Iniziative e ipotesi di Comune di Napoli e Asìa per risolvere l’emergenza
Defogliazione di frutta e verdura alla vendita, multe per inadeguato conferimento dei cartoni, vuoto a rendere, recupero degli invenduti. Vengono recuperate vecchie proposte già fatte nel 2008 e mai realizzate. Intanto il sindaco aspetta risposte da parte dei tecnici rispetto all’ipotesi di utilizzare le cave sotterranee. Serve l’aiuto delle province, secondo Fortini, e l’inceneritore di Acerra deve bruciare solo i rifiuti di Napoli
24 November, 2010
Mentre si decide cosa fare per affrontare l’emergenza di Napoli e provincia, l’amministrazione comunale del capoluogo campano ha deciso di approvare un’ordinanza, che impone la defogliazione di frutta e verdura alla vendita. Una multa di 650 euro dovrà essere pagata dai venditori che non rispetteranno l’ordinanza. L’idea è quella di dividere più facilmente la frazione umida da tutto il resto, per evitare che resti in strada.
Agire di più e meglio sui commercianti, quindi, e proprio verso questi ultimi è diretto anche il secondo provvedimento dell’amministrazione che cerca di rafforzare le regole imposte a commercianti sullo smaltimento dei rifiuti. Costerà ancora di più conferire i cartoni in luoghi diversi da quelli previsti e fuori gli orari prestabiliti.
Per entrambi i provvedimenti verrà richiesto il supporto delle forze dell’ordine.
Non solo, da palazzo San Giacomo, arrivano voci anche di altri provvedimenti, che vanno nella direzione della riduzione: il recupero degli invenduti, il vuoto a rendere, i prodotti alla spina. Iniziative lodevoli, se non fosse per il fatto che si tratta delle stesse proposte che a marzo del 2008 vennero dall’allora assessore ai rifiuti Mola, quando doveva essere messo a punto il piano rifiuti del comune di Napoli. Vecchie proposte mai realizzate. L’amministrazione sembra ad un impasse, e si torna a parlare di nuovo di utilizzare le cave sotterranee della città di Napoli.
Secondo la sindaca, Rosa Russo Iervolino, oggi la città di Napoli deve riuscire a fare da sola, non essendoci per il momento alcuna apertura né da parte della altre province campane, né delle regioni. Il primo cittadino di Napoli ripropone l’utilizzo delle cave sotterranee della città. Non so se tecnicamente sia possibile, ha dichiarato, ma sto facendo tirare fuori gli studi di quando ero commissario al sottosuolo per vedere se c’è qualcosa da poter usare. In questo, comunque, il comune non avrebbe alcun potere decisionale, come spiega la stessa Iervolino, ma la scelta finale la dovrebbero fare Provincia e Regione.
Anche Fortini, amministratore delegato di Asìa, snocciola ipotesi per affrontare l’emergenza, o meglio per capire che fine far fare ai rifiuti che in questo momento giacciono per le strade.
Innanzitutto, la solidarietà delle altre province. Secondo Fortini, il peso per le province campane non sarebbe così pesante. Nell’intera regione ci sarebbe, infatti, posto per 1 milione e 200 mila tonnellate di rifiuti, per cui, secondo Fortini, non sarebbe un problema accettarne 10 mila da Napoli. E poi c’è la questione di Acerra. Attualmente l’inceneritore brucia 1400 tonnellate di rifiuti, 600 di Napoli e provincia, 800 delle altre province. Il punto è che la provincia di Napoli da sola, supera come numero di abitanti, e quindi come produzione di rifiuti, tutte le altre. Secondo l’amministratore delegato di Asìa, oggi ad Acerra dovrebbero andare solo i rifiuti di Napoli. Se le province non accettano i rifiuti, dice Fortini, potrebbe essere l’Ufficio Regionale Flussi ad imporre la decisione.