"Strategia Rifiuti Zero in Puglia": dall'utopia alle realtà consolidate
Sabato 5 febbraio 2011, si è tenuto a Bari il convegno-workshop “Obiettivo Rifiuti Zero”. Due esempi di comuni a "rifiuti zero": Capannori(LU) e Monsano (AN). Tra i vari progetti presentati per la eliminazione del "residuale" destinato a discarica: il compostaggio pubblico per le mense, i pannolini lavabili e il caffè “ecologico” al posto delle cialde delle macchinette
06 February, 2011
Sabato 5 febbraio 2011 si è tenuto a Bari, presso la Sala del Consiglio della Provincia, il convegno “Obiettivo Rifiuti Zero” . Nel corso dell'incontro è stata effettuata una ricognizione su quella che viene considerata la frontiera più avanzata e innovativa sul tema del ciclo dei rifiuti: la Strategia Rifiuti Zero.
All'iniziativa, coordinata da Lucio Lugli, hanno partecipato Giovanni Barchetti, Assessore all'Ambiente della Provincia di Bari, Lorenzo Nicastro, Assessore alla Qualità dell'Ambiente Regione Puglia, Orazio Schiavone, Presidente Gruppo Consiliare IDV Regione Puglia, Sebastiano de Feudis, Coordinatore Regionale IDV Puglia e Paolo Brutti, Responsabile Nazionale IdV Dipartimento Ambiente.
In qualità di esperti, sono intervenuti alcuni dei protagonisti delle migliori pratiche di gestione del ciclo dei rifiuti in Italia ed in Europa. Raphael Rossi, tecnico della ESPER, Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti (ex dirigente Amiat di Torino), specializzato nella progettazione di sistemi per la raccolta differenziata, in particolare domiciliare, Alessio Ciacci, Assessore all'Ambiente Comune di Capannori (LU) primo comune ad aver attuato la strategia rifiuti zero, Luca Fioretti, sindaco di Monsano (AN), Presidente Nazionale dell'Associazione Comuni Virtuosi e Roberto Cavallo, Cooperativa ERICA – Alba (Cuneo), esperto di programmazione e piani dei rifiuti.
Le posizioni degli assessori
L'obiettivo dell'iniziativa: trovare le migliori soluzioni per fare della Puglia la prima regione nell'adozione della “Strategia Rifiuti Zero”, partendo dalle altre esperienze virtuose italiane.
Il convegno ha delineato nel corso del suo svolgimento le varie posizioni politiche e le conseguenti soluzioni tecniche. Allo scetticismo di Barchetti per il quale l’unica strada percorribile, a valle della Raccolta Differenziata, rimane quella della valorizzazione energetica con l’uso degli inceneritori, si sono contrapposte altre differenti posizioni.
“Nella gestione dei rifiuti in Puglia – ha dichiarato l'assessore Nicastro - ciascuna Istituzione deve assumersi le proprie responsabilità: la Regione pianifica, la Provincia monitora e il Comune raccoglie i rifiuti. Lo Stato deve invece pensare a restituire dignità all'ambiente, trattando gli illeciti ambientali come crimini verso l'ambiente e non punendoli semplicemente con delle contravvenzioni, altrimenti caldeggia la presenza di criminalità e mafia nel business dei rifiuti”. Inoltre ha annuciato l’apertura di 80 Ecoshop in 80 comuni pugliesi, presso i quali sarà possibile portare i rifiuti della raccolta differenziata in cambio di punti volti a ottenere dei premi.
Le buone pratiche. Gli interventi dei tecnici
Dopo gli interventi politici, determinanti sono state le descrizioni delle buone pratiche messe in atto nelle altre città italiane. L'Assessore del Comune di Capànnori, Ciacci, ha dimostrato come la raccolta dei rifiuti "porta a porta" sia la soluzione più vantaggiosa. I dati forniti sul comune di 45.000 abitanti, hanno evidenziato, nel giro di pochi anni, perfomance invidiabili:
- un aumento della raccolta differenziata fino al 80% circa;
- la riduzione totale dei rifiuti solidi urbani di alcune tonnellate
- la diminuzione della tariffa integrata ambientale del 20%,
- l’aumento di 50 unità lavorative nella azienda municipalizzata senza alcun aggravio per i costi di bilancio.
- la creazione di numerosi progetti che mirano all'eliminazione della frazione residua. Dall’incentivazione fornita ai pannolini lavabili al posto di quelli degli usa e getta, all’uso di compostiere pubbliche (da 250 persone) da porre affianco alle mense scolastiche e aziendali. Detersivi alla spina e vendita di prodotti sfusi.
La tesi è stata confermata anche da Raphael Rossi, tecnico della ESPER, specializzato nella progettazione di sistemi per la raccolta differenziata, in particolare domiciliare. “Il successo della raccolta differenziata dipende dalla prevenzione e riduzione dei rifiuti, da una forte motivazione dell'Amministrazione Comunale e dalla condivisione del progetto da parte dell'Azienda di servizio. Anche indispensabili – ha spiegato Raphael Rossi – una mirata campagna pubblicitaria e un'incentivazione economica per i cittadini. L'Obiettivo Rifiuti Zero è possibile, soprattutto se si pensa che tecnici e politici fino al 2007 pensavano che la percentuale massima di raccolta differenziata raggiungibile fosse del 35%, mentre oggi sappiamo che ci sono realtà come Capannori che superano anche l'80%.”
Fioretti, presidente Nazionale dell'Associazione Comuni Virtuosi ha dichiarato: “Sempre meno useremo la termodistruzione, sempre più ci allontaneremo dall’obiettivo della raccolta differenziata”. La riduzione della frazione residua deve avvenire, per Fioretti, attraverso la realizzazione di diversi progetti e accordi che mirano alla eliminazione dei diversi componenti della frazione residua. Uno di questi ha come obiettivo la nascita del caffè “ecologico” attraverso il prossimo incontro tra i rappresentanti dei comuni virtuosi con le aziende produttrici di capsule per le macchinette da caffè. Uno studio ha ipotizzato che nella sola città di Capànnori, si consumano in un anno circa 750 mila capsule da caffè, corrispondenti a 9 tonnellate circa.
Roberto Cavallo, presidente di ERICA ed AICA, ha confrontato i dati relativi del potere d’acquisto con quelli della produzione dei rifiuti. In Italia nel 2010, nonostante il potere d’acquisto si sia ridotto fino ai livelli del 1998, la produzione dei rifiuti urbani è comunque salita. Al contrario, in Germania la produzione dei rifiuti urbani è diminuita nonostante il potere d’acquisto sia aumentato. Ciò è dovuto, per Cavallo, essenzialmente, per l’uso di pratiche corrette come la riduzione, riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti, che invece, sono mancate in molte regioni italiane.
La raccolta differenziata di tipo "stradale" non ha assicurato ad esempio dei validi risultati. A volte sono state attuate delle gestioni fallimentari. Tra le pratiche peggiori di raccolta differenziata da non imitare, Cavallo ha evideziato, la raccolta "a campana interrata". A Trento, furono abbandonate dopo pochi mesi. A Bari il sistema Kanguro (costo un milione di euro circa) non è entrato mai in funzione.
Ha concluso Cavallo: "L’unico sistema che ha garantito finora dei risultati è stato quello della raccolta “porta a porta”. Questa pratica oltre a garantire l’aumento delle relazioni sociali e dei comportamenti virtuosi, ha contribuito quantitativamente e visibilmente alla riduzione dei rifiuti".