Monitoraggio della qualità dell'aria: tra gli inquinanti da tenere d'occhio arriva il Pm2,5
Per la prima volta in Italia il monitoraggio delle polveri "sottilissime" Pm2,5 sarà obbligatorio. Finalmente recepita la direttiva comunitaria "relativa alla qualità dell'aria e per un'aria più pulita in Europa", che stabilisce per le Pm2,5 un valore limite di 25 microgrammi al metro cubo (dato medio annuale) da raggiungere entro il 1 gennaio 2015. Il provvedimento non coglie impreparate quelle regioni che già da diverso tempo si sono attrezzate per misurare anche le polveri sottilissime
03 November, 2010
Per la prima volta in Italia il monitoraggio delle polveri "sottilissime" Pm2,5 sarà obbligatorio. Lo stabilisce il D.lgsl 155/2010 del 13 agosto 2010, in vigore dal 30 settembre, che recepisce la direttiva comunitaria 2008/50/CE "relativa alla qualità dell'aria e per un'aria più pulita in Europa". L'Ue ha posto per le Pm2,5 un valore limite di 25 microgrammi al metro cubo medio annuale, obiettivo che dovrà essere raggiunto entro il 1 gennaio 2015 (il limite si abbasserà a 20 microgrammi al metro cubo entro il 1 gennaio 2020). Ricordiamo che la soglia limite del Pm10 è di 40 microgrammi al metro cubo medio annuale. L'adeguamento delle apparecchiature per la misurazione è invece previsto a partire dal 2013.
Il Pm2,5 è un valore che comprende tutte le particelle "fini", di diametro inferiore a 2,5 micrometri (un quarto di centesimo di millimetro) e ha un impatto molto negativo sulla salute umana. Finora non esiste una soglia identificabile al di sotto della quale il Pm2,5 non rappresenti un rischio. Rispetto alle Pm10, che possono essere inalate e penetrare nel tratto superiore dell'apparato respiratorio, le Pm2,5 si possono spingere fino alla parte più profonda dello stesso apparato, raggiungendo i bronchi. Come tutti i particolati, anche queste micropolveri sono causate principalmente da fonti naturali (incendi boschivi, attività vulcanica, polline e spore, erosione di rocce, polveri, terra e sale marino alzati dal vento), dal traffico veicolare, dai combustibili solidi per il riscaldamento, dall'attività industriale e i residui dell’usura delle strade, dai freni e le gomme dei mezzi.
Prima del 30 settembre 2010, in Italia, la materia era disciplinata dal Decreto ministeriale 60 del 2002, che prevedeva che le singole regioni misurassero le particelle sottilissime con "metodi provvisori" (art. 18, V). I metodi e gli strumenti utilizzati dovevavo essere dotati "di un certificato di equivalenza per il campionamento e la misura del Pm10" e, in assenza di uno standard nazionale di confronto, il valore limite giornaliero di concentrazione era lo stesso del Pm10. "Dal punto di vista delle misure, per il Pm2,5 gli analizzatori e i filtri sono gli stessi del Pm10, a cui è necessario tuttavia applicare una testa di campionamento specifica", specifica Arpa Lombardia sul suo sito.
Da una prima ricerca online le regioni che da qualche tempo monitorano la qualità dell'aria misurando anche il Pm2,5 sono il Veneto e la Lombardia; compaiono poi nell'elenco le città di Udine e di Reggio Emilia; ma sono le recenti notizie su Sesto Fiorentino a colpire di più la nostra attenzione. Il Comune toscano, primo di tutta l'area metropolitana, ha avviato in via sperimentale il monitoraggio del Pm2,5 dallo scorso gennaio all'interno del progetto "Studio e monitoraggio del PM2,5 nel territorio del Comune di Sesto Fiorentino" nell’ambito di un accordo di collaborazione scientifica tra il Comune di Sesto F.no (Assessorato all’Ambiente) e l’Università degli Studi di Firenze (Dipartimento di Chimica).
Nella centralina di rilevamento di Villa San Lorenzo è stata installata una strumentazione automatica in grado di fornire, in continuo, dati sulla concentrazione media giornaliera del Pm2,5 e di analizzarne la composizione chimica al fine di indirizzare al meglio le politiche di mitigazione a livello locale e regionale. "Questo progetto – ha commentato l'assessore all'ambiente Andrea Banchelli – pone il Comune di Sesto Fiorentino all'avanguardia nello studio e nel monitoraggio della qualità dell’aria in Toscana". Dal 4 al 17 ottobre il limite di 25 microgrammi al metro cubo di Pm2,5 è stato superato a Sesto Fiorentino nelle giornate del 14, 15 e 16 ottobre, toccando il tetto massimo di 33 microgrammi al metro cubo.