Il trasporto a chiamata “nuova frontiera per il trasporto pubblico”
La mobilità sostenibile passa anche per il trasporto a chiamata. Ne hanno parlato esperti e tecnici nel corso del convegno ‘Nuove frontiere per il trasporto pubblico - L’evoluzione del trasporto a chiamata’ organizzato il 9 novembre a Roma da Federmobilità e Provincia di Roma, dopo i drastici tagli alla spesa per il trasporto pubblico decretati dall’ultima finanziaria
11 November, 2010
Annalisa Mancini
Si prenota come un taxi ma costa come un autobus, trasporta più passeggeri ma è comodo come una vettura privata. Non richiede attese alla fermata e non fa viaggi a vuoto, è flessibile, veloce ed economico. Il trasporto a chiamata, o a domanda, è a metà tra il trasporto pubblico tradizionale e il taxi. L’utente prenota la corsa per telefono o e-mail, viene prelevato a casa o alla fermata più vicina dell’autobus da un pulmino (spesso elettrico e quindi a basso impatto ambientale), paga una tariffa uguale o poco superiore a quella di un biglietto dell’autobus e divide corsa e destinazione con altri passeggeri.
Gestito da privati, più spesso dalle aziende di trasporto locale, integra quello pubblico con un buon rapporto costi/prestazioni. E, utilizzato in passato soprattutto in aree dove la domanda era discontinua e il trasporto tradizionale poco conveniente (piccoli centri) o riservato alle fasce deboli (disabili o anziani), ora potrebbe diventare la risposta all’emergenza traffico dei grandi centri urbani.
Secondo Antonio Musso, preside del corso di laurea in Ingegneria dei Trasporti all’Università La Sapienza di Roma, il trasporto a chiamata, nelle forme di dial-a-ride (servizio porta a porta in aree a debole domanda) e di taxi collettivo (per un’utenza più ampia) ‘migliora l’immagine del servizio pubblico anche dal punto di vista sociale e ambientale’. A patto di riempire le lacune del trasporto pubblico, evitando sovrapposizioni con le linee regolari, il trasporto a chiamata, ha spiegato Musso, è indicato anche in aree ad alta densità abitativa, come Roma, in sostituzione dell’auto privata.
Nella capitale, dove il trasporto pubblico su gomma copre solo il 20% della domanda totale e la città è assediata dalle auto private, secondo uno studio di Giancarlo Del Sole, esperto dell’Ufficio del Commissario delegato all’emergenza traffico e mobilità di Roma, coprire una distanza di 5 km in città, calcolando anche tempi di attesa e parcheggio, costa 7,97 euro in autobus 8,05 euro in automobile e solo 5,3 euro per i minibus. Il bus a chiamata potrebbe essere impiegato con successo anche per il trasporto urbano delle merci, come già avviene all’estero, considerando che in città i furgoni viaggiano praticamente vuoti. I vantaggi? Ridotti consumi energetici, basso impatto ambientale, efficiente utilizzo delle risorse pubbliche, migliore viabilità.
In effetti, dove è stata introdotta con successo (come a Basiglio, piccolo comune della cintura milanese) questa formula ha convertito una buona percentuale di automobilisti convinti al mezzo pubblico. L’intraprendente sindaco di Basiglio-Milano 3 City, Marco Flavio Cirillo, con un budget di 200.000 euro l’anno (per metà coperto dalla tariffa di 1 euro a corsa e per metà dall’amministrazione) ha organizzato un servizio puntuale, capillare ed efficiente per pendolari e cittadini, assicurando il collegamento con la metropolitana di Milan e gli spostamenti all’interno del Comune. Le due parole chiave sono accessibilità e sostenibilità. ‘Cerchiamo di dare una mano all’ambiente ma anche a chi si sposta per lavoro o motivi personali’, ha precisato Cirillo. A sorpresa, il 70% degli utenti appartiene alla fascia d’età 26-65 anni, tipica degli automobilisti, e prima dei pullmini elettrici di Callbus, questo il nome del servizio, non aveva mai usato il mezzo pubblico.
Non mancano esempi felici a Milano, con i Radiobus e Radiobus di quartiere dell’ATM, nella provincia di Torino (Provibus) e nelle Marche, all’avanguardia nell’offerta di trasporto collettivo: dopo My Bus, uno dei primi progetti pilota in Italia (ideato nel 2000 dall’AMI, azienda di trasporti di Fano/Urbino), oggi servizi analoghi coprono il 67% del territorio della regione, per un totale di 152 comuni.
L’Assessore alle Politiche della Mobilità e Trasporti della Provincia di Roma, Amalia Colaceci, considera il trasporto a chiamata una valida risorsa ‘in un momento in cui il trasporto pubblico è considerato una Cenerentola’ e ha commentato la notizia dei tagli e dell’aumento delle tariffe previsti dal Comune di Milano assicurando che ‘saranno garantiti i servizi minimi per i pendolari’. Quella di Roma, ha sottolineato, è l’unica provincia del Lazio ad aver approvato il Piano di bacino dei passeggeri e ora parteciperà insieme alle altre province a una tavola rotonda con la Regione Lazio per evitare i tagli e scongiurare ‘il rischio di una situazione drammatica’. Ma a Roma e provincia gli unici servizi a chiamata esistenti, per il momento, sono i taxi collettivi per i cittadini diversamente abili.