Provincia di Lecce: Cementificio Colacem non potrà bruciare cdr
Il 13 dicembre 2010 la Commissione Ambiente della Provincia ha espresso parere sfavorevole in merito alla richiesta del cementificio Colacem di bruciare cdr. Grande soddisfazione del comitato intercomunale salentino “Non inceneriamo il nostro Futuro”: “Un'unione di intenti che ha visto unanimemente concordi tutti gli schieramenti politici nella salvaguardia della salute pubblica”
20 December, 2010
Lunedì 13 dicembre 2010 la commissione ambiente della Provincia di Lecce ha deciso negativamente in merito alla richiesta avanzata dal cementificio Colacem di Galatina di co-incenerire combustibile da rifiuto (cdr) insieme al Pet-coke. Il Presidente Gabellone e l'intero consiglio provinciale saranno impegnati nell'adozione di tale indirizzo, che dovrà valere in tutte le sedi istituzionali e tecniche nelle quali sarà discussa tale richiesta.
Il Comitato intercomunale "Non inceneriamo il nostro Futuro", il 19 dicembre 2010, ha espresso, dunque, la massima soddisfazione per questo primo importante risultato raggiunto. "La Commissione - riferisce il Comitato - ha ribadito il valore essenziale e primario della salute pubblica nel territorio circostante l'impianto di Colacem spa, un bene da tutelare, al pari di altri valori fondamentali dell'uomo".
La decisione della Commissione ha restituito dignità alla parola "Partecipazione", tanto spesso abusata dalla politica di palazzo, provando che esiste ancora una buona politica, quella che ascolta e recepisce istanze e richieste dei cittadini.
Una battuta di arresto, dunque, per la politica energetica della Colacem. Il cementificio aveva presentato nel luglio 2010, presso gli uffici comunali di Galatina e Soleto, uno Studio di Impatto Ambientale (SIA) riguardante l’uso di combustibili derivanti dai rifiuti (cdr). In seguito alla chiusura della Copersalento di Maglie, e data la vicinanza a due grossi centri produttori di cdr (in un raggio di 70 kilometri ci sono l’impianto cdr di Cavallino “Co.Ge.Am. provincia di Lecce” e l’impianto della “Cisa” di Statte-Taranto), la Colacem avrebbe potuto facilmente sostituire i combustibili convenzionali con combustibili derivati da rifiuti. Anche l’ultimo bilancio consolidato pubblicato, relativo al 2008, conferma tale politica e la convenienza di una simile scelta.
L’associazione comunale galatinese “Cambiamo Aria” aveva espresso forti dubbi sul “co-incenerimento di rifiuti, che peggiora drasticamente la qualità dell’aria in una situazione già di per sé al collasso”. Come pure non era tollerabile - sempre secondo il comitato - “aumentare i rischi derivanti da nuovi inquinanti a grave danno di un territorio, quale è l’hinterland di Galatina, già indicato dal Registro Tumori 2010 della ASL/Le 1 al primo posto nella classifica nazionale relativa all’incidenza di neoplasie polmonari”.
E' partita, così, la mobilitazione dei comitati comunali, confluiti nell'unico comitato intercomunale "Non inceneriamo il nostro Futuro". La mobilitazione si è svolta attraverso pubbliche conferenze (ricordiamo, tra gli altri, il seminario “CDR – Stato delle conoscenze in campo ambientale e sanitario in materia di coincenerimento” o, ancora, “Zero eco Balle”), nonché cortei e manifestazioni (ultima quella del 12 dicembre a Soleto, il giorno prima della decisione della Commisione Ambiente).
Il dibattito sviluppatosi in precedenza aveva visto accumularsi negazioni o sospensioni di giudizio da parte dei vari consigli comunali delle zone coinvolte (Soleto, Galatina, Cutrofiano, Sogliano, per citarne alcuni).
La mobilitazione è servita, invece, a creare un dibattito politico-culturale sfociato in “un'unione di intenti, che ha visto unanimemente concordi tutti gli schieramenti politici nella salvaguardia del bene supremo: la salute pubblica".