Contributo Conai, dal 1° marzo pagano anche i sacchetti biodegradabili compostabili. Gli altri in materiale bioplastico pagano già dal 1° gennaio 2011
Il Consiglio nazionale Imballaggi ha stabilito che dal 1° marzo 2011 gli imballaggi composti in materiale biodegradabile e compostabile, conformi alla normativa europea EN 13432, saranno soggetti al versamento del Contributo Ambientale Conai sugli imballaggi in plastica. Tale decisione integra quella presa in precedenza che stabiliva l’assoggettamento allo stesso Contributo Plastica per tutte altre tipologie di materiale bioplastico, a partire dal 1° gennaio 2011
09 February, 2011
Il Consiglio nazionale Imballaggi ha stabilito che dal 1° marzo 2011 gli imballaggi composti in materiale biodegradabile e compostabile, conformi alla normativa europea EN 13432, saranno soggetti al versamento del Contributo Ambientale Conai sugli imballaggi in plastica. Tale decisione integra quella presa in precedenza che stabiliva l’assoggettamento allo stesso Contributo Plastica per tutte altre tipologie di materiale bioplastico, a partire dal 1° gennaio 2011.
La proposta di inclusione era nell’aria da tempo, e viene resa effettiva ora in conseguenza del notevole aumento delle quantità di sacchetti bio rilevata negli impianti di selezione a valle della raccolta differenziata della plastica. Da un’analisi condotta da Corepla risulta infatti che la percentuale sia in continuo aumento, una crescita che in parte è imputabile al bando ministeriale, ma che era già cominciata da tempo, seppure con molta disparità da una regione all’altra.
Il provvedimento giunge anche per normare una situazione che fino ad ora era rimasta – anche a fronte delle ridotte quantità di prodotti immessi in commercio – piuttosto confusa e nebulosa. L’importo del contributo da versare sarà lo stesso previsto per gli imballaggi plastici, ossia gli attuali 160 euro a tonnellata che diventeranno 140 nel mese di luglio.
38 commenti
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18.02.2011 14:02
Ecco la data, lunedi 7 marzo il polieco organizza a Roma un convegno sul bando. MARCIA SU ROMA
Sacchetto di Plastica
16.02.2011 10:02
Cari colleghi,
volevo chiarire alcune cose che mi riguardano.
Io (produttore di shoppers)non sono contro il bando in quanto tale, anche se non credo che il problema del mondo siano i sacchetti di pehd, ma sono contro la tempistica e le modalità di tale bando.
Cioè, non si può lasciare un mercato in balia di principi generali senza adeguate norme tecniche di secondo grado, così facendo si genera solo caos e null'altro.
Poi non si può proibire un prodotto dall'oggi al domani senza dare nemmeno la possibilità ai produttori di smaltire le scorte.
Se per quanto riguarda i decreti attuativi noi non abbiamo colpe, ma subiamo impotenti tali (non) scelte è pur vero che per quando riguarda i magazzini pieni avremmo potuto smaltirli prima del 1° gennaio, visto che la norma è li dal 2007.
Pur vero è, che le associazioni di categoria, consulenti, politici, hanno (fino al 31 dicembre) assicurato noi produttori che per ovvie ragioni la normativa del 2007 non sarebbe mai entrata in vigore, quindi noi cullandoci su ciò che ci veniva assicurato da più parti abbiamo fatto finta di niente.
Precisato ciò,io credo che sia anche giusto e senza l'uso di sacchetti in bioplastica, ma non dall'oggi al domani come dice la normativa, ma con dei graduali scaglionamenti e per segmenti di prodotti, in modo tale da ridurre gradualmente l'uso della plastica e nel frattempo sviluppare capacità produttive atte a lavorare al meglio la bioplastica, dando modo ai produttori di bioplastica di aumentare la capacità produttiva,migliorare le proprietà della bioplastica, sviluppare una capillare rete distributiva sul territorio e con un conseguenziale riduzione dei costi.
Si potrebbe partire obbligando i comuni o consorzi di comuni che hanno o fanno uso di compostatori ad usare i sacchetti in bioplastica per lo sversamento della parte organica nei compostatori.
In un secondo momento si potrebbe passare alla GDO ed infine ai piccoli negozi, escludendo i negozi di abbigliamento o qualsivoglia attività non legata alla vendita di beni alimentari.
Questa è solo un idea, un idea che darebbe tempo ai produttori di biopolimeri di soddisfare la richiesta di materiale e darebbe tempo ai trasformatori di riconvertire gli impianti.
Oggi invece, la situazione è questa: i produttori di biopolimeri non hanno a sufficienza materiale atto a soddisfare la domanda da parte dei trasformatori,al momento tutti i produttori di bioplastica nel mondo non hanno materiale disponibile anche perchè nessuno (compreso loro) si aspettavano una legge del genere in Italia e quindi non hanno avuto modo di prepararsi e stanno correndo ai ripari adesso.I trasformatori sono fermi,alcuni pensano di chiudere altri falliranno, i più fortunati "lavoricchiano" tra quel poco di bioplastica e additivi ecc....
Io voglio chiarezza, voglio sapere quali prodotti posso utilizzare, quali non posso utilizzare, quali sacchetti posso produrre quali non posso produrre e voglio avere la libertà di scegliermi il mio fornitore non voglio che mi si imponga per forza di cose!
Questo chiedo, niente di più.Anzi vi è un'altra cosa che chiedo,l'informazione corretta e veritiera, cosa che negli ultimi mesi ho visto solo come un vago ricordo.
Cara Novamont, mi servono 1000 tonnellate per domani mattina o al più presto, pagamento in contanti.Si faccia avanti e dimostri che veramente ha il materiale per i suoi clienti.Forza attendo notizie.
Paola D.
16.02.2011 09:02
Alice, in base a quali prove scientifiche affermi che è meglio un sacchetto biodegradabile?
Alice
16.02.2011 08:02
Io non credo sia giusto far pagare il contributo plastica al biodegradabile. Passa il messaggio sbagliato, che alla fine sia tutto uguale. E invece per quanto il bando sia stato fatto male è comunque sempre meglio un sacchetto biodegradabile a uno in polietilene.
claudio
15.02.2011 22:02
scusate... non voglio monopolizzare la discussione, ma ho dimenticato di dire che dopo la giornata della chiarezza usciamo con un nome, magari un logo e scriviamo su tutti i sacchetti d'italia i due o tre (o quattro...) punti condivisi che vogliamo portare all'attenzione di tutti nel paese.
E tutti i produttori li scrivono su tutti i loro sacchetti... e se qualche cliente non vuole questa scritta non deve riuscire a comperare un solo sacchetto in tutta italia!
claudio
15.02.2011 22:02
API non deve rappresentarci, non se non lo vogliamo.
Deve semplicemente aiutarci ad organizzare la GIORNATA DI CHIAREZZA DELLO SHOPPER.
Ma ricordate che oltre alla chiarezza è importante che da questa giornata usciamo con un'organizzazione unitaria che porti avanti alcuni punti condivisi da tutti.
Ve ne propongo due molto semplici:
1. I produttori di shopper sono da sempre attentissimi alle tematiche ambientali e non sono contrari alla biodegrdabilità della plastica, ma non accettano che biodegradabilità significhi necessariamente compostabilità!
2. I produttori di shopper PRETENDONO che i produttori di additivi biodegradabili si impegnino a fornire prodotti efficaci ed a garantire informazioni scientificamente inoppugnabili e veritiere!
Così si sgombra il campo dalle insinuazioni che gli additivi servano per fare i furbi e imbrogliare la gente, come dice il senatore Ferrante, che ha coniato l'epiteto di "furbetti del sacchetto"!
Poste queste premesse che permettaranno a tutti di lavorare, sarà possibile in tempi non biblici, (coinvolgendo Ministero, Istituto di Sanità, Università, eccetera, eccetera) definire criteri e certificazioni.
Che ne dite?
Ma se siete d'accordo sertec@apito.it deve ricevere CENTINAIA di richieste di adesione. Non i soliti 4 o 5 disperati.
Passate parola, per favore.
Io credo che ci rimanga poco tempo e che questa sia l'ultima possibilità di farci sentire prima che qualcuno decida per tutti.
Maurizio
15.02.2011 18:02
Scusate ma mi sembra doveroso a questo punto fare un po' di chiarezza.
Api Torino è intervenuta sollecitamente a difendere gli interessi dei produttori quando il comune di Torino ha deciso di vietare i sacchetti di plastica, grazie al loro intervento ed ad una concertazione tra produttori, comune , commercianti e quanti altri nella filiera si è evitato un'ordinanza sbagliata e restrittiva ai soli materiali conformi alla 13432.
Grazie a quell'intervento si possono usare gli additivi e in questo momento la gente ha piu' chiara la situazione, le grandi catene si sono orientate verso il mater bi i piccoli hanno 'l'alternativa.
Quindi dire che Api ci ha remato contro è sbagliato!!!
Dovremo anche farci un esame di coscienza perchè molti di noi hanno scoperto che il mondo sta cambiando il 22 dicembre quando è passata una legge che seppur sbagliata ci fa capire che dobbiamo svegliarci e non continuare ad essere miopi, additivi, risparmio energetico, mezzi meno inquinanti e migliore comunicazione devono entrare nelle nostre produzioni.
Vendere biodegradabile si riusciva anche prima della legge e si potrà fare anche se la togliessero alziamo la testa e guardiamoci intorno.
Adesso bisogna unirci con qualcuno che ci aiuti a trovare un accordo e mettere da parte le divisioni.
Unionplast avrebbe dovuto cercare un accordo col ministero invece di andare a muso duro contro la politica pur sapendo che è il modo migliore per perdere la battaglia.
Facciamo chiarezza e se l'intento vero del Ministro è la tutela dell'ambiente riusciremo a farci sentire e a trovare una soluzione intelligente che accontenti tutti, Novamont compresa, altrimenti almeno ci avremo provato.
Ivan
15.02.2011 17:02
Dai allora forza organizziamo questa GIORNATA DELLA CHIAREZZA SULLO SHOPPER !
Ps x Paola D.: Ho avuto modo da poco tempo di conoscere Api Torino, e posso dire che sono molto preparati sull'argomento e visto che non c'è molto tempo per rorganizzarci, credo che al momento sia una delle poche oppurtunità che abbiamo per fronteggiare l'emergenza tutti insieme. Secondo me l'importare è stare uniti per farci sentire, c'è troppa mal informazione depistata e manipolata volutamente da chi sappiamo tutti. Pertanto con o senza Api dobbiamo muoverci in fretta. Possiamo anche creare un sito/forum dedicato a questo argomento.
Ciro
15.02.2011 15:02
Claudio sono d'accordo con te il detto c'e' e non sbaglia: " l'unione fa' la forza! " anche se non sono 20 euro ma qualcosa in piu' penso che la cosa piu' importante ora e' salvaguardare le nostre piccole aziende il nostro personale e i nostri interessi.... Se sai come poter organizzare questa cosa io ci sono e credo fortemente anche in altri colleghi.
Paola D.
15.02.2011 14:02
Claudio, sul fatto che bisogna unirsi non ci sono dubbi. Ma farsi aiutare da un'associazione che non solo finora non ha fatto nulla, ma addirittura ha remato contro, mi sembra una follia.
Non è questione di antipatia o simpatia (io personalmente non conosco nessuno di API), ma di semplice valutazione dei fatti.
claudio
15.02.2011 14:02
Scusate... partiamo da un presupposto.
Tutti perfettamente d'accordo non saremo mai.
C'è chi già usa il Mater Bi, chi vuole gli additivi, chi non vuole niente e vorrebbe tornare come prima.
A qualcuno l'APi è simpatica, ad altri sta sulle p...
Il punto però è semplice: fino a che ce la raccontiamo qui, magari ci sfoghiamo, ci sentiamo meglio, ma non contiamo niente.
Se invece ci mettiamo tutti insieme forse (non è garantito neppure così...) qualcosa in più conteremo.
Tutti insieme vuol dire però essere disponibili a parlare con i propri concorrenti, eventualmente con l'API, con chi insomma è disponibile a fare qualcosa... ma soprattutto vuol dire che dovremo elaborare una richiesta condivisa da tutti, che pertanto un po' scontenterà tutti!
Altrimenti preparatevi che al Ministero hanno già messo in conto che se gli shopperari chiudono alla fine è pure meglio per la nazione.
Premesso che io non ci guadgno assolutamente nulla da un eventuale iniziativa dell'API, credo che un'associazione che ha già delle strutture possa aiutarci ad organizzare questa GIORNATA DELLA CHIAREZZA e che sia più semplice farsi dare una mano da loro che non autogestirci (visto che qui siamo in 3 gatti e già non siamo d'accordo!).
Se invece ci piace continuare a lamentarci tra di noi, va benissimo, continuiamo pure. Qualcuno che legge si frega le mani e conta già i soldi che farà quando non ci saremo più.
Paola D.
15.02.2011 13:02
Stiamo parlando della stessa API Torino che ha firmato come nulla fosse il protocollo di intesa con il Comune per il divieto (anticipato) dei sacchetti? No grazie, io me ne sto bene alla larga!!!
claudio
15.02.2011 13:02
per organizzare la GIORNATA DELLA CHIAREZZA SULLO SHOPPER bastano 20 EUR per ogni produttore di shopper, non 1000!
Con 20.000 EUR affittiamo una sala cinematografica o una sala d'hotel a ROMA e invitiamo tutti i portatori di interese, i produttori di polimeri, anche NOVAMONT, quelli additivi anche quelli sanzionati dal garante, la grande distribuzione, i riciclatori, la confocommercio, l'istituto superiore si sanità, gli esponenti politici, il ministero, eccetera eccetera... e naturalmente tutti i produttori di shopper
Se uno non viene è un problema suo.
La mattina interventi in cui si ascoltano tutte le campane e il pomeriggio discussione aperta a tutti.
Nella peggiore delle ipotesi finalmente stampa e TV sentiranno la voce di tutti e non di uno solo.
Ed alla fine, se siamo furbi, costituiamo un consorzio o un'associazione che d'ora in poi parli con una voce sola... perchè se adesso la scapoliamo, non bisogna illudersi che finisca qui!
API ci sta provando... ma se non ci riesce dobbiamo farlo da soli E ALLA SVELTA!!!
Sacchetto di Plastica
15.02.2011 09:02
@ Annalisa,sono consapevole di ciò, ma 1000 euro per ogni produttore di shoppers (circa 1000) è un milione di euro con il quale penso che qualcosa si riesca a fare!Il problema è l'unione tra noi produttori, non c'è mai stata e mai ci sarà...e questi sono i risultati!!Ben ci sta!Unionplast non so che sta facendo, ancora non ho capito se hanno veramente fatto ricorso al TAR o meno, anzi chiedo gentilmente alla redazione di contattare il TAR del Lazio per avere notizie in merito!
Poi Legambiente mi fa ridere, aprite i giornali di legambiente e vedete chi sono gli sponsor, tra i quali mensilmente COMPRA un intera pagina uno dei più grandi PRODUTTORI di SACCHETTI per la spazzatura di PLASTICA!Ahahaha!!!
Tornando a noi, è interessante il progetto di CLAUDIO il quale andrebbe sposato al più presto...
Teniamoci aggiornati!
Annalisa
14.02.2011 21:02
Scusa SACCHETTO, ma io i soldi per comperare giornali e giornalisti non li ho..magari l'associazione di categoria avrebbe dovuto "spingere" di più sui media no?
Sacchetto di Plastica
14.02.2011 20:02
Ecco il vero problema:
noi (in pochi) siamo qui a parlare...bla bla bla!!!
la Novamont è in TV sui giornali ovunque...
E noi parliamo parliamo parliamo...Fatti e non parole è il momento di agire, le parole non bastano!
wglishoppers
14.02.2011 18:02
L'Assessore all'Ambiente dell' ALTO ADIGE invita i cittadini a non conferire le nuove borse della spesa biodegradabili nei rifiuti organici.
Ma non ha detto i bio shoppers in Mater-bi, perchè NOVAMONT si è sentita tirata in ballo? Allora sanno che si tratta di monopolio.
Annalisa
14.02.2011 18:02
Ciro, sul sito di Polimerica trovi la risposta della Novamont all'Alto Adige.
A quanto mi pare di aver capito, il problema è del centro di compostaggio, non dei sacchetti.. TUTTI devono adeguarsi a Novamont, questo è uno slogan perfetto.
Non so se hai letto la risposta della novamont alla questione conai applicata e anche lì pretendono che si sappia dove vanno i soldi, avrebbero preferito non pagare nulla, chiameranno i giornalisti per visitare gli scintillanti impianti (mentre i nostri chiusi non li considera nessuno)...
Non so più che dire...
Giorgio
14.02.2011 18:02
Plastica o bioplastica, il punto è un altro: non serve a nulla sostituire i sacchetti normali con quelli bio, bisogna smettere di pensare che l'usa e getta sia l'unica soluzione! Le borse riutilizzabili non hanno nessuna controindicazione e si usano da una vita!
Ciro
14.02.2011 17:02
Che bel casino che ha creato Novamont insieme alla Prestigiacomo.I comuni non accettano sacchetti Bio, i clienti sono costretti a pagarli 3/4 volte di piu', puzzano, si rompono facilmente, non sono riciclabili,non servono per il compostaggio, non si sa' dove buttarli e inoltre messi nell'acqua non si sciolgono, io personalmente ho immerso un sacchetto MaterBi nell'acqua sono passati 3 mesi e mezzo e' ancora intatto , ma allora a cosa serve questa plastica Bio? Sono d'accordo con Annalisa, una bella campagna publicitaria sullo shopper per informare le persone. Incominciate a mandare qualche idea per poi condividrela tutti insieme.
( Da plastica nasce plastica)
R = recuperami
R = riusami
R = ricilclami
Bioshopper: in Alto Adige non si compostano
Sabato 05 Febbraio 2011 11:40
L'Assessore all'Ambiente invita i cittadini a non conferire le nuove borse della spesa biodegradabili nei rifiuti organici.
Impianto di compostaggio in Alto AdigeL'Alto Adige, una delle regioni italiane più avanzate nella tutela ambientale, non sembra apprezzare i vantaggi offerti dai nuovi sacchetti biodegradabili e invita i cittadini, attraverso l'assessore provinciale all'ambiente, Michl Laimer, a non gettarli tra i rifiuti organici. Secondo l'assessore, il fatto che le le borse in distribuzione nei negozi siano "biodegradabili" non significa automaticamente che si possano avviare a compostaggio insieme con i rifiuti organici.
Giulio Angelucci, direttore dell'Ufficio gestione rifiuti dell'Agenzia provinciale per l'ambiente, prova a chiarire: "Sostanzialmente le borse non rientrano nella tipologia rifiuti organici o "bio" e costituiscono un aspetto problematico per tutti gli impianti di recupero".
wglishoppers
14.02.2011 12:02
Ho visto il video di striscia. Il Sig. versari (novamont) ha detto che per i bio si usa fino al 50% di petrolio. Facendo 2 conti, se prima facevo una spesa che pesa 5 kg usavo una shoppers non bio. Ora se faccio una spesa di 5 kg devo usare almeno 3 bio-shoppers . Aiuto mi trovo che consumo piu petrolio ora.
claudio
13.02.2011 21:02
Ma perché non lo sapevate?
Sicuramente mi sbaglio, ma vi propongo questo scenario del tutto ipotetico.
ENI deve bonificare il sito di Porto Torres.
Novamont non ha mai fatto utile e il Banco San Paolo non vede l'ora di sbolognarla, magari miracolosamente guadagnandoci.
L'azienda della famiglia Prestigiacomo da sempre fa affari con ENI, proprio nelle bonifiche.
Spruzzateci sopra anche un po' di legambiente (che come è noto è pesantemente sponsorizzata da Novamont) per dare a tutto una patina di ecologismo che non guasta mai ed il gioco è fatto.
ENI compra Novamont a prezzi esagerati anche con i nostri soldi, visto che in gran parte è ancora dello stato, fa bonificare Porto Torres all'azienda della Prestigiacomo e anche qui sarebbe bello andare a vedere quanto paga, e si mette a produrre la meravigliosa bioplastica verde in Sardegna (dove andrà a prendere le materie prime nessuno lo sa, ma chi se ne frega!).
Povera ENI, non vorrete che faccia questo sforzo senza la certezza che poi la bioplastica la venderà? Altrimenti Scaroni, AD dell'ENI come farà a portarsi a casa i suoi 4 milioni e rotti di EURO all'anno di stipendio?
Ed ecco la messa al bando dei sacchetti, queste orribili armi di distruzione di massa prodotte da incalliti e noti delinquenti che disprezzano la natura ed odiano i cetacei.
Bisogna dire che il piano non è male, però non sono stati furbissimi: nella legge hanno scritto biodegradabile e non compostabile e adesso devono arrampicarsi sugli specchi per dimostrare che la plastica resa biodegradabile con gli additivi non va bene (invece va benissimo ed è pure meglio della bioplastica!) e hanno fatto 'sta cosa troppo presto perché la NOVAMONT, che dice di avere un sacco di materiale in realtà non ce l'ha neppure per i clienti contrattualizzati.
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, dicevano una volta.
Naturalmente si tratta di ignobili calunnie e io per primo non credo ad una sola parola di quelle che ho scritto! E' doveroso dirlo altrimenti con tutti gli avvcocati che ha l'ENI mi fa scomparire dalla faccia della terra.
La vera ragione del bando è che ci sono i delfini che si strozzano col sacchetto e il sen. Ferrante è come Zorro che toglie ai ricchi (i produttori di sacchetti, come è noto pieni di soldi) per dare ai poveri (l'ENI e la Prestigiacomo, poveri Cristi senza una lira)!
Scrivete all'API di Torino per favore e facciamo sta benedetta giornata di chiarezza sugli shopper. Bisogna essere in tanti e fare un po' di casino: forse qualche giornale ci ascolterà.
Ivan
13.02.2011 20:02
Incredibile...dopo aver letto questi due articoli ora la situazione sta diventando sempre più chiara, è uno scandalo!!!
Altro che ecologia..qui sono solo interessi da parte di qualche azienda.
Ed ora capisco anche perè il governo tarda a dare spiegazioni, stanno dando tempo all'azienda leader italiana produttrice di bioplastica per raddoppiare la produzione, per poi dandire qualsiasi altro materiale!!! SCANDALOSO !!!
Povera ITALIA!
Fate girare la notizia!!!
Per tutti i produttori e distributori contattate urgentemente API Torino
PASSATE PAROLA: mandate e fate mandare una mail a
sertec@apito.it
Annalisa
13.02.2011 10:02
Bene.
Ho trovato 2 notizie molto interessanti che vorrei condividere con voi e che ho già inviato a REPORT.
Siamo tutti in grado di fare 1+1..
http://lanuovasardegna.gelocal.it/dettaglio/porto-torres-inizia-a-ottobre-la-rivoluzione-verde-di-eni-e-novamont/3274739
e
http://www.infiltrato.it/inchieste/italia/stefania-prestigiacomo-inchiesta-sui-conflitti-dinteresse-del-ministro
Altro che INQUINANTISSIMI SHOPPER...
Sacchetto di Plastica
13.02.2011 08:02
Buongiorno,
avete visto ieri sera striscia la notizia?Se non l'avete fatto fatelo, anzi vi lascio il link, guardate i primi 2 servizi...
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/videogallery/videogallery_cristina_gabetti.shtml
Sono ormai 2 settimane che fanno, in maniera più o meno velata, pubblicità alla Novamont, infatti nei servizi si riconoscono in maniere limpida alcuni simboli o marchi di codesta azienda!
Oltre tutto, come ormai accade ovunque la voce è monotematica, mai che ci sia una voce contro...
A questo punto vi invito a mandare una bella mail alla signora Gabetti per fargli capire che non tutto quello che luccica è oro!!!
Poi ho avuto un'altra idea che secondo me potrebbe essere buona per avere un pò di visibilità.
Durante la puntata di ieri si parlava anche di un povero cane che è stato tolto al padrone e che ora CERCA CASA e si invitavano i telespettatori interessati a mandare una mail...
Sarebbe bello adottare il cane e quando arrivano le telecamere di striscia per far vedere la nuova casa del cane (che sarebbe uno dei nostri stabilimenti!) far vedere che il cane ha trovato casa ma noi l'abbiamo persa....
Che ne pensate?
Link al video di stoppa per adottare il cane:
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoflv.shtml?2011_02_stoppa12.flv
Mandate mail alla Gabetti!!!
claudio
12.02.2011 15:02
L'idea di Annalisa è GRANDIOSA!!!
Il punto è decidere tutti insieme cosa scrivere sui sacchetti.
API Torino sta cercando faticosamente di organizzare un consorzio, che non richieda necessariamente l'associazione ad API, piuttosto che ad UNIONPLAST o a CONFARTIGIANATO, e che raccolga tutti i produttori e/o distributori di shopper, di modo che finalmente si parli con una sola voce e si abbia il peso che si merita.
PASSATE PAROLA: mandate e fate mandare una mail a
sertec@apito.it
e dite che volete essere informati ed aderire al costituendo consorzio.
Ci sono più di mille produttori di shopper in Italia. Dobbiamo tirarli dentro TUTTI e ALLA SVELTA!
La prima iniziativa sarà una GIORNATA NAZIONALE DI CHIAREZZA SUGLI SHOPPER in cui si farà appunto chiarezza sulla situazione assurda che si è venuta a creare invitando ministero e media.
Ma prima ancora si potrebbe decidere cosa scrivere su tutti gli shopper d'Italia!
Facciamo partire da qui il TAM TAM.
Scrivete a tutti quelli che conoscete!
Nessuno
12.02.2011 12:02
Ma come devo pagare 160 euro per il CONAI???
Ma se i sacchetti in MAterBI si possono buttare ovunque, non uccido i delfinim dopo pochi mesi non si vedono più, se vanno nei terreni è ottimo come concime, se non ho niente di che mangiare a casa e il frigo è vuoto sono ottimi anche in forno a dimenticavo non svolazzano sugli alberi e nei fiumi i pesci ne vanno matti....
E perchè mai dovrei pagare il CONAI???
Per gli altri colleghi, non contribuiamo a fare disinformazione, i sacchetti in materbi devono essere utilizzati per la raccolta dell'umido o devono essere buttati nell'indifferenziata.
Nel caso un sacchetto di materbi venga smaltito nella raccolta della plastica questo è impossibile da separare e la materia prima che ne deriverebbe sarebbe difficile/impossibile (dipende dai quantitativi di materbi) da estrudere...
Comunque, la situazione di oggi è che i sacchi in materbi se li può permettere solo la GDO e grandi catene, che pressano i propri fornitori i quali si dividono quel poco di materiale che si trova...
I piccoli clienti vogliono ed usano plastica normale o con additivi e non se ne fregano del MaterBi, tanto multe non ne possono ricevere.
L'unico problema per i trasformatori e che i clienti essendo incerti sul futuro ordinano ciò che basta cercando di avere i magazzini vuoti per non rischiare che da un giorno all'altro esca qualche decreto che li metta in ginocchio...
teniamoci aggiornati e nel nostro piccolo cerchiamo di fare qualcosa.
wglishoppers
12.02.2011 12:02
1) Bandire il bando degli shoppers
2) Bloccare le importazioni dalla cina
3) Abolire il CONAI
4) Creare un fondo di credito d'imposta per le aziende che producono shoppers
4) Dimissioni di tutto il ministero dell'ambiente.
Andiamo a ROMA a lottare per i nostri diritti
produttore di shoppers
12.02.2011 12:02
Fate come volete, io non paghero i 160 euro di contributo conai...
E anzi porterò il conai in tribunale!
Non è plastica?non inquina?non è rigenerabile?
E all'ora che cavolo di Conai devo pagare...
Annalisa
12.02.2011 11:02
Sig. Claudio, per quanto riguarda la Plastic Vortex può leggere anche qui.
http://www.macplas.it/pagine/detta-news.asp?ID=3563&&IDmenu=1&Lingua=ita
Continuano a fare delle campagne denigratorie ma non informative. Siamo in Italia, purtroppo.. la mia idea è quella di utilizzare lo shopper come pubblicità per INFORMARE le persone. Un messaggio che tutti i produttori dovrebbero scrivere sullo shopper generico. Un messaggio chiaro e non interpretabile.
Ieri in un discount le persone uscivano con la roba in mano, senza buste in mater bi vendute a 10 cent l'una, senza sacchi in stoffa, senza buste rigide. Anzi, qualcuno ha sfoderato "L'inquinantissimo shopper in polietilene" :-D
claudio
12.02.2011 09:02
scusa Mostro (mi spiace veramente doverti chiamare così...), hai ragione da vendere quando dici che sui sacchi in bioplastica c'è scritto che sono compostabili, l'ho detto anch'io.
Questa storia del compostaggio anzi adesso è strombazzata fino alla nausea.
La gente fino a dicembre non sapeva neanche cosa fosse il compostaggio... adesso sembra che il compostaggio invece sia la soluzione di tutti problemi ambientali e non della nazione.
I compostatori sono degli eroi e i produttori di sacchetti di plastica convenzionale dei delinquenti che di notte si tuffano in mare a strozzare i delfini.
Non fraintendermi: il compostaggio è una gran bella cosa! ma quanti impianti di compostaggio che funzionano come si deve ci sono davvero in Italia. magari se prima ne facevamo di più e tutti i comuni facevano la raccolta differenziata dell'umido e SOLO POI toglievamo i sacchetti di plastica non era una cattiva idea. Cosa dici?
Il problema è che oggi solo pochi sacchi in bioplastica finiscono nel compostaggio, e non solo per incuria.
Altro punto: la mia esperienza di cliente fidelizzato di un supermercato (di cui non faccio il nome ma comincia con una consonante... lunga) è che i suoi sacchi compostabili puzzano e si rompono subito... peraltro sono microscopici e non ci sta dentro niente.
Perché non mi porto la sporta?
Perchè poi devo comperare i sacchi per l'immondizia!
Quando mi davano il mio bello shopper ci portavo la spesa a casa e poi lo mettevo nella pattumiera per l'indifferenziato e ti posso garantire che a casa mia gli shopper non si accumulavano e che nella mia vita non ho mai abbandonato nell'ambiente solo un sacco di plastica.
Non vorrei, poi, sembrarti un difensore del CONAI, ma siccome di questa cosa un po' mi sono occupato ti posso dire che il vecchio contributo assimilato alla carta per le bioplastiche deriva dal fatto che per un po' si era detto di raccogliere la bioplastica nella carta, poi le cartiere hanno detto che non riuscivano più a gestire la cosa 8perchè la bioplastica dava fastidio pure a loro). il problema si è trascinato ed è diventato urgente adesso per due motivi: che la bioplastica è aumentata a dismisura con il bando dei sacchi e che i contributi CONAi si sarebbero troppo ridotti. Il problema non sono gli stipendi dei dipendenti del CONAI, ma il ruolo istituzionale che la Comunità Europea gli affida e che deve essere garantito alfine di non venire multati come nazione. Che poi questo ruolo venga svolto bene o male io non sono in grdao di dirlo.
Per quanto riguarda infine i materiali compositi, non ne capisco molto, ma direi che hai ragione tu.
Ma allora vale ancora una volta la pena di chiedersi: ma cosa aveva fatto di così orribile il povero sacchetto di plastica se il mondo è pieno di imballaggi molto più voluminosi e molto meno eco-sostenibili, contro i quali non dice niente nessuno?
Il problema è l'isola di spazzatura? Allora guardiamo tutti qua: http://greatpacificgarbagepatch.info/. A me sembrano tutte bottiglie e contenitori, peraltro non tutti di plastica.
Qualcuno è in grado dire qual'è la percentuale dei sacchetti nell'isola di spazzatura? Sono convinto che se si potesse finalmente saperlo avremmo delle sorprese.
wglishoppers
12.02.2011 09:02
E bravo il conai, invece di difendere i propri consorziati pensa solo a intascare i contributi.
Mostro
12.02.2011 09:02
Partiamo dal fatto che molti shopper Biodegradabili e compostabili sono marchiati CIC, consorzio Italiano compostatori (aderiscono circa il 75% dei compostatori Italiani), quindi la destinazione finale e l'utilizzo è chiara.
Per quanto riguarda la resistenza degli shopper biodegradabili non è vero che si rompono tutti, dipende da come vengono fatti e anche da chi li fa!!
Il conai applicato sui materiali biodegradabili dal 1996 è assoggettato al contributo COMIECO ovvero 22 € tons (come per la carta), quindi solo dopo 15 anni le teste benpensanti del CONAI per garantirsi un lauto stipendio ed una importante pensione hanno deliberato unilaterlamente senza motivi tecnici o perlomeno logici di cambiare il tipo di contributo a 160 €/ton!
Invece di incaponirsi su delibere fatte a capocchia non è molto meglio concentrarsi su tutti gli imballaggi dannosi e non recuperabili vedi Tetrapack (cartone, alluminio, plastica e collanti) o imballaggi misti contenenti cartone, PS, PE, alluminio e tanti altri prodotti!
Questo è il problema, il concetto è sbagliato!
Buon lavoro a tutti anche a quelli del conai!
claudio
12.02.2011 09:02
A mio modesto parere il CONAI ha fatto benissimo a richiedere il contributo plastica anche alle bioplastiche.
Adesso che la grande distribuzione ci riempie di plastica compostabile nessuno riesce a produrre abbastanza rifiuto umido per usare tutti i sacchetti compostabili che si ritrova in casa. Peraltro in molte città non cè neppure la raccolta differenziaat dell'umido.
I sacchetti compostabili sono così fragili che, quando non arrivano a casa già rotti, è comunque difficile utilizzarli per la raccolta dei rifiuti solidi indifferenziati.
Quindi?
Il sacchetto (rotto) in bioplastica dove lo butto?
Mentre sui sacchetti oxo-biodegradabilic'è scritto di non usarli per l'umido e di riciclarli come plastica, su quelli in bioplastica c'è scritto solo che sono compostabili... ma se non li posso compostare dove li metto?
Ce lo dice il CONAI dove li mettiamo: nella plastica!
Del resto il povero consumatore non è tenuto ad avere un dottorato in chimica e neppure ad attrezzare un laboratorio analitico in casa per gettare via le spazzature! Il sacchettino in bioplastica (rotto) lo mette nella plastica senza stare troppo a pensarci su.
E tutta questa bioplastica che finisce nel riciclo della plastica, come dice giustamente il CONAI, crea un sacco di problemi ed è proprio per questo che deve pagare il contributo.
Questa mi sembra un'ulteriore dimostrazione, se ce n'era bisogno, che pretendere, come vorrebero NOVAMONT e LEGAMBIENTE, che tutti i sacchi siano compostabili crea un sacco di problemi (quello del riciclo è solo uno), invece che risolverne!
Speriamo che anche al Ministero se ne siano convinti e si decidano a divulgare questi benedetti chiarimenti, dicendo una volta per tutte che la plastica biodegradabile non deve necessariamente essere anche compostabile.
Produttore shoppers
12.02.2011 07:02
CONAI- Consorzio Nazionale Imballaggi- è il consorzio privato senza fini di lucro costituito dai produttori e utilizzatori di imballaggi con la finalità di perseguire gli obiettivi di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio previsti dalla legislazione europea e recepiti in Italia attraverso il Decreto Ronchi (ora Dlgs. 152/06).
Ora, mi chiedo, cosa c'entrano i sacchetti in BIOPLASTICA, i quali non possono essere rigenerati???
Il loro ciclo di vita è quello del monouso e poi della discarica/inceneritore!!!
Che c'entra il CONAI con le BIOPLASTICHE???
L'italia è un paese bello per questo, non mi finisce mai di stupire...
Da questa assurda legge, usciranno molti sconfitti e pochi vincitori, e a questo punto non mi resta che sperare di rientrare nella seconda categoria!!!
Buon proseguimento...ma le parole le porta via il vento!
Redazione
11.02.2011 17:02
Precisiamo che il contributo Conai che interessa gli imballaggi in plastica biodegradabile ma non compostabile è già entrato in vigore a partire dal 1° gennaio 2011. Gli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile conformi alla normativa UNi EN 13432 verseranno invece il contributo a partire dal 1° marzo 2011.
Annalisa
10.02.2011 07:02
Le chiamano BIOPLASTICHE, mi sembra giusto che vengano assoggettate al COREPLA..
Redazione
09.02.2011 21:02
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