti del Ministero, si dubita della correttezza degli atti di omologazione dei filtri anti-particolato rilasciati». Anna Dukic, amministratrice dell'azienda, spiega: «Fino ad oggi sono state rilasciate 48 omologhe a Pirelli Eco Technology, quando ci vorrebbero quattro mesi per ognuna». Dati alla mano, per la Dukic c'è concorrenza sleale.
L'azienda veneta progetta, realizza e brevetta (con invenzione numero1408227) il “TreDCarVan”. Un dispositivo che, attraverso un sistema elettromagnetico, permette la riduzione della massa di particolato emessa dai motori Diesel, agendo “a monte”, prima del processo di combustione. Grazie ad un campo elettromagnetico, le particelle di gasolio raggiungono uno stato di eccitazione molecolare prima di entrare nel motore, facilitando una miglior combustione all'interno della camera da scoppio. Il prodotto “sfrutta una tecnologia elettromagnetica generata da un insieme di bobine magnetiche a stratificazione speciale, che essendo alimentate esternamente dal circuito elettrico del veicolo, producono dei particolari campi magnetici in grado di ottenere un netto miglioramento delle qualità del carburante”, spiegano dall'azienda. Un dispositivo che, posto a monte del motore, modifica la struttura chimico-fisica del carburante migliorandone la combustione e riducendo, di conseguenza, le emissioni di gas inquinanti.
Il dispositivo è pronto da due anni per la vendita, nel pieno rispetto dei decreti normativi, in cui si parla di sistemi alternativi ai Fap. È il decreto 42 che definisce “sistemi idonei alla riduzione della massa di particolato, uno o più elementi funzionalmente interconnessi con il motore, ovvero con i suoi dispositivi di aspirazione o di scarico, ovvero con il suo sistema di alimentazione e controllo”. «Il nostro dispositivo - dichiarava Anna Dukic in un'intervista a Eco dalle Città - potrebbe essere venduto a poco più di mille euro per le autovetture e a circa 3500 per i camion pesanti». Una spesa con cui raggiungere due obiettivi in un colpo solo: diminuire l'emissione di gas inquinanti come anidride carbonica, particolato, idrocarburi e ossido di azoto fino all'80 per cento e salvare l'auto, evitando di acquistarne un'altra. Da quando è iniziata la rincorsa ad imporre vincoli via via più severi per le auto in circolazione, le auto diesel pare abbiano come unico destino lo sfasciacarrozze.
“Chiunque, in violazione delle limitazioni previste, circola con veicoli appartenenti, relativamente alle emissioni inquinanti, a categorie inferiori a quelle prescritte, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 155 a euro 624 e, nel caso di reiterazione della violazione nel biennio, alla sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da quindici a trenta giorni”, recita la legge di modifica del codice della strada del 29 luglio 2010. «Ma come fa un automobilista a mettersi in regola se non ci sono i filtri in commercio?», si chiede Anna Dukic. I Fap sono disponibili soltanto per alcune auto francesi e tedesche, mentre per la maggior parte delle utilitarie italiane non ci sarebbe soluzione. Da buttare, in favore di auto nuove.
Le delibere che impongono di munirsi di Fap sono comunali e se a Torino è vietata la circolazione alle auto dall'euro zero all'euro due diesel, nelle Marche la vicenda assume un contorno diverso. Un provvedimento della giunta regionale rivolto a tutti i Comuni (e ora rimandato a dicembre) metterebbe fuori circolazione tutti i diesel dall'euro zero al quattro. Al ginepraio, si aggiunge una vicenda pittoresca. Dopo sollecitazioni a rilasciare l'omologazione del prodotto, interviene l'ufficio di presidenza in capo a Gianni Letta. «L'ufficio si rivolge al ministero dei trasporti, il quale comunica che non abbiamo superato la prova di durabilità ai fini dell'accumulo delle polveri. Ma è una prova che il nostro dispositivo non può fare, perché invece di trattenere e accumulare le polveri, il dispositivo proprio non le fa produrre. Non può raccogliere polveri e quindi, tecnicamente, la prova non può essere eseguita», spiega Anna Dukic. A questo, continua Dukic: «Il ministero ha aggiunto che il veicolo su cui abbiamo eseguito le prove è invalidabile, cioè non sarebbe idoneo. E allora perché dicono che non abbiamo conseguito la prova di durabilità? Se ritengono il veicolo non idoneo, il ministero può rendere nullo il verbale di conformità». Ma non lo fa: «Perché il ministero ha ricevuto comunicazione dal centro prove autoveicoli di Bari che le prove sono state svolte correttamente. Se annullassero il verbale, sanno che in qualsiasi sede di giudizio, vinceremmo», spiega Michele Campostrini inventore del dispositivo. Della questione si è interessato anche l'onorevole Antonio Di Pietro che, in una sua interrogazione parlamentare del 30 settembre scorso, chiede: «Pur essendo state eseguite positivamente tutte le prove e le verifiche utili all'omologazione del dispositivo così come prescritte dal decreto ministeriale(42 del 1 primo febbraio del 2008, ndr) da parte dell'organo competente (centro prove autoveicoli di Bari), il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, direzione generale per la motorizzazione divisione 2, ha omesso di rilasciare la scheda ed il numero di omologazione del dispositivo, senza fornire alcuna giustificazione in merito». Perché?
6 commenti
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11.12.2014 17:12
Sulla Dukic Day Dream:
http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2014/07/03/filtri-antiparticolato-truffa-vendono-modelli-non-omologati/
http://oggiscienza.wordpress.com/2014/09/29/polverizzazione-molecolare-di-polveri-e-molecole/#prettyPhoto
http://www.caserinik.it/ariapulita/Schede/Scheda_10_Calamite_semisfere_e_fasci_molecolari.pdf
Trovate le differenze tra Econotruck e questo (il colore della vernice nn vale):
http://www.epa.gov/r02earth/air/inset.pdf
Trifiletti
11.03.2012 10:03
ho una C4 diesel euro 5 senza toccare l'accellerato,messa in moto,ogni tanto accellera e deccellera La Citroen Italia e i suoi concessio nari non sono capaci di dirmi qual'è il difetto.Che fosse il FAP?Qualcuno potrebbe dirmi qualcosa?Grazie.
28.10.2011 12:10
Premetto che sono molto scettico su questi aggeggi, di cui già mi sono occupato tecnicamente in passato.
Soprattutto gioca contro al DDD la ciclicità con cui in passato sono saltati fuori dispositivi analoghi, che magnetizzano il non magnetizzabile e promettono meraviglie, ma alla prova dei fatti non funzionavano mai.
L'ultimo prima di questo era stato il ben noto tubo Tucker che era stato anche omologato TUV, ma alla fine non serviva a un ... tubo neppure lui.
Mi chiedo: come mai la DDD, pur avendo sede in veneto, è andata a Bari a far le prove? Ce l'ha mandata il Ministero o è stata una scelta dell'azienda? E in tal caso perchè?
Tecnicamente, sul discorso della non conformità in fatto di accumulo polveri azzardo una risposta: il DDD agisce solo a monte del processo di combustione, migliorando (forse) la resa ma sicuramente non è in grado di controllare il motore. In altre parole, non FERMA l'emissione di particolato in atmosfera. Se un motore funziona da schifo,perchè ha gli iniettori andati, perchè è giù di compressione etc, l'emissione ci sarà comunque, tubo o non tubo.. e il DDD non essendo un filtro, non sarà in grado di fermarla a differenza di un FAP.
Intendiamoci, non che i FAP siano utili (il famoso processo di pulizia nonfa altro che reimmettere in atmosfera tutto insieme quel che era stato fermato), ma tant'è...
Mariano
10.07.2011 09:07
Sono molto sensibile all'ambiente , ma sopra tutto non dispongo di capitale per comprarmi una macchina nuova e ho voluto mantare il dispositivo della" Dukic TreDCarVan " facendo fare il controllo dei fumi di scarico con apposito opacimetro dal meccanico e con soddisfazione abbiamo riscontrato che il mio mezzo è passato da una media di 3,78 K a 1,29 K misurazione calcolata come da direttiva CEE 72/306 senza fare manomissioni o tarature al mezzo steso . Sicuramente pemso che girando il motore e marmitta e le loro parti si puliscano ancora e forse si abbassino queste dati .Ora mi domando se dobbiamo essere in linea con regole eurpee perché il nostro governo non rispetta questo , il cittadino è stanco di subire passivamente per interessi di pochi , quando si da il voto si chiede un miglioramento della vita in tutti i settori e campi . Cordiali saluti Mariano
peldulivo
14.04.2011 15:04
E' evidente l'azione di una lobby decisa a impedire l'omologazione del dispositivo, e secondo me c'è ben di più della sola Pirelli. Pensate quale iattura sarebbe per i costruttori di autoveicoli e loro derivati, se grazie a quell'aggeggio milioni di vecchie auto diesel potessero continuare a circolare, invece di essere messe fuori legge e quindi destinate alla rottamazione. Fa schifo, ma non sorprende.
Mi sorprende invece, se i risultati sono quelli, che nessun costruttore abbia pensato di sfruttarlo quel brevetto: non sono un esperto di marketing, ma ad occhio e croce la nuova generazione di motori che ne nascerebbe mi sembra molto appetitosa. E' solo miopia, o cos'altro c'è?
Claudia
10.11.2010 13:11
Prima domanda: nell'articolo viene riportato "Non può raccogliere polveri e quindi, tecnicamente, la prova non può essere eseguita"...: io credo però che una seppur minima quantità di polveri debba x forza essere prodotta...dunque forse semplicemente il dispositivo non è attrezzato x raccoglierle...e se invece lo fosse, cioè se al dispositivo ne venisse affiancato una altro che consentisse di raccogliere la minima quantità di polveri che comunque è prodotta ? Si potrebbe così scavalcare il problema...
Seconda domanda: ma all'interrogazione di Di Pietro cosa è stato risposto ? Sempre la stessa scusa ?