La Provincia di Lecce sceglie la via dell’incenerimento a biomassa. Per il cdr ritorna l’ipotesi cementificio Colacem
Il consiglio della Provincia di Lecce ha deliberato per l’incenerimento mediante impianti a biomassa. Favorevole inoltre all’ipotesi cementificio Colacem per bruciare combustibile da rifiuto al posto del carbone. L’assessore regionale allo Sviluppo Loredana Capone avverte: “Superato il limite di quota regionale non verranno più erogati incentivi alle risorse rinnovabili”. A rischio, dunque, la solarizzazione dei tetti
28 February, 2011
Favorevoli dunque all'incenerimento da biomassa e all’utilizzo del cdr per il cementificio Colacem. Il consiglio provinciale di Lecce con l’approvazione delle delibere (del 28 gennaio e del 21 febbraio 2011) ha spiazzato la Commissione Ambiente e la cittadinanza salentina e privilegiando “altre” tipologie di fonti rinnovabili: il coincenerimento derivante dalla biomassa e dal cdr (combustibile da rifiuto "assimilato" alle rinnovabili). Si allontana, di fatto, l’ipotesi di adottare altre politiche (ad es. la solarizzazione dei tetti mediante pannelli fotovoltaici) in previsione del burden sharing, il limite regionale di produzione di energia da fonti rinnovabili, oltre il quale non saranno più erogati i finanziamenti pubblici.
La delibera di indirizzo programmatico della Provincia, votata all’unanimità, si è posta in aperto contrasto con quella del 13 dicembre 2010 della Commissione provinciale “Ambiente”, la quale aveva negato la possibilità di incrementare con ulteriori forme di incenerimento quelle già presenti in provincia. In particolare la commissione aveva vietato al cementificio Colacem di poter bruciare cdr in sostituzione del carbone, accogliendo in questo modo la posizione contraria dei comitati intercomunali.
Di tutt’altro avviso, invece, la ratio dell’ultima delibera: “dare a tutto il territorio il vincolo di un approvvigionamento in via esclusiva con biomassa prodotta in loco, privilegiando, di conseguenza, impianti di piccola taglia, in modo tale da favorire la dislocazione degli stessi sul territorio”.
Il forte legame tra le energie rinnovabili e la problematica dei rifiuti è stato determinante probabilmente per il voto della delibera. Attualmente nella penisola salentina, il combustibile da rifiuto prodotto dall’impianto “Progetto Ambiente Provincia di Lecce” della Co.Ge.Am., viene inviato all’inceneritore di Massafra, l’unico inceneritore pugliese in funzione, e in Molise (con alti costi per la gestione pubblica).
E’ attraverso la produzione di energia elettrica mediante incenerimento che pervengono alle società imprenditrici i lauti incentivi pubblici del CIP6. Alcuni mesi fa, il cementificio Colacem ubicato nei pressi di Galatina (LE), si è offerto di poter bruciare il cdr della “Progetto Ambiente”, sostituendo il 30% del proprio carbone. In questo modo la Provincia di Lecce avrebbe la possibilità di risolvere, a prezzi contenuti e una volta per tutte, la destinazione del cdr “prodotto in casa”, mettendo a rischio ulteriormente la salute della popolazione salentina e la salvaguardia ambientale. Al momento, l’autorizzazione per tale attività non può essere rilasciata dalla Provincia di Lecce perché manca il via libera della Regione Puglia.
A pesare, tuttavia, sull’altro piatto della bilancia c’è il limite delle quote regionali di produzione derivante da fonti rinnovabili (burden sharing), tra cui rientrano per legge anche gli impianti a biomassa; il decreto attuativo, anche se non è entrato ancora in vigore per inerzie legislative del governo nazionale, preoccupa la Puglia perché le soglie di produzione da fonti rinnovabile potrebbe essere già state superate.
Come ha spiegato l’assessore allo Sviluppo economico Regionale Loredana Capone in sede di consiglio provinciale, “superato il limite di burden sharing non verranno più erogati incentivi alle risorse rinnovabili”, mettendo quindi fuori mercato qualsiasi altro operatore e qualsiasi altra politica ( tra cui appunto la solarizzazione dei tetti cittadini). In altre parole i Megawatt da fonti rinnovabile a disposizione della Provincia di Lecce e della Regione Puglia per la solarizzazione dei tetti diventano sempre di meno, man mano che vengono autorizzati altri tipi di impianti.
Se questa delibera, trovasse una sponda nel consiglio della Regione Puglia, a farne le spese in provincia di Lecce sarebbe proprio il fotovoltaico strutturale; quella politica di autoproduzione e di auto sostentamento tanto auspicata dalla politica ambientale regionale.