Referendum: eletti i Garanti. I Promotori: “Al voto prima del 15 maggio”
Oltre a Ada De Cesaris, eletti il cassazionista Leonardo Salvemini e il presidente dell’Ordine degli Avvocati Paolo Giuggioli. Ora la verifica dei documenti entro i 30 giorni, poi il sindaco sceglierà la data per indire il Referendum. Che stando alle scadenze, non potrà andare oltre il 15 maggio, cioè prima delle elezioni amministrative. Ma sulle date è polemica.
25 January, 2011
Dopo la bellezza di 15 votazioni, il consiglio comunale di Milano ieri ha finalmente “partorito” l’intero collegio dei Saggi per le verifiche sulla campagna referendaria ambientale promossa dall’associazione “Milanosi muove”. Oltre alla cassazionista Ada De Cesaris, eletta la settimana scorsa e chiamata a presiedere il comitato, gli altri due Garanti saranno il cassazionista Leonardo Salvemini e il presidente dell’Ordine degli Avvocati Paolo Giuggioli.
Visto il calendario e regolamenti alla mano, il comitato promotore ha fatto tutti i calcoli dovuti circa le tempistiche per portare i milanesi al voto. Considerato che il collegio dei Saggi dovrà procedere alle verifiche entro 30 giorni, concluso questo iter il sindaco Letizia Moratti dovrà indire il Referendum in una data che vada tra i 30 e i 70 giorni successivi all’ok sui documenti da parte dei Garanti. Tradotto: i milanesi dovranno essere chiamati al voto prima del 15 maggio. “I 5 referendum dovranno tenersi prima delle elezioni - ha osservato il presidente di “Milanosimuove”, l'ex assessore alla Mobilità Edoardo Croci - e questo è un bene perché con la contestualità della campagna referendaria e di quella elettorale, la difesa dell'ambiente e la vivibilità della città saranno temi centrali nell’agenda politica e nel confronto cittadino”.
Come ribadito ieri dopo l’elezione dei due Garanti, la legge non prevede contestualità tra Referendum e elezioni amministrative, come invece accade in molti altri paesi d’Europa. Quindi, se tutto verrà rispettato, è probabile che si arrivi a chiamare i milanesi alle urne per esprimersi sui 5 quesiti già i primi di aprile (c’è chi parla del primo week end, ma sono solo voci di corridoio). Se si considera che il regolamento comunale impedisce di unire Referendum locali a Referendum nazionali, l’eventualità che tra aprile e giugno i milanesi siano chiamati alle urne ben 4 volte (inclusi i 2 turni delle amministrative), è un’ipotesi più che probabile, considerata anche l'impossibilità da un punto di vista delle tempistiche di cambiare i regolamenti. Per questo nella maggioranza consiliare però il fronte del “no” al Referendum prima delle comunali resta cospicuo.
Ma i promotori sui 5 quesiti non transigono. “Il regolamento - ha osservato il radicale Marco Cappato, segretario di “Milanosimuove” - non assegna ai partiti e alla politica alcun potere discrezionale sulla scelta della data. Lo farà il sindaco, e nel rispetto delle regole”.