Lombardia: rincari sul trasporto pubblico locale, ma non per tutti
Presentato ieri il piano di aumenti tariffari del 10%. Previsti anche nuovi piani di agevolazioni, che riguarderanno il 40% degli utenti. Se gli standard qualitativi raggiungeranno gli obiettivi, a maggio verrà dato il là a un altro pacchetto di incrementi dei prezzi.
31 January, 2011
Da domani via agli aumenti del trasporto pubblico locale in Lombardia: le tariffe dei treni regionali e degli autobus subiranno dei ritocchi all’insù del 10%. I rincari però non riguarderanno tutti i pendolari: nel nuovo piano presentato ieri al Pirellone dal governatore Roberto Formigoni e dall’assessore regionale ai Trasporti Raffaele Cattaneo.
La novità principale è la formula di abbonamento “Ovunque in Lombardia”, tessera mensile integrata per viaggiare su tutti i mezzi pubblici, dai bus urbani a quelli extraurbani, dai tram alle metropolitane, dai treni suburbani e regionali fino ai battelli sul lago d'Iseo e le funicolari. La tariffa di lancio dell'abbonamento sarà di 85 euro in questa prima fase, che diventeranno 99 da maggio. Si potranno anche richiedere “Trenocittà”, l'abbonamento per i pendolari che usano il treno e i mezzi pubblici nelle città capoluogo della Lombardia, che prevede risparmi fino al 30% a seconda dei casi. Poi c’è “Io viaggio in famiglia”, che prevede tutta una serie di sconti sugli abbonamenti per le famiglie con più figli e il viaggio gratis sui mezzi pubblici per i minori di 14 anni accompagnati da un familiare. Gli abbonamenti mensili e annuali dei figli minori di 18 anni sono scontati del 20 per cento, rispetto alla tariffa ordinaria, per il 2° figlio, e diventano gratuiti dal 3° figlio in poi.
Non mancano però le polemiche sul nuovo piano tariffario. Dura la Cgil, specialmente nei confronti del ticket “Io viaggio treno-città”, che dovrebbe consentire di limare le spese a coloro che usano treni e mezzi e urbani. “In base alla nuova tariffa – dice la sigla in una nota - un pendolare che arriva in un comune capoluogo avrà l’agevolazione, mentre chi viaggia da un comune non capoluogo verso un altro comune non capoluogo, non l’avrà. E’ iniqua”. Il piano non piace anche ai comitati dei pendolari: “Tanti utenti sono discriminati e inoltre nella denuncia dei redditi del 2010 non si potranno più mettere in detrazione le spese per gli abbonamenti”. Tra treni e bus, i ritocchi riguarderanno oltre un milione di utenti.