Decreto 155 su qualità dell’aria, a rischio le responsabilità degli amministratori?
Il Codacons di Milano ha espresso le proprie perplessità sul decreto 155 di recepimento della normativa comunitaria sulla qualità dell'aria. In particolare, per il Codacons, l'abrogazione delle vecchie normative e la mancata riconferma nel nuovo testo rischierebbe di diventare un colpo di spugna per l'accertamento delle responsabilità, nella mancata lotta allo smog, degli amministratori attualmente sotto processo
14 December, 2010
Il decreto legislativo 155 emanato a settembre dal Governo ha abrogato tutte le norme che regolavano il settore (D.M. 60 del 2002) con il possibile effetto di cancellare la responsabilità di quegli amministratori locali che attualmente sono sotto processo con l’accusa di “non aver fatto il dovuto per evitare emissioni inquinanti pericolose e gli altissimi livelli di inquinamento registrati sul territorio”. Tra questi vi sono gli amministratori locali milanesi, Formigoni, il sindaco Moratti e Guido Podestà, ma anche gli amministratori toscani – peraltro già assolti in primo grado – e l’assessore all’ambiente del Comune di Napoli. Uno degli obblighi che imponeva la vecchia regolamentazione del 2002, sulla base dei quali sono state aperte le inchieste, era quello di bloccare – in caso di elevati livelli di inquinamento – il traffico veicolare.
Il Codacons di Milano, parte civile al processo sullo smog, sta studiando le nuove disposizioni inserite nel decreto 155 del 13 agosto 2010, per capire se ci sono i margini per un colpo di spugna nei confronti delle responsabilità degli amministratori. Come spiega Mauro Antonelli “i nostri legali attualmente stanno studiando le norme e mettendo a confronto il decreto di recepimento italiano con quello comunitario, per verificare se ci sono gli estremi per un ricorso presso la Corte di Giustizia Europea”. Il colpo di spugna sarebbe avvenuto attraverso l’abrogazione del D.M.60 e con esso di tutti gli obblighi degli amministratori, e la mancata riconferma di questi obblighi nel nuovo decreto 155. “Di questo vogliamo però essere più che certi dopo lo studio da parte del nostro ufficio legale, anche se già vi sono numerosi dubbi. Il primo problema è capire se quanto ha fatto il governo sia conforme con la normativa europea o se sia un colpo di spugna nonostante l’obbligo di recepire la normativa. Un altro problema – spiega Antonelli – è il mancato rispetto di quell’obbligo previsto dal D.M.2002 del blocco della circolazione in caso di superamenti, ed è per questo che noi abbiamo presentato un esposto dicendo che gli amministratori locali milanesi non avevano rispettato gli obblighi del D.M. 60. Manca infine, nel nuovo decreto, la conferma del Pm 10 come causa di morte”.