Roma: il Parco dello Sport, progetto che rimane dopo il ritiro del Gran Premio
Il sindaco di Roma Alemanno presenta un progetto di grande palazzo dello sport all'Eur. Nuovo investimento al posto del controverso Gran Premio di Formula Uno, che ha rinunciato all'ipotesi Roma. Perplessità e scetticismi tra residenti e ambientalisti
22 January, 2011
Annalisa Mancini
Via il Gran Premio, rimane il Parco dello Sport. E’ ufficiale: venerdì 21 gennaio pomeriggio a Roma, nel quartiere dell‘EUR, Maurizio Flammini e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, hanno annunciato il ritiro della candidatura dal Gran Premio di Formula 1 e ribadito che il progetto di edificazione dell’area delle Tre Fontane andrà avanti.
Dopo la decisione della Federazione Internazionale dell’Automobile di autorizzare una sola manifestazione nel Paese a (in allegato un estratto della lettera di Ecclestone al sindaco di Roma) Alemanno ha difeso il progetto della Formula 1, che avrebbe reso grande la città, e spiegato che in pieno accordo con Flammini ‘Se c’era un’alternativa secca tra Roma e Monza noi avremmo fatto un passo indietro. C’è soltanto coerenza. E’ un progetto importante per Roma: il circuito non impattava negativamente sulla vita del quartiere né sui suoi monumenti ma poteva trovare risorse per importanti progetti di riqualificazione’. Il Gran Premio che non c’è più servirà da volano per un nuovo progetto edilizio. ‘Il progetto formula futuro finisce?‘ ha proseguito Alemanno, ‘La risposta è no. Manca la punta di diamante, rimangono gli altri progetti: c’è una parte dell’EUR che deve essere trasformata’.
D’altra parte, Flammini deve rientrare dei 14 milioni di euro spesi nello studio dei due progetti. Il Parco dello Sport è stato presentato tra i fischi di contestazione dei residenti e gli applausi dei collaboratori della società FG Group, che Flammini gestisce insieme ai fratelli Paolo e Stefano, con parole roboanti prese in prestito dalla Formula 1. E così il ‘Nuovo motore di sviluppo’, in vista della candidatura di Roma alle Olimpiadi o Paralimpiadi del 2020, comprende un palazzo polifunzionale ‘unico in Italia’ che ospiterà 5 federazioni sportive e la sera potrà trasformarsi in auditorium, con due teatri indipendenti da 2.000 posti ciascuno. Lo stadio dell’hockey e quello del rugby saranno completati da un percorso ciclopedonale e dal Museo del Motorsport.
Va detto che l’ultima grande manifestazione sportiva, i Mondiali di Nuoto del 2009, hanno lasciato Roma con una miriade di nuovi impianti sportivi sotto utilizzati e il Foro Italico, unica struttura storica, ancora in attesa di restauro. ‘Noi dobbiamo cambiare pagina, la burocrazia deve adeguarsi alla velocità del Paese. La Formula 1 non è solo un sogno ma realtà progettuale che mettiamo a disposizione della comunità’ ha dichiarato Flammini, supportato da Claudia Bettiol, docente del Master in Ingegneria del fotovoltaico dell’Università di Tor Vergata: ‘Lo sport è il driver che accelera il cambiamento. Avrà un grande ruolo nella trasformazione energetica’.
Non convincono gli ambientalisti però né il nuovo progetto né il sondaggio commissionato a Renato Mannheimer (il quesito, che avrebbe raccolto il 60% dei consensi tra i cittadini dell’EUR, riguardava solo il gradimento del Gran Premio organizzato con strutture di supporto mobili) e neppure il larvato sostegno ottenuto da Carlo Ripa di Meana, presidente di Italia Nostra, che a chiusura della conferenza si è dichiarato disposto a ‘conoscere meglio il progetto’. Né è chiaro, il contributo del Parco dello Sport alla riqualificazione energetica della città di Roma. Il progetto farà parte del Secondo Polo Turistico che l’amministrazione capitolina vorrebbe sviluppare nella zona sud della città.
Soddisfatta comunque del risultato parziale Legambiente Lazio, che ha diffuso un comunicato stampa dopo la conferenza: “E' finito l'inutile incubo del Gran Premio di Formula Uno nella Capitale, il Sindaco Alemanno ha perso tanto tempo a danno dei cittadini per un progetto che non si sarebbe mai potuto realizzare come era chiaro sin dai primi orientamenti delle organizzazioni internazionali e come è stato confermato poi dalla lettera di Ecclestone".