Isole pedonali, Legambiente "Gaia": Foggia è al 67° posto
In occasione del trentennale (1980-2010) dell’istituzione della prima isola pedonale, il circolo Legambiente “Gaia” di Foggia, presenta alcuni dati sul capoluogo dauno: 67° posto su 92 comuni, con 11 mq ogni 100 abitanti. Il presidente Tonino Soldo: “Per migliorare la mobilità in ambito urbano occorre ampliare il numero e l’estensione delle isole pedonali”
18 January, 2011
In occasione del trentennale (1980 – 2010) dell’istituzione della prima isola pedonale a Roma nell’area del Colosseo , Automobile Club d’Italia e Legambiente hanno presentano “La città ai nostri piedi”, storia e numeri delle aree chiuse al traffico, condividendo l’esigenza di affrontare in modo incisivo i problemi legati alla mobilità e al trasporto urbano, aumentando al contempo la sicurezza e la qualità ambientale delle città.
A distanza di trent’anni su 100 centri urbani monitorati da ACI e Legambiente sono 92 i capoluoghi di provincia che dispongono di isole pedonali e sono in media 34 ogni 100 abitanti i metri quadrati riservati esclusivamente ai pedoni.
Foggia si classifica al 67° posto con 11 mq ogni 100 abitanti, quindi nelle ultime posizioni nonostante la chiusura al traffico di piazza Cesare Battisti , su cui insiste il Teatro Comunale U. Giordano chiuso al pubblico. E per quanto riguarda le Zone a Traffico Limitato – si piazza al 61° posto con 40 mq ogni 100 abitanti.
L’isola pedonale rientra tra le strategie che gli amministratori possono adottare per migliorare la mobilità urbana. Se ben progettata e ben inserita, infatti, l’isola pedonale ha dimostrato di produrre effetti positivi nell’immediato e sul lungo periodo: da subito una riduzione dei livelli di smog e rumore accompagnato da una crescita del numero di utenti del trasporto pubblico e poi una miglior tutela di monumenti e patrimonio storico-artistico, una valorizzazione turistica, un generale aumento della vivibilità cittadina. A questo si aggiunge il miglioramento della sicurezza stradale, dal momento che è nei centri urbani che si verifica il maggior numero di incidenti (più di tre quarti del totale), con 1.892 morti e 223.166 feriti nel 2009, pari rispettivamente al 44,7% ed al 72,6% del totale.
La gestione della mobilità in ambito urbano è ormai d’importanza strategica, in considerazione del fatto che nelle aree urbane avviene la maggior parte degli spostamenti e che sempre nelle città risultano più evidenti i fenomeni di congestione, inquinamento derivante dalle diversi fonti e incidentalità stradale, con pesanti ricadute in termini di costi sociali. E’ necessario, pertanto, calibrare le politiche di intervento tenendo presente la funzione e l’uso di tutte le componenti del sistema: le strade e le loro diverse categorie, il trasporto pubblico su ferro e su gomma, i parcheggi pubblici e privati su strada ed in struttura.
Legambiente Circolo “Gaia” chiede di :
- Ampliare il numero e l’estensione delle isole pedonali e delle “zone 30” (è quell’area della rete stradale urbana dove il limite di velocità è di 30 km/h invece dei normali 50 km/h previsti dal codice stradale in ambito urbano. La minore velocità consentita permette una migliore convivenza tra auto, biciclette e pedoni.), nonché la diffusione di sistemi razionali di sosta a pagamento, con tariffe differenziate per zona e orario.
- Assicurare particolare attenzione agli utenti deboli della strada (pedoni, ciclisti, disabili ecc.), con assegnazione di risorse adeguate, sia in fase di pianificazione urbanistica (per es. realizzazione di reti di piste ciclabili sicure ed efficaci), sia attraverso l’uso di metodologie che consentano di valutare l’impatto sociale degli interventi sulla mobilità urbana, anche al fine di scongiurare fenomeni di esclusione sociale; occorre inoltre garantire la sicurezza delle infrastrutture di supporto (per es. valutazione degli attraversamenti pedonali e intervento per correggerne le lacune). Queste fasce d’utenza sono particolarmente vulnerabili: 667 pedoni morti nel 2009, il 15,7% del totale, di cui la metà ultrasessantacinquenni, e indici di mortalità massimi per i veicoli a due ruote (295 morti in incidenti che hanno visto coinvolte biciclette, 212 i ciclomotori e 1.037 i motocicli, in totale più del 43% del totale esclusi i pedoni).
- Promuovere meccanismi di incentivazione per il car-sharing (l'auto in multiproprietà) e il car-pooling (l'utilizzo dell'auto in almeno tre persone);
- Formare ed educare il cittadino ad un uso responsabile del mezzo privato in ambito urbano, riducendo gli spostamenti con l’automobile se non strettamente necessari (c.d. mobilità superflua), e promuovendo corsi di guida ecologica (c.d. ecodrive).
prof. Tonino Soldo
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