La California non bandisce i sacchetti di plastica
Dal 1 gennaio 2012 la California poteva diventare la prima nazione degli Usa a vietare i sacchetti di plastica a livello statale. Il disegno di legge, approvato già dall’Assemblea di Stato non è passato all’esame del Senato, ma la battaglia contro i sacchetti di plastica continua a livello locale
05 January, 2011
Massimiliano Milone
In California non passa la legge che mette al bando i sacchetti di plastica
La California, da sempre in prima linea nella lotta contro i sacchetti di plastica usa e getta, ha scelto di non bandirli ancora dal paese.
Il disegno di legge che intendeva vietare, a partire dal 1 gennaio 2012, la distribuzione gratuita dei sacchetti di plastica monouso dai supermercati e da altri rivenditori era stato approvato dall’Assemblea dello Stato nel giugno scorso (con 41 voti favorevoli e 27 contrari). Lo stesso disegno, a dicembre 2010, non ha ottenuto il consenso del Senato. Tutto da rifare!
Julia Brownley, autrice del disegno di legge e rappresentante democratico presso l’Assemblea della California, ha dichiarato dopo il voto: «Questo è un giorno triste per la California. Le città di tutto lo stato erano in attesa di questo divieto prima di adottare le proprie ordinanze. Lo Stato le ha abbandonate».
Il disegno di legge avrebbe sostanzialmente:
- vietato tutti i sacchetti di plastica monouso nei supermercati e nelle farmacie di grandi dimensioni a partire dal 2012;
- vietato tutti i sacchetti di plastica monouso nei negozi di alimentari più piccoli e nei negozi che vendono alcolici a partire dal 2013;
- fornito ai consumatori, che non portano con sè o non acquistano una borsa riutilizzabile, sacchetti di carta (realizzati almeno per il 40% in materiale riciclato) al costo 5 centesimi l’uno;
- distribuito gratuitamente i sacchetti riciclabili o riutilizzabili a tutti coloro che ricevono l’assistenza pubblica (come i buoni pasto).
Il Governatore Arnold Schwarzenegger ha dato fin dall’inizio tutto il suo pieno sostegno al progetto, elogiando il lavoro dell’Assemblea e definendo il divieto del sacchetto di plastica «una grande vittoria per il nostro ambiente».
Dopo l’esito delle votazioni il Governatore ha invitato i legislatori a riconsiderare il provvedimento ed ha dichiarato: «La legge non è stata approvata per pochi voti: siamo tornati di nuovo indietro. Se non siamo riusciti quest’anno riusciremo il prossimo anno».
Il progetto aveva trovato anche il supporto dei leaders della California Grocers Association, un’associazione di categoria con più di 6.000 negozi di generi alimentari in California e Nevada e circa 300 aziende fornitrici di generi alimentari (incluse catene e supermercati indipendenti, discount e grande distribuzione).
L’appoggio era arrivato anche dal sindacato United Food and Commercial Workers (UFCW), dalla California Labor Federation, dalla California Retailers Association, un’associazione di categoria che riunisce circa 9.000 punti vendita (tra supermercati, drogherie e negozi al dettaglio) in tutta la California e da varie organizzazioni ambientaliste.
Le motivazioni che hanno spinto i Repubblicani a bocciare il disegno di legge
Con 21 voti contrari e 14 favorevoliIl Senato ha cancellato il provvedimento che avrebbe portato al declino del vecchio shopper in plastica sottile già dal 1 gennaio 2011. I Repubblicani si sono opposti con forza al disegno di legge, che considerano “un passo indietro per l’ambiente”. Il Senatore Jeff Denham ha motivato la sua scelta spiegando che l’eliminazione dei sacchetti di plastica a favore di quelli di carta sarebbe disastrosa per l’ambiente.
In un cinguettio su Twitter Heal the Bay, un’organizzazione ambientalista non profit che si occupa della tutela della Baia di Santa Monica, ha ricordato al Senatore Denham e a tutti gli oppositori che il disegno di legge non è un problema “carta-plastica”, ma riguarda esclusivamente tutti i sacchetti monouso.
La Senatrice repubblicana Mimi Walters ha votato contro: si è detta molto preoccupata che le famiglie a basso reddito non riescano ad affrontare un onere così elevato come l’acquisto dei sacchetti di carta. Secondo la Senatrice l’imposta sui sacchetti non è affatto necessaria e chiedere ai cittadini di pagare per ricevere un sacchetto di carta rappresenterebbe un costo troppo alto, che alcuni californiani non possono permettersi.
La posizione dell'American Chemistry Council
L’American Chemistry Council (ACC), che rappresenta le imprese chimiche e i produttori leader delle materie plastiche negli Stati Uniti, ha esercitato in questi mesi una decisa azione di contrasto contro il progetto di legge, una vera e propria guerra mediatica.
Sostenuta da aziende come Exxon e Dow e grazie a investimenti di milioni di dollari, l’ACC ha comprato in questi mesi spazi pubblicitari sui principali media del paese, mettendo in atto una strategia di comunicazione molto aggressiva: acquistando intere pagine di giornali e facendo passare sul web e sulle principali televisioni del paese un video autoprodotto l’ACC ha messo pesantemente in ridicolo il governo nazionale.
In questo video l’ACC accusa il governo, affermando senza mezzi termini che tale disegno di legge equivale ad una tassa di un miliardo di dollari a carico dei cittadini e che una manovra del genere avrebbe portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro nella zona di Los Angeles. L’ACC ha aperto anche il sito Stop the bag police! allo scopo di raccogliere virtualmente le firme contro il decreto.
Tim Shestek, senior director del gruppo ACC, ha dichiarato: «Questa legge avrebbe comportato costi più elevati per le famiglie e avrebbe messo a repentaglio centinaia di posti di lavoro. Uno stato con un buco di 19 miliardi di dollari dovrebbe avere altre priorità invece di eliminare i sacchetti di plastica e lasciare molte persone senza lavoro».
Ed ora la battaglia continua…
L’autrice del disegno di legge Julia Brownley ha aggiunto dopo il voto: « È stata una lotta tra Davide e Golia, ma questo movimento ambientalista non potrà essere fermato nemmeno col denaro e gli interessi dell’ACC».
Grazie ai fondi esistenti questa legge avrebbe creato un programma di prestiti per conservare i posti di lavoro in California, riconvertendoli in nuovi posti di lavoro per la produzione di plastica riutilizzabile e sacchetti di plastica durevole. Inoltre sarebbe anche stato esteso il già esistente programma di riciclaggio dei sacchetti di plastica nei negozi alimentari.
Nel frattempo, non tutto è perduto a livello locale. È già pronta una proposta concreta per bandire sacchetti di plastica da alcune contee di Los Angeles, che verrà presa a modello da altre città dello stato. Santa Monica e Manhattan Beach si sono già impegnate per passare al divieto e il sindaco di Los Angeles, Antonio Villaraigosa, sta facendo lo stesso. Il divieto è invece già entrato in vigore nelle città di San Francisco, Palo Alto, Fairfax e Malibu.