Efficienza energetica, l'allarme di Legambiente: nove case italiane su dieci sono dei “colabrodo”
In occasione dell'anniversario del Protocollo di Kyoto, l'associazione ambientalista pubblica il dossier "Tutti in classe A", sulle prestazioni energetiche degli edifici italiani sia pubblici che privati. Si “salvano” solo le case bolzanine, mentre altrove le dispersioni di calore sono all'ordine del giorno. Male anche gli enti locali, che solo in rari casi (Trento, Bolzano, Lombardia e Piemonte) hanno varato una normativa adeguata e completa. L'appello al Governo: introdurre prestazioni minime di efficienza per le case nuove e quelle ristrutturate
15 February, 2011
Nell'ambito della campagna “Tutti in classe A” sull'efficienza energetica in edilizia, lanciata in occasione dell'anniversario dell'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, Legambiente ha realizzato, in collaborazione con Sorgenia, un dossier sulla sostenibilità e l'efficienza delle abitazioni italiane. Sonora la bocciatura per il campione di 100 edifici (tra appartamenti e uffici) analizzato da una squadra di tecnici in 15 città: solo 11, tutti costruiti a Bolzano, sono stati “promossi”. Per valutare la sostenibilità degli edifici, sono state utilizzate immagini termografiche realizzate con un apposito macchinario capace di evidenziare le caratteristiche termiche ed energetiche dei materiali impiegati nelle pareti esterne dell’edificio. Le foto, raccolte nel dossier, mostrano la differenza tra una casa in classe A, ossia con uno standard di qualità energetica che certifica un bassissimo fabbisogno di energia per il riscaldamento, e quelle costruite invece senza alcuna attenzione a questi temi. «Con le termofoto - ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile Energia di Legambiente - vogliamo rendere evidente quanto sia importante avere case ben progettate e costruite, che garantiscono una migliore qualità della vita agli abitanti grazie al buon isolamento delle pareti, e a parità di comfort, possono ridurre sensibilmente la spesa per il riscaldamento invernale e fare a meno dei condizionatori d’estate». Secondo l'associazione, adottando accorgimenti per migliorare l'isolamento termico è possibile ridurre fino a un terzo la spesa per il riscaldamento e il raffrescamento, con un risparmio annuo compreso tra i 200 e i 500 euro a famiglia.
Ecco, nel dettaglio, i risultati dell'indagine, che sarà ripetuta nei prossimi anni. Per quanto riguarda gli edifici residenziali, sono state prese in considerazione costruzioni realizzate negli ultimi dieci anni (vendute spesso a cifre superiori a 3/4.000 euro a metro quadro). Quasi tutte presentano carenze strutturali (pareti senza isolamento, finestre sottili e montate male, ponti termici tra diversi materiali, serramenti e solai inadeguati, etc) che determinano dispersioni di calore, un risultato che evidenzia quanto poco siano cambiate, negli ultimi trenta anni, le attenzioni da parte di progettisti e costruttori nei confronti di materiali, tecnologie e modalità costruttive impiegate per il contenimento degli sprechi energetici. Diversa la situazione delle case di Bolzano, le cui foto mostrano caratteristiche omogenee delle pareti, il cui isolamento permette di evitare sbalzi termici. In questo modo si possono ridurre i costi del riscaldamento e del raffrescamento. Per fare un esempio, un edificio certificato di Classe A ha bisogno di circa 30 kilowattora per metro quadro (kWh/mq) all'anno per il riscaldamento (paragonabile alla capacità di 3 litri di gasolio per riscaldare efficientemente per un anno la superficie di 1 mq), rispetto ad un edificio nuovo di Classe C che ha bisogno di circa 70 kWh/mq anno, mentre un edificio come quelli “bocciati” dalle analisi, mediamente di classe E, ha bisogno di oltre 120 kWh/mq anno.
Ma lo studio non ha riguardato solo le abitazioni private. Sono stati analizzati, infatti, anche edifici pubblici, per verificare che Regioni e Comuni diano il “buon esempio” in materia di prestazioni e riduzioni degli sprechi. E purtroppo i risultati sono chiarissimi: bocciati 18 edifici su 19, con dispersioni a volte clamorose che obbligano ad un superlavoro i termosifoni d’inverno e i condizionatori d’estate. L’unico edificio che si salva è la nuova sede amministrativa della Provincia di Bolzano, con standard di edificio passivo CasaClima Gold. Nel dossier, inoltre, c’è anche una valutazione più generale sull’attività legislativa degli enti locali, visto il ruolo e le competenze che hanno in questo settore. Promosse, da questo punto di vista, le Province Autonome di Trento e Bolzano, la Lombardia ed il Piemonte, dove le normative affrontano tutti gli aspetti di rendimento e certificazione energetica degli edifici, gli obblighi, i controlli e le sanzioni e dove, di conseguenza, si possono trovare esempi positivi di un nuovo modo di progettare e costruire. Promosse ma con riserva Emilia-Romagna, Liguria e Puglia, dove mancano ancora dei tasselli a completare il quadro normativo. Bocciate per alcune lacune normative: Lazio, Umbria e Valle d’Aosta, le cui leggi regionali prevedono indicazioni ancora troppo generiche sull’efficienza energetica. Bocciate per incompletezza e inadeguatezza della normativa: Toscana, Veneto, Marche, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia, Abruzzo, dove ancora non esistono leggi regionali con obblighi sui rendimenti energetici degli edifici, sull’uso delle rinnovabili e sulla certificazione energetica.
Tracciato il quadro della situazione, nel dossier Legambiente lancia un vero e proprio appello al Governo, «perché abbia il coraggio di rendere più stringenti gli obiettivi per l’efficienza energetica in edilizia». Secondo gli ambientalisti, infatti, oggi non esistono ragioni economiche o tecniche che possano impedire che tutti i nuovi edifici siano progettati e costruiti per essere in classe energetica A. La richiesta è dunque di introdurre, per le case di nuova costruzione e per le ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione, standard minimi obbligatori per le prestazioni energetiche e per l'uso di fonti rinnovabili. Infine, secondo Legambiente, è necessario premiare e certificare, nelle ristrutturazioni edilizie, il miglioramento della classe energetica di appartenenza, con incentivi in funzione del “salto” effettuato (dalla C alla A, dalla E alla B).