Ecosistema scuola 2011, le pagelle di Legambiente agli edifici scolastici italiani
Non molto positivo il quadro che emerge dalla consueta analisi dell'associazione ambientalista sulla qualità degli edifici scolastici della Penisola. Ancora scarsa l'attenzione alla sostenibilità, con poche eccezioni in materia di risparmio energetico e raccolta differenziata. Molto critico il giudizio su manutenzione e sicurezza
01 March, 2011
Le scuole italiane non brillano in sostenibilità. Lo rivela l'edizione 2011 di Ecosistema scuola, il rapporto di Legambiente sull’edilizia scolastica, presentato a Lucca (vedi allegato). L’indagine è stata condotta sulle scuole d’infanzia primarie e secondarie di primo grado di 93 capoluoghi di provincia e rivela una scarsa attenzione e ridotti investimenti in materia di sostenibilità. Se è vero, infatti, che la raccolta differenziata è ormai una buona pratica diffusa nell'80% delle scuole, questa percentuale è praticamente ferma da anni. Lenta anche la crescita del biologico nelle mense dove, anche se all’87% vengono serviti prodotti biologici, solo l’8,66% offre cibi interamente bio, mentre il resto delle mense dichiara di utilizzare una percentuale intorno al 54% di prodotti biologici.
Va un po' meglio, invece, sul fronte del risparmio energetico, con la crescita delle scuole che utilizzano fonti di illuminazione a basso consumo (la percentuale è salita dal 46,5% a più del 63% in quattro anni) e quelle che utilizzano energia da fonti rinnovabili, giunte a più dell’8%. Tra le regioni che spiccano per specifici investimenti sulle energie pulite nelle scuole ci sono Puglia, Abruzzo e Toscana, con una percentuale di edifici che utilizzano fonti rinnovabili doppia rispetto alla media nazionale. Negativo anche il giudizio sul rischio eternit: malgrado la legge 257 del 1992 richieda alle regioni il censimento degli edifici in cui siano presenti strutture in amianto e che gran parte degli edifici scolastici siano stati edificati nei decenni in cui il famigerato materiale veniva utilizzato per costruire, ben il 18% dei comuni non effettua il monitoraggio delle strutture in amianto. Stesso discorso per il radon, che viene tenuto d'occhio solo dal 30% delle amministrazioni. Quasi il 17% degli edifici si trova invece a meno di 5 km da industrie e il 10,5% a meno di un km da fonti di inquinamento acustico. Grave, infine, anche la situazione della sicurezza: il 36% delle scuole italiane necessita di interventi di manutenzione immediati, la metà dei 42.000 edifici scolastici è situata ancora in aree a rischio sismico e solo il 58% possiede il certificato di agibilità.
In generale dalla fotografia di Ecosistema Scuola 2011 anche quest’anno il Centro-Nord si conferma in testa alla graduatoria. Ad aprire la graduatoria dei Comuni capoluogo di provincia è Prato (1°), seguita da Trento (2°), Parma (3°), Biella (5°), Frosinone (8°) e Terni (9°), mentre entrano nella top ten, Siena (4°), Alessandria (6°), Reggio Emilia (7°) e Verbania (10°). Sul fronte delle regioni sono, invece, ancora una volta il Piemonte, la Toscana e l'Emilia Romagna le portabandiera della qualità dei servizi e dell'edilizia scolastica. La prima città del Sud è Napoli, che quest’anno si piazza al 24° posto, distinguendosi per il possesso delle certificazioni di agibilità, staticità e igiene, ma anche un buon risultato in termini di raccolta differenziata. A distinguersi sull’impiego di energie rinnovabili Imperia, Prato, Ragusa e Vicenza sono le città con il dato percentuale maggiore.