I rimedi contro lo smog Val Padana in ordine sparso
Auto ferme o meno riscaldamento? Sparito il patto dei sindaci «Scelte impopolari». L'assessore di Torino all'Ambiente di Torino: "Prevale l'egoismo di chi non vuole fare scelte impopolari" - da corrieredellasera.it del 9.02.2011
11 February, 2011
Elvira Serra
MILANO - A Saronno da domenica le auto vanno a trenta all'ora. La regola vale fino al 15 marzo. A Cremona il sindaco Oreste Perri ha chiesto di abbassare la temperatura nelle case a 18 gradi. A Brescia la Provincia ha deliberato che per tutto febbraio le macchine viaggino a targhe alterne dalle 7 alle 21: ora spetta ai trentotto Comuni firmare le ordinanze. Il Veneto è nella morsa del Pm10: 214 microgrammi a Treviso (quattro volte oltre i limiti di legge), 200 a Padova, 180 a Venezia, 134 a Vicenza, 120 a Verona, 104 a Rovigo. Insomma, tutta la Val Padana è ricoperta da una cappa di smog: perché se sono 48 le città in Italia con le polveri sottili in caduta libera, 30 di queste si trovano al Nord. Nel 2010 aveva colpito l' asse Moratti-Chiamparino, uniti nella lotta all' inquinamento dell' aria. Ma adesso il filo conduttore sembra la disomogeneità delle iniziative. Milano ha scelto due domeniche a piedi, Torino una. Padova chiude il centro storico la domenica pomeriggio, Verona bloccherà il traffico il 20 febbraio (con pausa pranzo). Non che nel resto d' Italia vada meglio. Tra oggi e domani le giunte dei Comuni dell' area fiorentina si riuniranno per decidere se accogliere o meno la proposta di ridurre il riscaldamento domestico a 18 gradi, fissare il limite di 90 chilometri orari in autostrada e fare due domeniche a piedi, a febbraio e a marzo. Perugia andrà a targhe alterne venerdì e sabato. In Emilia Romagna sono in programma giovedì senz' auto facoltativi nei centri con più di 50 mila abitanti (hanno aderito in 82). «Questa serie arlecchinesca di interventi non è in grado di ridurre strutturalmente gli inquinanti a un livello che non sia pericoloso per la salute dei cittadini», sbotta Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente. Secondo lui sarebbero invece indispensabili tre cose: «Provvedimenti chiari, dei quali sia misurabile l' efficacia; un coordinamento nazionale che intervenga anche quando il Comune è latitante; l' intesa delle amministrazioni delle aree omogenee per raggiungere un unico obiettivo». Fiorillo non risparmia un parallelo amaro con la spazzatura di Napoli: «Ci scandalizziamo per le montagne dei rifiuti abbandonati sulle strade. Io mi scandalizzo per lo smog accumulato da anni a Milano: i sindaci sono fortunati perché non si vede a occhio nudo». Ammette l' assessore all' Ambiente di Torino Roberto Tricarico: «Manca un piano antismog nazionale, più volte annunciato dal ministro Stefania Prestigiacomo e mai decretato. Finché ci saranno assessori regionali per i quali i blocchi sono inutili, non ha senso fare fronte comune, prevalgono gli egoismi dei singoli che non vogliono fare scelte impopolari». A nome dell' Anci, l' associazione nazionale dei comuni italiani, interviene Flavio Morini, primo cittadino di Scansano (Grosseto). «Non c' è il piano del governo: è da luglio dell' anno scorso che non veniamo più convocati. Chiudere al traffico, l' unico potere nelle mani dei sindaci, senza altri interventi strutturali non serve a nulla». Milano ha esaurito il bonus annuo dei 35 giorni fuori legge per l' inquinamento fissati dall' Unione europea e per la città potrebbe già scattare la procedura di infrazione comunitaria. Per questo oggi la Provincia coordina il tavolo per affrontare le concentrazioni di smog nell' aria. Il vicesindaco Riccardo De Corato rivendica però tutte le misure prese finora contro l' inquinamento, a cominciare dall' ecopass. E puntualizza: «Nel caso in cui la Corte di giustizia decida di intervenire per una eventuale sanzione comunitaria, questa non sarà indirizzata a Milano, ma all' intero Paese».