Roma: il GP di Formula 1 all'EUR. Timori per l'impatto ambientale del progetto
Il progetto del Gran Premio di Formula 1 a Roma lungo le strade dell'EUR. Una proposta, già formulata negli anni Ottanta, che potrebbe cambiare il volto del quartiere modello dell'architettura razionalista. Il dibattito sull'impatto ambientale del progetto
22 December, 2010
Annalisa Mancini
Gran Premio di Formula 1 di Roma: dopo 15 anni torna il progetto della discordia. La giunta di Ugo Vetere, tra il 1983 e il 1985, l’aveva prima sostenuto e poi abbandonato, ufficialmente per le proteste degli ambientalisti, le stesse che oggi minacciano la candidatura di Roma al Gran Premio di Formula 1 del 2012. Il circuito si snoderà lungo le strade dell’EUR, il quartiere modello dell’architettura razionalista degli anni ‘30 che avrebbe dovuto ospitare l’Esposizione Universale di Roma del 1942. Il tracciato attraverserà la parte nord del quartiere, toccando il nuovo Palazzo dei Congressi (‘la nuvola’ di vetro dell’architetto Fuksas), il Palazzo della Civiltà e del Lavoro, con annesso parco pubblico piantato a essenze ormai centenarie e la fermata della metro B di Magliana.
Il progetto è uno dei tanti che da qui a pochi anni cambieranno il volto del quartiere: oltre alla nuvola di vetro, l’edificazione dell’area del Velodromo e il monumentale Museo del Mare, che rischia di alterare per sempre la simmetria del laghetto artificiale, tra i simboli dell’EUR. Nessuno di questi è ecosostenibile. Eppure, assicurano gli esperti, un Gran Premio non ha bisogno di strutture fisse; quelle destinate ai box, tra l’altro, sarebbero difficilmente riutilizzabili il resto dell’anno. Ma l’amministrazione capitolina ha altri obiettivi: l’edificazione delle aree libere toccate dal tracciato, quella di Via delle Tre Fontane (che attualmente ospita prefabbricati sportivi: un campo di basket e una pista di pattinaggio smantellata) e Viale dell’Artigianato (dove si trova il Lunapark, altra struttura in dismissione, con un volume edificato tra i 25 e i 100 mila metri cubi. Le strutture saranno arricchite con un palazzetto dell’arte e dello sport. Ma i palazzi dell’arte e dello sport all’EUR non mancano e uno di questi, il Velodromo di Vigorelli, è stato demolito da poco.
Il progetto è in una fase avanzata: il 21 dicembre, mentre il sindaco Alemanno incontrava i comitati di quartiere per avviare un dibattito, è stata aperta la Conferenza di servizi sul progetto. Quale l’impatto ambientale? Il Gran Premio dell’EUR è lungi dall’essere ‘Zero emission’, come vorrebbe il suo promotore Maurizio Flammini, presidente Federlazio. Non tanto perché la possibilità di trasformare l’energia cinetica delle auto in corsa in elettricità è ancora lontana (Flammini assicura che è già allo studio) ma per il rischio di una speculazione edilizia.
Tra i primi a bocciare l’idea i cittadini del XII Municipio, che temono l’impatto ambientale e la mancanza di ricadute positive per il quartiere. Contrari anche la maggioranza dei votanti al referendum del PD sul progetto, tenuto il 18 e 19 dicembre (i no hanno toccato il 90%). Non servono nuovi impianti sportivi in un quartiere attraversato ogni giorno da migliaia di impiegati e pendolari, dove la ricerca di un posto auto è una scommessa e una delle poche aree adibite a parcheggio pubblico, in corrispondenza della fermata della metro di Eur Palasport, ora ospita il cantiere del Museo del Mare. Non sono solo i due giorni di manifestazione a preoccupare i romani ‘traffico, inquinamento e rumore’, anche se il tracciato costeggia proprio uno dei parchi del quartiere, ma l’indotto: la cementificazione che minaccia uno dei quartieri-giardino di Roma. Ambientalisti e animalisti avevano già manifestato il 15 giugno, i residenti il 14 luglio.