I limiti del benzo(a)pirene restano al 2013. La Commissione Ambiente non vincola il Governo alle modifiche
La risoluzione del 1 febbraio 2011 non è vincolante per la modifica del decreto legislativo n.155/2010 che rinvia il limite del B(a)P di un nanogrammo per metro cubo al 2013. Per Legambiente: “E’ una presa in giro a spese dei cittadini che continuano a respirare un pericoloso cancerogeno”. Nelle stesse ore Peacelink di fronte alla Commissione Bicamerale per l’Infanzia ha presentato il dossier “Le minacce del B(a)P sulla salute dei bambini”
02 February, 2011
Il 1 febbraio 2010 l’ VIII Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha votato a maggioranza una risoluzione che non vincola perentoriamente il Governo, ma si limita a chiedere al Ministero dell’Ambiente un impegno di revisione del decreto legislativo n. 155/2010, in base al quale, il limite del B(a)P di un nanogrammo per metro cubo viene prorogato al 2013. Il decreto (chiamato salva-Ilva), varato nell'agosto 2010 favorisce l'impianto siderurgico di Taranto in quanto può procrastinare di altri due anni i costosi adeguamenti necessari a limitare l'emissione del pericoloso inquinante.
L’obiettivo della risoluzione Zamparutti-Bratti, (coincidente con la posizione delle associazioni ambientaliste, medico-pediatriche e dei cittadini di Taranto in particolare) era quella di non rimandare al 2013 il raggiungimento dell’obiettivo di un nanogrammo per metrocubo di benzo(a)pirene in aria, ma di ripristinare la precendente normativa che fissava al 31 dicembre 2010 il rispetto dei limiti. Approvata, invece, dalla maggioranza la richiesta di “impegno” dell’onorevole Ghiglia. Egli ha dichiarato prima della votazione: “Senza vincolare irragionevolmente il Governo sul piano delle iniziative legislative”, sarebbe più opportuno “conferire un chiaro mandato a riapprofondire nuovamente tutti gli aspetti della vicenda”.
I dati dell’ARPA Puglia.
Secondo le ultime rilevazioni la media annuale pesata di benzo(a)pirene nel quartiere Tamburi di Taranto passa da 1,3 nanogrammi per metro cubo (ng/mc) rilevati nel 2009, a ben 2,00 ng/mc accertati nel 2010 fino a tutto il mese di ottobre. Nella relazione dell’ARPA Puglia pertanto si evince che “anche se le concentrazioni di B(a)P fossero pari a 0, nei mesi di novembre e dicembre (cosa ovviamente impossibile), risulta già superato il valore obiettivo annuale di 1,0 ng/m3”. Con questi dati, la stima dei casi di tumore ai polmoni nella popolazione del quartiere Tamburi è di circa 4 casi. Gli esperti dicono, però, che quelli sono i danni per il "solo" benzo(a)pirene; se si tiene conto di tutti gli altri IPA presenti nell’atmosfera di Taranto, quel 4 va moltiplicato per 2,7 e, pertanto, la stima dei casi di tumore al polmone nel quartiere Tamburi è di 11 casi.
Le dichiarazioni.
“Si tratta di un’evidente presa in giro da parte dei deputati del Pdl e della Lega verso quei cittadini che oggi nel nostro Paese continuano ad essere esposti a questo potente cancerogeno”. Così Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente ha commentato il voto della VII Commissione Ambiente della Camera. Hanno aggiunto Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia e Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto: "Nonostante le proteste di migliaia di persone che hanno firmato la petizione di Legambiente “Liberiamo l’aria dal benzo(a)pirene” e hanno manifestato in tutti i modi il proprio dissenso, si impone ai tarantini e agli abitanti di altre città italiane di continuare a respirare un pericolosissimo cancerogeno".
Elisabetta Zamparutti, deputata Radicale, e Alessandro Bratti, deputato del PD, co-promotori della risoluzione per il ripristino della normativa precedente sul benzo(a)pirene, in merito alla votazione hanno dichiarato: "E’ grave che la maggioranza non abbia ritenuto, a distanza ormai di mesi dalla presentazione delle nostre risoluzioni, di far assumere al governo un impegno sul ripristino della normativa precedente il decreto 155/2010. E’ una scelta irresponsabile - continuano i due parlamentari - rispetto alla quale occorre rafforzare una lotta che attiene alla legalità, alla salute e all’ambiente. Diamo atto alle opposizioni di averci sostenuto e ai comitati di aver svolto un importante lavoro. Si tratta ora di continuare una battaglia che di certo non finisce oggi".
Una nuova possibilità: Peacelink di fronte alla Commissione Bicamerale dell’Infanzia
Dopo l'audizione del 17 novembre 2010 nella Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, l’associazione Peacelink si è presentata nuovamente in Parlamento per un'audizione di fronte alla “Commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza”. Il caso ha voluto che l’incontro avvenisse nello stesso giorno della votazione della Commissione Ambiente. L'obiettivo è lo stesso: modificare il decreto legislativo (155/2010) che ha tolto il limite massimo della sostanza cancerogena e genotossica, capace di modificare il DNA trasmesso dai genitori ai bambini.
La pediatra Annamaria Moschetti assieme al professore Marescotti hanno presentato il dossier “Le minacce del Benzo(a)Pirene sulla salute dei bambini”. I senatori e deputati della Commissione Bicamerale Infanzia saranno dunque chiamati a pronunciarsi sui danni che il B(a)P può provocare fin dalla gestazione del feto, quando il DNA è 10 volte più vulnerabile. La scelta di portare la voce dei cittadini e il dramma dei bambini nella Commissione Bicamerale Infanzia spiega Marescotti, presidente di Peacelink “nasce dal fatto che in quella commissione parlamentare in genere vige una logica "bipartisan" che tende a superare le divisioni di partito per mettere al centro il bene comune”.