Rifiuti, la società civile napoletana si ribella e propone soluzioni
Cittadini napoletani sono scesi in piazza per esprimere tutto il proprio sdegno nei confronti della non più sostenibile gestione dei rifiuti in città e provincia. La protesta però è stata anche l'occasione per chiedere alle istituzioni un piano per la raccolta differenziata che vada nella direzione dei "rifiuti zero"
28 November, 2010
Napoli scende in piazza. Migliaia di persone, commercianti, associazioni, avvocati, imprenditori, tutti con alla mano sacchetti di immondizia si sono riversate nelle strade per gridare il proprio sdegno nei confronti di una situazione rifiuti giunta, ormai da settimane, al collasso. Persone che non ne possono più di un degrado insostenibile dal quale non si intravede la via d’uscita, ma sulle cui cause ormai la cittadinanza non ha più dubbi: “ci hanno lasciato nel caos per una questione di affari”.
Una marcia partita da diversi quartieri e terminata nella piazza simbolo della città, piazza del Plebiscito, dove i cittadini hanno formato un vero e proprio cumulo con i sacchetti di monnezza.
Il corteo è stato organizzato dalla Rete Campana Salute Ambiente con l’obiettivo di esprimere tutto lo sdegno della cittadinanza e richiedere una seria raccolta differenziata.
Proprio durante il presidio davanti alla Prefettura, i cittadini snocciolano le motivazioni: “Berlusconi è tornato a Napoli promettendo un altro miracolo. Ma mentre lui gioca a fare San Gennaro, migliaia di tonnellate di spazzatura marciscono sui marciapiedi, davanti alle scuole, sotto i balconi”, spiega Antonietta. Sotto accusa soprattutto la gestione politica della crisi con lo scaricabarile tra Governo, Regione, Comune, ma “è ormai chiaro a tutti che Berlusconi, come Caldoro, Cesaro e Iervolino, continuano – secondo i manifestanti – a mentire spudoratamente soprattutto quando danno la colpa dell'emergenza alle popolazioni che lottano per non essere avvelenate”. A dimostrazione del fatto che la vicenda rifiuti è trasversale, la responsabilità è a destra e a sinistra. E la società civile pretende delle risposte dal governo mettendo le istituzioni di fronte a una serie di alternative serie, immediate e fattibili.
Non solo protesta quindi. I manifestanti hanno infatti indicato la soluzione, immediata: niente discariche, inceneritori, ma una raccolta differenziata che comporti il recupero e il riciclo totale della materia. Insomma “un piano rifiuti zero”. Una proposta che riunisce i Comitati civici e ambientalisti, comitati, l’associazione Terra dei Fuochi, i precari del progetto Bros e gruppi di cittadini che vogliono una gestione alternativa dei rifiuti: “Raccolta differenziata porta a porta ovunque, e un piano rifiuti davvero alternativo, con il riciclo, le norme sugli imballaggi, il compostaggio, le tecnologie di trattamento e recupero meccanico biologico dei residui. Con l’obiettivo di abolire discariche di tal quale e inceneritori. In direzione di politiche di riutilizzo totale”, spiega Mario Avoletto, della Rete campana salute e ambiente.
I napoletani chiedono la normalità, niente di più.
La Settimana europea per la riduzione dei rifiuti del Liceo Mercalli di Napoli