Legambiente avverte: a un anno dal disastro ecologico, il Lambro è ancora avvelenato
Presentato il dossier sulla depurazione delle acque del fiume e dei suoi affluenti: 20 depuratori su 42 sono inadeguati. Tra Brugherio e San Giuliano Milanese il livello di inquinanti nell’acqua resta altissimo. L’associazione chiede un intervento della Regione.
21 February, 2011
E’ passato un anno dal disastro ecologico che colpì il fiume Lambro lo scorso 23 febbraio, ma il corso d’acqua versa ancora in condizioni molto critiche. A rilevarlo è Legambiente, che ha presentato oggi il dossier sulla depurazione delle acque del fiume.
“Solo il 60% degli scarichi civili e industriali passano attraverso un depuratore, il resto, in un modo o nell'altro, finisce nei fiumi senza trattamento: un dato anche peggiore di quello medio regionale, che stima nel 78% la percentuale di acque di scarico che subiscono un trattamento depurativo” – è l’allarme lanciato da Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia.
I numeri sono parlano da soli: su 42 depuratori nel bacino Lambro-Seveso-Olona, 20 risultano non conformi ai controlli Arpa, vale a dire che depurano in modo insufficiente rispetto a quanto prescritto per legge, e quindi finiscono col contribuire all’inquinamento delle acque. I casi più critici sono quelli dei depuratori di Varedo, che scarica nel Seveso, e di Monza, che scarica nel Lambro, determinando la morte biologica del tratto fluviale a valle.
“Il Lambro riceve liquidi di scarico undici volte superiori rispetto agli altri fiumi lombardi – ha ammonito di Simine – ma ciò non vuol dire che non si possa risanare. Serve però un intervento coordinato tra gli enti interessati, con la regia della Regione. La situazione è grave, bisogna muoversi”.