Referendum ambiente: le date sono un’incognita
Ancora nulla sul fronte della nomina del collegio dei garanti per il secondo controllo (previsto a gennaio) delle firme, e il bando scade martedì. L’associazione Milanosimuove è pronta a chiedere un incontro con la Giunta. Accorpare il referendum alle elezioni amministrative comunali non è possibile. I promotori vorrebbero chiamare i milanesi ad esprimersi prima, ma il rischio è che si vada a finire in estate.
25 November, 2010
La deadline per la nomina del comitato dei garanti scade martedì 29, ma da Palazzo Marino ancora non si è mosso nulla. Intanto, Milanosmuove sta continuando a macinare firme su firme anche a quorum raggiunto: quota 25 mila adesioni è stata superata, segnale evidente che le questioni sollevate dai 5 quesiti stanno molto a cuore ai milanesi. “Vogliamo un incontro con il sindaco – dicono dall’associazione Milanosimuove – perché siamo entrati già nel mese che deve portare all’autenticazione delle firme da parte dell’ufficio elettorale, e i garanti ancora non ci sono. Non vogliamo star fermi per colpa della burocrazia”.
La data su cui molti (associazione in primis, ma anche il comune) si erano espressi in modo favorevole in origine era quella del 21 marzo. Se i tempi delle procedure venissero rispettati, sarebbe fattibile: il tempo utile per la convalida delle firme da parte degli uffici elettorali comunali scade il prossimo 26 dicembre. Da lì, il sindaco ha 5 giorni per comunicare ai promotori l’esito del controllo. Nei 30 giorni successivi, dovrebbe entrare in scena il collegio dei garanti, per la seconda fase di autenticazione. Terminata questa (stando ai calcoli il 6 febbraio), il sindaco deve indire il referendum tra i 30 e i 70 giorni successivi alla seconda fase di controllo. Quindi tra il 6 marzo e il 15 aprile. Ma se slitta la nomina del collegio, con le elezioni amministrative previste in primavera, il referendum rischia di essere rimandato a inizio estate.
Remota anche l’ipotesi paventata all’inizio dai fondatori di Milanosimuove, cioè quella di accorpare referendum ed elezioni per ridurre i costi. Da un punto di vista procedurale, non è possibile: sarebbe necessario modificare il regolamento per l'attuazione dei diritti di partecipazione popolare. Il consigliere comunale dei Verdi Fedrighini, tra i promotori della campagna referendaria, si batterà comunque per tentare di riunire le due cose, ma le probabilità sono esigue. Più probabile, invece, che vengano sfruttati i seggi delle comunali anche per il referendum. Il quorum per una consultazione di questo tipo è del 30%: a Milano gli aventi diritto al voto sono 950 mila, ciò vuol dire che almeno 310 mila milanesi dovranno pronunciarsi sui 5 quesiti per rendere il referendum valido.
I 5 quesiti sul sito www.milanosimuove.it