Palazzo del Lavoro: lettera aperta delle associazioni ambientaliste
Il progetto di riconvesione dell'area del Palazzo del Lavoro in area commerciale. Lettera aperta del coordinamento delle associazioni ambientaliste Italia Nostra Piemonte e Valle d’Aosta, Legambiente Ecopolis, Pro Natura Torino: “Come è possibile approvare il permesso di costruzione nel momento in cui è ancora pendente dinnanzi al TAR un ricorso contro il provvedimento della Variante 190 al Piano Regolatore?”. Tra i punti critici il traffico, con le conseguenze sulla rotonda Maroncelli
21 February, 2011
Lettera aperta ai Consiglieri comunali di Torino,
al Consiglio della nona Circoscrizione del Comune di Torino
e p.c. agli Organi d’informazione
Oggetto: Palazzo del Lavoro
Preceduto da clangore di trombe ed annunzi trionfali, è in dirittura d’arrivo per la sua approvazione in Consiglio Comunale a Torino il Permesso di costruire convenzionato relativo all’Ambito 16.30 – Palazzo del Lavoro, già oggetto di una precedente delibera di Giunta. Negli annunzi trionfali a cui accennavamo, risalenti alla vigilia di Natale dello scorso anno, si diceva che il gruppo olandese Corio, specializzato nella grande distribuzione, dopo aver acquisito l’immobile dalla Società Pentagramma, era pronto ad investire 150 milioni di Euro, per costruire un centro commerciale di circa 28.000 mq. di S.L.P., ed una Superficie Territoriale di circa 60.000 mq: un centinaio di negozi, bar, ristoranti, presentato come “centro commerciale naturale”. Presunto ritorno in termini occupazionali di 1.000 addetti, 5 milioni di visitatori all’anno. Il 1 marzo il Comune metterà a disposizione degli operatori finanziari e immobiliari che propongono l’operazione la Sala Colonne di Palazzo Civico, per magnificare tale trasformazione. Tristemente si celebra il passaggio della destinazione d’uso di un edificio da pubblico a privato, quindi a nostro pare c’è poco da celebrare.
Al di là del fatto che le nostre Associazioni avevano presentato corpose osservazioni (tutte respinte) alla Variante Urbanistica n. 190, adottata dal Consiglio Comunale in data 21 settembre 2009, contro la modifica alla destinazione d’uso dell’edificio, da pubblico a privato, la distruzione dell’area verde circostante, i gravi problemi di viabilità indotti dai flussi prevedibili in un’area già critica, ed altri aspetti non secondari, rimangono a tutt’oggi non chiari aspetti di notevole importanza, che qui elenchiamo:
1) Come è possibile approvare un Permesso di Costruire Convenzionato nel momento in cui è ancora pendente dinnanzi al TAR un ricorso contro il provvedimento di formazione della Variante 190 al Piano Regolatore, presentato dalla 8 Gallery, su cui non è ancora stata emessa sentenza mentre il TAR attende ulteriore documentazione su aspetti non chiari? Non vi è il dubbio di illegittimità in merito a tale PEC, che potrebbe essere ritenuto nullo?
2) Come si risolveranno i problemi di traffico della rotonda Maroncelli, giacché il flusso di visitatori comporterà un incremento di traffico di ca. 1.000 veicoli all’ora? Tramontata l’ipotesi di un sottopasso per la sua complessità e la sua onerosità, servirà davvero la quarta corsia prevista a risolvere i problemi?
3) Come è pensabile che tale nuovo centro commerciale venga presentato come “centro commerciale naturale” non avendone le caratteristiche stabilite dalle norme vigenti?
4) Quali implicazioni avrà questo progetto sugli altri progetti che Torino e Moncalieri stanno proponendo per le aree contigue? Pensiamo all’ipotesi di trasformare Piazza Bengasi in una sorta di centro commerciale con vendita del suolo pubblico e costruzione di due piccole “torri” e diversi fabbricati destinati ad ospitare attività commerciali e pubblici esercizi, per oltre 30.000 mq. di SLP; pensiamo al centro commerciale di 4.500 mq. in capo alla EsseLunga approvato dal comune di Moncalieri a ridosso di piazza Bengasi, sull’asse di via Somalia; pensiamo al centro commerciale per cui sono stati già avviati i lavori sull’area ex-Comau in corso Traiano; pensiamo ai flussi di traffico che si indirizzeranno verso l’area ex-FIAT Avio con il grattacielo della Regione, nuove residenze, e cospicue aree destinate ad attività commerciali. Tutto ciò senza dimenticare i flussi indirizzati verso il polo fieristico del Lingotto e la 8Gallery, che saranno risolti solo in piccola parte dalla Metropolitana, peraltro non collegata con l’attuale Stazione Lingotto. Tutto questo rischia di mandare in crisi tutta questa parte di Torino Sud, Moncalieri e Nichelino.
5) Altro elemento su cui fare chiarezza è la situazione patrimoniale delle aree verdi di proprietà del Comune di Torino circostanti il Palazzo del Lavoro, valutate 3.786.000 Euro: sono già state vendute alla Società Pentagramma (ora Corio), e con quali procedure? Il Consiglio Comunale di Torino ha approvato tale alienazione?
6) L’area verde circostante il Palazzo ospita circa 260 essenze arboree, destinate ad essere abbattute e espiantate per realizzare un parcheggio multipiano, e diventerà verde su soletta, “asservita all’uso pubblico”, ma di fatto al servizio del centro commerciale. Come si potrà compensare questa ulteriore distruzione di aree di verde pubblico e alberate in piena terra in un parco come quello di Italia ’61 già abbondantemente compromesso e consumato per parcheggi, impianti sportivi ed altre attività?
7) Perché la quota di parcheggi prevista per legge non viene realizzata sotto i sedimi stradali esistenti anziché sotto un’area verde trascurata in termini manutentivi ma comunque di pregio?
8) Come si risolveranno i problemi del traffico e degli accessi al nuovo centro commerciale evidenziati peraltro nei pareri dei vari enti in sede di verifica di valutazione ambientale? Quali costi sociali e ambientali indotti dai flussi veicolari verso questo nuovo insediamento si riverseranno su corso Trieste e corso Unità d’Italia tra Torino e Moncalieri?
9) Quali sono state le indicazioni del settore Beni Ambientali e Paesaggistici della Regione Piemonte? Il progetto è stato sottoposto alla Commissione Locale per il Paesaggio di Torino per quanto riguarda il nuovo assetto delle aree verdi circostanti e degli altri interventi a contorno?
Questi ed altri interrogativi attendono risposta. Se in passato si diceva che il Palazzo del Lavoro doveva offrire la nuova immagine della città in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ora nessuno può più crederci, e si parla di date per il termine lavori ormai spostate verso il 2014-5. Ed allora perché approvare con urgenza un Permesso di Costruire forse illegittimo in pendenza di detto ricorso al TAR e comunque privo di caratteri di urgenza, salvo il bisogno di iscrivere a bilancio futuri oneri di urbanizzazione? Queste le domande che poniamo al Consiglio Comunale.
Le Associazioni:
Italia Nostra Piemonte e Valle d’Aosta, Maria Teresa Roli
Legambiente Ecopolis, Alberto Riva
Pro Natura Torino, Emilio Delmastro
Torino, 21 febbraio 2011