Il Punto sulla crisi - Le reazioni agli arresti per la gestione emergenza rifiuti. Intanto finisce la tregua
Dure reazioni di Legambiente e Wwf agli arresti di alcuni tra i responsabili della gestione dell'emergenza rifiuti in Campania. La crisi, mai realmente terminata, si appresta al ritorno alla normalità: i sacchetti tornano ad invadere le strade. Il Comune lancia l'allarme, la Provincia non sa ancora che sito scegliere per sversare, il piano regionale è in alto mare
29 January, 2011
Dopo gli arresti di ieri riportiamo le reazioni di delle due più importanti associazioni ambientaliste agli arresti effettuati ieri a Napoli nell'ambito dell'inchiesta sui rifiuti gettati in mare:
Legambiente.“Quella di oggi è solo l’ultima puntata di una penosa telenovela lunga 17 anni, fatta di Commissariamenti, omissioni, inadempienze, deroghe e illegalità costata alla collettività italiana oltre 3,5 miliardi di euro ed enormi danni alla salute”. E’ questo il commento di Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente e Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania sull’'inchiesta della procura di Napoli relativa allo sversamento di percolato in mare.
“Quanto contestato dalla Procura confermerebbe ancora una volta la pessima gestione del ciclo dei rifiuti in Campania, che mette in pericolo la salute dei cittadini e dell’ambiente – aggiungono Ciafani e Buonomo -. Per gestire la straordinaria emergenza dei rifiuti in Campania si è adottato uno strumento straordinario, fatto di commissariamenti e deroghe che, stando alle accuse della procura, nasconderebbe ancora una volta una illegalità straordinaria. Un ciclo dei rifiuti basato soprattutto sulla discarica è già di per sé malato, ma anche nella discarica migliore, si produce del percolato, un refluo pericoloso che va trattato con estrema attenzione. Un’attenzione che più volte nel passato è mancata in Campania dove, oltre a non essere presente un ciclo sostenibile dei rifiuti, manca anche una corretta gestione delle acque reflue, urbane e di origine produttiva, che rende ancora più grave e preoccupante il quadro emerso dalle indagini”.
Wwf. Anche il Wwf commenta la vicenda giudiziaria legata alla gestione dell’emergenza rifiuti.
“Se le accuse rivolte a Marta Di Gennaro, ex vice di Bertolaso alla Protezione Civile, al prefetto Corrado Catenacci e Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell'Ambiente, l'ex governatore Antonio Bassolino, verranno confermate dalla Magistratura ci troveremmo di fronte al
tradimento della fiducia da parte di pubblici amministratori.
A loro infatti lo Stato ha dato enorme fiducia tanto da consentirgli di operare in deroga alle sue stesse norme.
Ma ancora una volta i poteri straordinari, come già nel caso dello scandalo della Protezione Civile, invece che servire per risolvere un’emergenza pur con corsie preferenziali ma comunque nel rispetto delle regole, rischiano di trasformarsi essi stessi in una “Emergenza per la Legalità” – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia. Questi rappresentati dello Stato più di qualsiasi altro pubblico amministratore avrebbero dovuto tenere un comportamento irreprensibile mentre siamo costretti a rilevare che i reati contestati sono gravissimi e dimostrano quanto sia fondamentale il ruolo della Magistratura nella difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. Ruolo che oggi abbiamo sottolineato proprio in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario segnalando l’attività costante della rete dei 300 eco-avvocati del WWF”.
“Il WWF ricorda il processo ‘madre’ del caso rifiuti in Campania, ovvero, il maxi-processo, tuttora pendente, che dal 2008 vede sul banco degli imputati dell’aula bunker del Tribunale di Napoli nomi di spicco del panorama politico-economico italiano i quali, devono rispondere della gestione illecita ed inefficace in materia di rifiuti. Mala gestione che ha condotto al collasso delle istituzioni preposte alla gestione dei rifiuti e alla conseguente crisi cronica in Campania. Il processo, nel quale il WWF è parte civile, è ancora in corso in primo grado e durerà probabilmente anni per il grande numero di imputati, testi e parti civili. Tra gli imputati figura, tra gli altri, il Governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino, oggi indagato dalla Magistratura per reati riguardanti sempre la gestione dei rifiuti, ed allora per reati commessi in
qualità di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, durante l’incarico ricoperto tra il 2000 e 2004”.
Il Wwf sottolinea poi la questione della differenziata, nascosta dalle cronache:
"Esiste una parte della città di Napoli che ha dimostrato, avendo a disposizione gli strumenti giusti, di poter raggiungere livelli di raccolta differenziata comparabili con le più efficienti città europee. Grazie ad un progetto avviato due anni fa dal WWF 7 quartieri napoletani col ‘porta a porta’ hanno realizzato il 60% di raccolta differenziata con punte oltre il 90%. Un dato che se replicato sulla città intera toglierebbe ben 27.000 tonnellate di rifiuti in discarica al mese a dimostrazione che i cittadini di Napoli, se ben guidati, superano in efficienza e tenacia i loro stessi amministratori oggi di nuovo sul banco degli imputati. In una ‘cronaca nascosta’ questi cittadini ‘Campioni’ di differenziata hanno ‘risparmiato’ alla discarica ben il 66,09% dei rifiuti prodotti consentendo di recuperare la materia e riducendo il fabbisogno di discariche. Sono bastati due anni di lavoro, comunicazione e sensibilizzazione con operatori dedicati nell’attività ‘pilota’ per dimostrare come i cittadini napoletani superino in efficienza i propri amministratori che finora, al contrario, li
hanno condannati all’emergenza cronica. I quartieri coinvolti sono Bagnoli, Ponticelli, Centro Direzionale, Chiaiano, Colli Aminei, San Giovanni a Teduccio, Rione Alto. Bagnoli con i suoi 19.236 abitanti è il quartiere più virtuoso della città con il 91,11% di raccolta differenziata (su 3.519 tonnellate di rifiuti prodotti da gennaio a settembre 2010 ben 3.206 non vanno in discarica). Seguono il Centro direzionale con l’84,25% per 2.349 abitanti, Chiaiano con 72,63% per 24.860 abitanti, i Colli Aminei con 68,43% per 21.961 abitanti, Ponticelli con 65,43% per 10.888 abitanti, Rione Alto con il 64,68% per un totale di
16.509 abitanti, San Giovanni a Teduccio con 50,15% di differenziata per 31.876 abitanti.
Intanto la crisi si avvia alla sua naturale ripresa: la tregua – valida solo per la città di Napoli – è finita.
Ieri sera le giacenze riversate in strada ammontavano a 450 tonnellate e, in mancanza di fatti nuovi molto difficili da prevedere, sono destinati ad aumentare. Nei quartieri centrali i cumuli ancora non si vedono perché sono stati abbandonati nelle periferie, a Ponticelli, Pianura, Soccavo e Quarto, ma di qui a poco si espanderanno di nuovo a macchia d’olio. A Palazzo San Giacomo l’assessore all’Igiene, Paolo Giacomelli, rientrando da un giro di ispezione, ha rilasciato dichiarazioni preoccupate: «Chiaiano è satura e prende 300 tonnellate in meno (da 800 a 500) e gli Stir continuano a essere bloccati, a breve può tornare la crisi».
L’assessore regionale all’ambiente, però, è di tutt’altro avviso. «Entro febbraio il piano che Bruxelles ci ha chiesto sarà pronto, sto per mandare la seconda tranche e subito dopo partirà la terza». In attesa, però, Napoli ha ripreso a chiedere aiuto. «I problemi», dice l’assessore Romano, «sono dovuti alla raccolta non allo smaltimento e il Comune di Napoli deve superarli», Riprende, cioè, l’antica querelle alla quale, però, l’assessore Romano conta di ovviare iniziando il trasferimento dei rifiuti, via mare, in due discariche in Andalusia capaci di accogliere dieci milioni di tonnellate. «A un prezzo del 30% inferiore a quelli italiani». A queste “spedizioni”, che dovrebbero partire a metà febbraio, sta lavorando con impegno anche il presidente della giunta, Stefano Caldoro. A piazza Matteotti, infine, il presidente Cesaro ha ripreso le trattative con il sindaco di Casamarciano che rappresenta i colleghi del territorio nolano. C’è stata qualche proposta migliorativa per le discariche comprensoriali, ma la strada è ancora lunga e tutta da percorrere.
Tornando ai problemi di giornata, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la chiusura imprevista dell’impianto di Caivano che è la struttura portante del fragilissimo ciclo di raccolta. L’impianto è stato riaperto ieri pomeriggio, ma, dice l’assessore, agli autocompattatori di Asia è stato concesso di scaricare appena 100 tonnellate, poi il sito è stato di nuovo chiuso. Un problema, insomma, che si risolve solo con le discariche comprensoriali che la Provincia dovrebbe indicare entro domani. Che è cosa praticamente impossibile: nessuno le vuole, anche se ieri sera Cesaro ha detto ottimisticamente: «Vedo diradare le nubi».
A Quarto oggi si manifesta: ale 14 parte la marcia antidiscarica per bloccare la riapertura della cava di contrada Spinelli. Alla crociata partecipa anche il vescovo Pascarella, ma il sindaco Secone è realista: «Mi fa piacere, ma sono solidale con i cittadini che dicono: vedrete alla fine la spunteranno».