Rifiuti, dal tavolo tecnico l’ipotesi di usare cave sotterranee per smaltire i rifiuti
La proposta l’ha fatta il sindaco Iervolino durante il tavolo tecnico proposto dall’assessore all’ambiente Romano. A Napoli ci sono 700 cave sotterranee nelle quali si potrebbe, secondo il primo cittadino, conferire la frazione stabilizzata dei rifiuti
09 November, 2010
La crisi rifiuti è tutt’altro che risolta e la regione, assieme alle province e ai comuni, sta lavorando ad un piano tecnico per una gestione di lungo termine. Si tratterebbe del primo passo post commissariamento verso una pianificazione organica del problema immondizia in Campania.
Varie le ipotesi che stanno venendo fuori dal lavoro fatto attorno al tavolo tecnico, tra cui quelle riguardanti la realizzazione di una campagna di comunicazione e sensibilizzazione condivisa, la promozione della raccolta differenziata, la possibilità di far partecipare capitali privati alla gestione degli impianti, l’analisi dei piani industriali delle singole province.
Ma in questo momento, si sta cercando innanzitutto di capire come uscire dalla contingente emergenza. Gli scontri attorno alle discariche hanno messo in evidenza la difficoltà a far accettare dei mega invasi, in cui vengono conferiti i rifiuti di aree molto vaste. Per questo, l’ipotesi più accreditata in questo momento è quella di realizzare numerose mini discariche, in particolare nel territorio napoletano, ognuna delle quali in grado di accogliere solo l’immondizia del territorio di riferimento. L'obiettivo è quello di rendere ogni comune autosufficiente sul fronte della gestione dei rifuti.
Ma per la città di Napoli c’è sempre lo stesso problema. Dove? Anche se piccole le discariche hanno bisogno di spazio, che il capoluogo campano non ha, considerata l’alta densità demografica della città. E così arriva la proposta del sindaco Iervolino: utilizzare la 700 cavità sotterranee di Napoli per conferire i rifiuti. Ma non immondizia pura e semplice, bensì la frazione stabilizzata dei rifiuti, quella che non puzza e che viene fuori dalla separazione tra umido e secco.
Si tratta solo di un’ipotesi ha spiegato poi l’assessore all’igiene del comune di Napoli, Paolo Giacomelli. Un’ipotesi per il momento ancora non realizzabile, visto che la frazione stabilizzata viene prodotta dagli Stir (Stabilimenti di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti) e visto che questi ultimi hanno ancora molti difetti, e non riescono ancora a produrre quanto dovrebbero.